In caso di ritardo nella comunicazione dei dati all’INPS sarà il datore di lavoro a pagare la cassa integrazione: lo prevede la bozza del provvedimento con cui il Governo cambierà alcune regole per la CIG.
Cassa integrazione, ultime novità: mentre migliaia di lavoratori attendono ancora il pagamento della prima mensilità (la promessa del Presidente dell’INPS riguardo agli accrediti entro la giornata di venerdì 12 giugno non è stata mantenuta), il Governo si appresta ad approvare un nuovo decreto legge con cui verranno modificate alcune parti di questo strumento.
Obiettivo di questo provvedimento è di rifinanziare la cassa integrazione al fine di permettere alle imprese di utilizzare tutte le 18 settimane a loro disposizione senza alcun vincolo; una novità rivolta a tutte quelle aziende che stanno per esaurire tutte le 14 settimane di cassa integrazione utilizzabili fino ad agosto e che senza un intervento normativo saranno costrette ad aspettare fino a settembre per fruire delle altre 4 settimane. Queste, quindi, dovrebbero reintegrare i lavoratori messi in cassa integrazione per qualche mese, anche perché nel frattempo è stato anche prorogato il divieto dei licenziamenti.
Come anticipato, però, è in arrivo un decreto legge (sul quale il Consiglio dei Ministri discuterà nelle prossime settimane) che andrà ad eliminare questo vincolo consentendo l’utilizzo di tutto il periodo di cassa integrazione senza dover aspettare fino a settembre.
Ma questa non è l’unica modifica prevista dal provvedimento: in alcuni casi, infatti, questo stabilisce che a pagare la cassa integrazione non sarà l’INPS, bensì l’azienda stessa.
Cassa integrazione: regole severe per chi ritarda la comunicazione all’INPS
Con il Decreto Rilancio è stata modificata la procedura per la liquidazione della cassa integrazione; con questo provvedimento, infatti, è stato deciso di accelerare sui tempi saltando il passaggio regionale. Con le nuove disposizioni, quindi, l’azienda comunica direttamente con l’INPS e l’istituto tra l’altro ha la possibilità di anticipare il 40% dell’importo.
Il tutto per evitare che i ritardi di questi ultimi mesi si possano ripetere ancora. Per questo motivo nella bozza del decreto legge con cui il Consiglio dei ministri cambierà le regole per fruire della cassa integrazione potrebbero esserci delle sanzioni severe nei confronti di quelle aziende che tarderanno ad inviare l’apposita comunicazione all’INPS.
Nel dettaglio, nella bozza del decreto legge - precisamente all’articolo 3 - si legge che nel caso in cui la comunicazione dei dati necessari ai fini della liquidazione della cassa integrazione arrivi oltre le scadenze previste dalla normativa sarà direttamente l’azienda a farsi carico del pagamento.
I dati necessari per il pagamento dell’integrazione salariale andranno inviati - secondo le modalità stabilite dall’Istituto - “entro la fine del mese successivo a quello in cui è collocato il periodo di integrazione salariale”. Un eventuale ritardo ricadrebbe sul lavoratore ed è per questo che il Governo ha deciso che non ci saranno fondi per le aziende che non rispettano le scadenze.
In tal caso, quindi, le imprese dovranno farsi carico della cassa integrazione; una sanzione molto severa che - se confermata (ricordiamo che il decreto legge è ancora in bozza e sarà discusso in questi giorni) - imporrebbe la massima attenzione alle aziende le quali dovranno fare particolare attenzione a non sforare i tempi.
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