Cartolarizzazione cartelle esattoriali, non si pagano più dopo 5 anni?

Nadia Pascale

5 Luglio 2024 - 09:11

Si lavora alle nuove norme sulla riscossione delle cartelle esattoriali. Tra le proposte vi è la cartolarizzazione, ma cosa comporta esattamente e cosa cambia per i contribuenti?

Cartolarizzazione cartelle esattoriali, non si pagano più dopo 5 anni?

Si fanno più insistenti le voci su una cartolarizzazione delle cartelle esattoriali, ma cosa vuol dire? Cosa c’è di vero sulla possibilità di estinzione del debito fiscale dopo 5 anni anche se ci sono stati tentativi di riscossione?

Vediamo cosa prevede il decreto legislativo di riforma della riscossione a cui il CdM ha dato il via libera.

Riscuotere meno, ma riscuotere, questo sembra essere l’obiettivo del Governo che ha annunciato diverse misure, tra cui il discarico automatico delle cartelle esattoriali dopo 5 anni e la cartolarizzazione delle cartelle esattoriali.

Riscossione difficile delle cartelle esattoriali, il Governo studia una soluzione con la cartolarizzazione

Lo Stato vanta un credito nei confronti dei contribuenti di oltre 1.200 miliardi di euro, di questi solo 100 sono forse recuperabili. La rottamazione quater ha avuto successo al momento dell’adesione, ma ora i contribuenti non riescono a pagare le rate e decadono dal beneficio, si pensa a una rottamazione ulteriore o a un recupero dei decaduti, ma una cosa è certa: riscuotere non sarà facile. La riscossione diventa quindi sempre più difficile e costosa e non sempre fruttuosa e allora, cosa fare?

A decorrere dal 2025, viene introdotto l’istituto del “discarico automatico” dei ruoli affidati ad AdER, Agenzia Entrate e Riscossione, decorsi 5 anni dal loro affidamento. Cosa vuol dire?
È sbagliato pensare a una cancellazione delle cartelle.

Gli enti creditori possono affidare la riscossione ad agenti di riscossione (AdER), questi provano per 5 anni a riscuotere, nel caso in cui non riescano, il ruolo torna all’ente creditore, ad esempio il Comune.

Il discarico però non comporta l’estinzione automatica del debito (questa andrebbe contro la disciplina prevista per la prescrizione delle cartelle esattoriali che a oggi non è stata riformata), infatti, l’ente creditore potrà provare nuovamente a riscuoterlo e, in presenza di “nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali del debitore”, riaffidarlo ad AdER.

Sui crediti oggetto di discarico il Ministero dell’Economia e delle Finanze può effettuare dei controlli, i controlli possono, inoltre, essere effettuati anche dall’ente creditore, al fine di rilevare se effettivamente si è proceduto in modo corretto.

Dopo il discarico può arrivare la cartolarizzazione

L’ente creditore dopo il discarico delle cartelle esattoriali può:

  • provare a riscuotere per conto proprio;
  • affidarsi a enti privati di riscossione;
  • cartolarizzare gli importi.

L’affidamento a soggetti privati deve avvenire con gara pubblica, praticamente tali soggetti comprano questi crediti fiscali e cercano di riscuotere in proprio, ovvio che chi acquista questi crediti deve mettere in conto che non riuscirà a riscuotere tutto e di conseguenza acquista per importi minori rispetto al valore nominale. Per l’ente creditore c’è il vantaggio di ottenere liquidità immediata e trasferire il rischio legato alla riscossione.

Per il debitore fiscale ne consegue che cambia il soggetto creditore. Ricrdiamo che anche i privati possono agire gli strumenti di esecuzione forzata, tra cui il pignoramento.

L’ipotesi allo studio è quella di agire con la cartolarizzazione, quindi tali crediti fiscali sono trasformati in titoli che privati possono acquistare e poi tentare di riscuotere.

I crediti possono essere anche nuovamente affidati ad AdER, ma solo nel caso in cui siano emersi nuovi fatti inerenti la capacità di reddito del debitore. Il nuovo affidamento ha però validità di 2 anni.

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