L’ispezione di Bankitalia - iniziata nel settembre 2023 - si è conclusa a gennaio 2024, ma è stata annunciata solo ora con la trimestrale. Ecco cosa è successo e perché il titolo è crollato del 33%.
Il caso BFF Bank ha causato forte agitazione nel settore bancario italiano, scatenando il panico tra gli investitori e provocando un crollo di circa il 33% del titolo a Piazza Affari. Al centro di questa agitazione c’è un’ispezione della Banca d’Italia che ha rilevato discrepanze nella gestione dei crediti pubblici da parte di BFF Bank, un istituto specializzato nell’acquisto e nella gestione di crediti commerciali verso fornitori delle pubbliche amministrazioni. L’ispezione ha rivelato problemi che riguardano la classificazione dei crediti e la governance aziendale, portando la banca centrale a prendere misure rigorose.
Queste misure includono la sospensione temporanea della distribuzione degli utili, il blocco della parte variabile delle retribuzioni, il divieto di espandersi all’estero e un tempo limitato per rispondere ai rilievi. Queste azioni restrittive hanno generato incertezza nel mercato, con gli analisti e gli investitori che si chiedono quale sarà la risposta della banca e quale impatto avrà sulle prospettive future.
Il CEO di BFF Bank, Massimiliano Belingheri, ha tentato di rassicurare gli investitori affermando che la solidità finanziaria della banca non sarà significativamente intaccata dalle misure della Banca d’Italia. Tuttavia, il clima di incertezza persiste. In questo articolo, esamineremo in dettaglio le cause che hanno portato allo scoppio del caso BFF Bank e analizzeremo le risposte del management e della Banca d’Italia.
Gli eventi che hanno portato all’ispezione della Banca d’Italia
Negli ultimi mesi, la BFF Bank ha affrontato una serie di eventi che hanno innescato segnali di allarme nel settore bancario italiano. Uno di questi momenti cruciali è stato il cambio di qualifica della banca, che ha perso lo status di Piccola Media Impresa (PMI) ai sensi della normativa vigente. Questo cambiamento è stato reso pubblico il 4 gennaio 2023, segnando una svolta nella posizione e nella percezione dell’istituto finanziario.
Successivamente, il 20 febbraio 2023, la BFF Bank ha annunciato l’acquisto di azioni proprie, avviando così un programma di buyback autorizzato dalla Banca d’Italia. Questa mossa strategica è stata seguita da una serie di cambiamenti interni, tra cui la conclusione di una procedura di licenziamento collettivo a causa dell’uscita di alcuni clienti e l’approvazione del bilancio annuale e della distribuzione dei dividendi.
Inoltre, il 27 giugno 2023, il Consiglio di Amministrazione della BFF Bank ha approvato un piano strategico quinquennale, delineando gli obiettivi e le direzioni future dell’istituto finanziario fino al 2028. Questo piano include una serie di iniziative volte a consolidare la posizione della banca nei settori chiave del factoring, del lending e dei servizi di transazione, nonché a potenziare la sua presenza internazionale.
Tuttavia, l’11 settembre 2023, la Banca d’Italia ha avviato un’ispezione, che si è conclusa il 12 gennaio 2024.
Questa ispezione è stata preceduta da una serie di azioni intraprese dalla banca, tra cui l’approvazione di un nuovo framework per i Social Bond e l’aggiornamento del proprio programma di obbligazioni a medio e lungo termine.
Tutti questi eventi hanno gettato ombre su questioni di conformità e prassi aziendali, spingendo la Banca d’Italia a imporre misure restrittive conseguenti. La reazione del mercato finanziario è stata immediata, con un significativo impatto sul titolo della BFF Bank e sulla percezione degli investitori sulla stabilità dell’istituto.
Cosa aspettarsi ora
Dopo l’ispezione della Banca d’Italia e le relative misure restrittive, la BFF Bank si trova a dover affrontare un periodo di adattamento e stabilizzazione. Il management della banca, guidato dal CEO Massimiliano Belingheri, ha dichiarato che, nonostante l’incertezza, la banca mantiene una prospettiva finanziaria solida, sostenuta dalle riserve non ancora contabilizzate e da azioni gestionali pianificate. Tuttavia, la sospensione temporanea dei dividendi e il congelamento dell’espansione all’estero, decisi dalla Banca d’Italia, hanno inciso negativamente sulla percezione del mercato e sul valore del titolo.
Sul fronte operativo, la banca ha chiuso il primo trimestre con un utile netto rettificato di 41,5 milioni di euro, in calo del 21% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, escludendo i guadagni straordinari derivanti dalla vendita di un portafoglio di titoli di Stato a tasso variabile nel 2023, i dati mostrano un incremento dell’8%. I ricavi totali rettificati sono cresciuti del 15% a 202,4 milioni di euro, mentre il portafoglio crediti è aumentato del 9% raggiungendo 5,5 miliardi di euro. Questi dati suggeriscono che la banca ha ancora una base finanziaria stabile, con un Cet1 ratio del 13,5% e un Total Capital Ratio (TCR) del 18,2%.
Tuttavia, il clima di incertezza ha portato alcuni analisti a rivedere il loro giudizio sulla BFF Bank. Equita Sim ha tagliato il rating da “buy” a “hold” e il target price da 14 a 10 euro per azione, evidenziando le preoccupazioni riguardanti l’impatto della revisione regolatoria sul portafoglio crediti della banca. Il principale punto di incertezza riguarda la parte del portafoglio che potrebbe essere influenzata dai giorni di arretrato calcolati dalla Banca d’Italia, il che potrebbe portare a un aumento degli asset ponderati per il rischio (RWA) e una conseguente riduzione dei dividendi.
Anche altri analisti hanno rivisto le loro valutazioni. BNP Paribas Exane ha ridotto il rating da “outperform” a “neutral” e il target price a 11 euro, mentre Mediobanca Research ha abbassato il suo giudizio a “neutral” e il target price da 14,5 a 11,5 euro. Banca Akros ha addirittura sospeso il rating e il target price, sottolineando l’incertezza legata all’impatto delle nuove norme sul capitale.
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