Il Governo sta lavorando all’estensione dell’applicazione della cedolare secca a partite Iva, locali commerciali, magazzini, studi professionali e uffici
La cedolare secca sarà estesa a partite Iva e locali commerciali? Questa è la speranza di molti proprietari e sembra che ora questa possibilità stia per diventare concreta attraverso la riforma fiscale in cantiere.
I canoni di locazione per immobili ad uso abitativo possono essere tassati in modo ordinario, quindi attraverso l’indicazione in dichiarazione dei redditi, oppure possono essere tassati con l’opzione denominata “cedolare secca”, un’imposta sostitutiva che va a coprire tutti gli oneri fiscali connessi a questa tipologia di reddito, quindi Irpef, bollo, addizionali regionali e comunali.
Come funziona la cedolare secca?
Il regime della cedolare secca (ex art.3 del D.Lgs 23/2011) appare conveniente in quanto prevede un’imposizione fiscale compresa tra il 10% (canone concordato) e 21%, inferiore quindi al primo scaglione delle aliquote Irpef del sistema ordinario che è al 23%.
Tale regime però ad oggi non può trovare applicazione per tutti i redditi derivanti da canoni di locazione, infatti non si applica a coloro che agiscono in qualità di professionisti/ titolari di partita Iva e nel caso in cui la locazione non sia ad uso abitativo. Proprio per questo motivo i locali con classificazione catastale A/10, cioè studi professionali e uffici, non possono essere assoggettati a tale regime.
La riforma fiscale a cui il Governo sta lavorando sembra voglia ampliare il regime della tassazione con la cedolare secca che verrebbe estesa a partite Iva e locali commerciali.
La cedolare secca è un regime opzionale, cioè è il contribuente a dover scegliere se applicare la tassazione ordinaria o la cedolare secca, oggi con le nuove aliquote Irpef, la cedolare secca è senz’altro la soluzione più vantaggiosa.
Cedolare secca estesa a partite Iva e locali commerciali, come funziona?
Con la riforma fiscale c’è il progetto di estendere la tassazione con cedolare secca anche a chi effettua locazioni in modo professionale e per locali diversi rispetto a quelli ad uso abitativo.
Non si tratta di una vera novità visto che già nel 2019, per quel solo anno, fu ammessa la possibilità di cedolare secca per immobili ad uso commerciale, in categoria catastale C/1 e con superficie inferiore a 600 m/q.
A ottenere vantaggi sarebbero molti soggetti, ad esempio un’impresa che ha dei locali in disuso e che vorrebbe trarre profitti da essi tramite locazione. Non solo, visto che potranno optare per il regime in oggetto anche immobili diversi da quelli ad uso abitativo, il proprietario di un locale adibito a magazzino e concesso in locazione potrà ottenere l’applicazione dell’imposta sostitutiva.
Deve essere ricordato che i tempi di attuazione della riforma fiscale potrebbero essere piuttosto lunghi, a ciò deve aggiungersi che non è detto che sia fissata per questa tipologia di attività la stessa aliquota prevista per gli immobili ad uso abitativo. Non resta che attendere per capire quale direzione prenderà il Governo.
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