Perché la catena di approvvigionamento mondiale rischia il collasso e quali sono le conseguenze

Riccardo Lozzi

30 Settembre 2021 - 13:34

La catena di approvvigionamento globale è a rischio collasso e potrebbe portare a dure conseguenze per la popolazione mondiale. L’allarme delle organizzazioni del settore inviato all’ONU.

Perché la catena di approvvigionamento mondiale rischia il collasso e quali sono le conseguenze

La crisi della benzina in Gran Bretagna nei giorni scorsi potrebbe essere il campanello di allarme di una vera e propria crisi di sistema internazionale.

Infatti, in una lettera aperta redatta da vari gruppi che operano nel settore della logistica internazionale e inviata all’ONU, sono stati avvertiti tutti i capi di Governo e di Stato che a breve la catena di approvvigionamento globale rischia il collasso.

Le organizzazioni che hanno firmato la lettera sono: International Chamber of Shipping, International Air Transport Association, International Road Transport Union, International Transport Workers’ Federation, le quali, insieme, rappresentano circa 65 milioni di lavoratori operanti nel settore.

Nel documento inviato alle Nazioni Unite si evidenzia quindi come quest’ultimo anno e mezzo di pandemia da Covid-19 abbia comportato molte problematiche alle persone impiegate nella catena di approvvigionamento e come queste potrebbero causare dure conseguenze a livello planetario.

La catena di approvvigionamento mondiale a rischio collasso

Il primo pericolo è rappresentato da una possibile e probabile carenza di personale nel prossimo futuro. Uno scenario legato agli svantaggi che milioni di lavoratori hanno subito durante la pandemia e che potrebbero comportare quindi un’uscita di massa della forza lavoro dal settore del trasporto merci.

La tendenza potrebbe addirittura peggiorare, poiché, ad esempio, molte delle persone occupate nel trasporto marittimo non vorrebbero impegnarsi in nuovi contratti, rischiando di non tornare a casa per Natale per la chiusura dei porti e delle continue modifiche alle regole di restrizione attuate dai diversi Stati.

Al tempo stesso viene riportata anche una cattiva gestione dei vaccini e dell’utilizzo dei test di positività al virus. Si va da chi è stato vaccinato più volte con differenti sieri, poiché ogni Paese riconosce solo determinati farmaci, alla maggioranza che, venendo da nazioni in via di sviluppo, non hanno avuto accesso ancora a nessuna dose.

Una situazione di simile disagio colpisce anche i camionisti, i quali hanno assistito a un inasprimento delle regole di entrata all’interno dei confini nazionali che li hanno costretti in diverse occasioni ad attese di ore per effettuare tamponi e vari controlli, come ad esempio è capitato sul Brennero al confine tra Italia e Austria.

In questo caso specifico un leggero miglioramento è stato rappresentato dall’introduzione del green pass europeo.

Quali conseguenze per la popolazione globale

Come illustrato nel documento, la catena di approvvigionamento globale dipende in egual misura dalla presenza di lavoratori nella distribuzione marittima, terrestre e aerea.

Se una di esse si riduce significativamente può portare a un effetto domino sull’intero sistema, provocando disagi seri per la popolazione mondiale, come la mancanza di accesso ai beni di prima necessità.

Per tale ragione, occorre stabilire al più presto una risposta unica a livello mondiale, così da permettere uno svolgimento delle mansioni che non penalizzi il personale occupato e riesca a garantire una piena distribuzione dei prodotti a livello internazionale.

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