Quando arriva la cassa integrazione? La data di pagamento annunciata era il 30 aprile 2020, ma ancora oggi si segnalano numerosi ritardi. I perché sono contenuti nei dati INPS e, per la cassa in deroga, il motivo è da attribuire alla lentezza delle Regioni.
Cassa integrazione, quando arriva? Una data certa non c’è e, sebbene l’INPS avesse comunicato il 30 aprile 2020 come data per il pagamento, gli ultimi dati diffusi evidenziano numerosi ritardi.
Le ragioni del rinvio del pagamento della cassa integrazione risiedono nella procedura complessa di lavorazione delle domande e, come già evidenziato a più riprese dai Consulenti del Lavoro, la maggior parte dei lavoratori dovrà attendere ancora.
A riprova dei ritardi vi sono i dati INPS che, per quel che riguarda la cassa in deroga, mettono nero su bianco i ritardi registrati nella prima fase di lavorazione delle domande, quella che compete alle Regioni.
Cassa integrazione, quando arriva? Pagamenti INPS a rilento, ecco perché
Il totale dei lavoratori beneficiari della cassa integrazione ordinaria è pari a 5.086.762. Di questi, per 3.666.994 lavoratori il pagamento è stato anticipato dall’azienda mentre per 1.419.762 l’assegno è stato pagato direttamente dall’INPS.
I dati sui pagamenti sono di molto inferiori per quel che riguarda la cassa integrazione in deroga, che copre - nel periodo di emergenza Covid-19 - le aziende più piccole ed escluse dagli ammortizzatori ordinari.
Sono 35.343 i lavoratori beneficiari di CIGD che hanno ricevuto il pagamento della cassa integrazione. Per la maggior parte di quelli rimasti a causa per l’emergenza coronavirus l’attesa è destinata ad allungarsi.
Per chi si chiede quando arriva la cassa integrazione e perché, nonostante la lunga attesa, ancora non arriva il pagamento, bisogna quindi evidenziare che per quel che riguarda la cassa in deroga sembra essersi letteralmente inceppata la procedura a carico delle Regioni.
I tempi di pagamento si allungano per i lavoratori in Cigd (cassa integrazione in deroga), la cui prima fase di valutazione della domanda è affidata alle Regioni. La situazione più critica si registra in Lombardia, dove risultano pagati soltanto 63 assegni. Il primo flusso di domande autorizzate è stato trasmesso all’INPS solo il 21 aprile 2020.
Stessa situazione nelle due Isole maggiori: Sardegna e Sicilia hanno trasmesso i primi dati all’Istituto rispettivamente il 23 ed il 22 aprile.
Dati INPS aggiornati al 30 aprile 2020
A bloccare i pagamenti della cassa integrazione è quindi la procedura lunga e complessa delle domande, soprattutto per la cassa integrazione in deroga.
Soltanto nel caso di anticipo da parte del datore di lavoro si può contare su tempistiche di pagamento più veloci.
In tutti gli altri casi, la tempistica più plausibile è che il primo pagamento della cassa integrazione arrivi entro 30 giorni dalla data di presentazione della domanda.
Cassa integrazione, pagamento anticipato rispetto ai tempi ordinari. I ritardi pesano sui lavoratori senza stipendio
Il pagamento della cassa integrazione arriverà, in ogni caso, molto prima rispetto ai tempi ordinari: questo è quanto affermato dal Governo e ribadito dal Presidente INPS Pasquale Tridico, che ha più volte promesso un’accelerazione per l’accredito degli ammortizzatori sul conto corrente dei lavoratori.
Solitamente passano circa 3 mesi dalla data di invio della domanda a quella di pagamento della cassa integrazione. Tempistiche che dovrebbero ridursi in considerazione della situazione di emergenza causata dal coronavirus.
Per le aziende che hanno fatto domanda tra fine marzo ed inizio aprile, il primo accredito dovrebbe quindi arrivare entro la fine del mese o, al massimo, entro i primi giorni del mese di maggio.
I ritardi però pesano sui lavoratori rimasti a casa, e senza stipendio, a causa del coronavirus.
Che i pagamenti sarebbero arrivati in ritardo l’avevano evidenziato sin da subito i Consulenti del Lavoro.
A bloccare l’erogazione immediata dell’assegno è l’iter complesso delle domande di accesso alla cassa integrazione, sia ordinaria che in deroga.
C’è inoltre da segnalare che per la CIGD i tempi di pagamento potrebbero essere diversi e più lunghi. Non tutte le Regioni hanno avviato subito la possibilità di invio delle domande e, anche per quelle che si sono mosse in tempo, a rendere più lunga l’attesa interviene la procedura complessa di valutazione delle istanze.
Dopo l’iter procedurale svolto dalla singola Regione, la palla passa all’INPS, che dopo le proprie valutazioni, provvede a pagare il lavoratore.
Pagamento cassa integrazione: come richiedere l’anticipo dalle banche
Una soluzione per aggirare le tempistiche lunghe di pagamento da parte dell’INPS è la richiesta di anticipo della cassa integrazione da parte delle banche.
Con un accordo tra Governo e ABI è stata concessa la possibilità, per il lavoratore, di richiedere il pagamento anticipato dell’assegno - fino ad un massimo di 1.400 euro - agli istituti di credito.
In questo caso è il lavoratore a doversi attivare ed informarsi sulle banche che hanno aderito al protocollo (qui l’elenco fornito dall’ABI) e richiedere la possibilità di accedere all’anticipo della cassa integrazione.
Resta in capo al richiedente valutare l’effettiva convenienza dell’opzione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA