La tregua fiscale del governo Meloni prevede anche uno sconto sulle sanzioni, ridotte così al 5%. Maurizio Leo, viceministro Mef, ha detto che è necessaria una riforma fiscale: le novità.
Continuano anticipazioni e novità sulla pace fiscale, o tregua, come l’ha chiamata il governo Meloni. A fornire ulteriori dettagli è stato Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze, che dalla presidente del Consiglio ha ricevuto la delega al Fisco, durante la trasmissione Quarta Repubblica su Retequattro del 14 novembre 2022.
Leo ha spiegato che l’esecutivo è al lavoro sul tema delle cartelle, chiarendo che alcune verranno cancellate e altre ridotte del 50% (quindi, dimezzate). «Si stanno ancora facendo i conti», ha detto Leo, «ma anche la sanzione potrebbe essere ridotta». Una revisione non solo delle regole finora messe in atto durante i condoni, ma anche del regime sanzionatorio.
Cartelle, sconti anche sulle sanzioni: le novità della tregua fiscale
La nuova pace fiscale allo studio si basa su tre linee: stralcio della cartella, quindi cancellazione del debito, sconto su una parte della cifra dovuta e pagamento a rate. A fare la differenza sarà l’importo del debito accumulato nei confronti del Fisco.
Per quanto riguarda lo sconto, Fratelli d’Italia vorrebbe evitare l’idea di un condono generalizzato. Le cartelle prese in considerazione sono quelle precedenti al 2016, con un importo tra i mille e i 3mila euro: una parte del debito è dovuta e l’altra invece viene cancellata. Fratelli d’Italia e Lega starebbero contrattato sulle percentuali: il partito di Meloni vorrebbe fermarsi intorno al 50%, mentre Salvini chiede la cancellazione di almeno l’80% del debito, facendo pagare solo il restante 20%.
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Maurizio Leo ha precisato che sul 50% «si stanno ancora facendo i conti, ma anche la sanzione potrebbe essere ridotta», probabilmente al 5%, mentre aggi e interessi andrebbero del tutto cancellati. L’operazione, da inserire nella prossima legge di Bilancio, varrebbe sulle cartelle fino al 2015.
Pace fiscale, si studia anche una riforma delle sanzioni
Secondo il viceministro dell’Economia il sistema sanzionatorio fa parte dei problemi del fisco italiano. Senza mettere in dubbio l’utilità delle sanzioni, Leo ha detto:
“Faccio un esempio: se un soggetto ha presentato la dichiarazione iva e non ha onorato il suo debito tributario, non ha dichiarato correttamente, è giusto che paghi una sanzione per infedele dichiarazione però a questa si aggiunge una sanzione per omesso versamento. Sa quando cubano queste sanzioni? Dal 110 al 220%.”
Una revisione del sistema sanzionatorio è fondamentale secondo il viceministro Mef, ma non si può fare subito. Bisogna lavorare a una vera e propria riforma fiscale, con una «delega fatta bene» e poi i decreti legislativi.
L’imposta va pagata per intero, continua Leo, ma se la sanzione viene ridotta al 5% (quindi, viene applicato uno sconto notevole) e insieme viene data una dilazione lunga, si fa in modo di far pagare il contribuente non in una sola volta ma in un certo lasso temporale. «Abbiamo pensato cinque anni, ora dobbiamo fasare bene questo lasso temporale con la Ragioneria dello Stato». L’obiettivo è quello di mettere il contribuente in condizione di poter pagare.
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