Scatta il cessate il fuoco nelle città ucraine di Mariupol e Volnovakha per permettere l’evacuazione dei civili. Ecco cosa sta succedendo.
Scatta il cessate il fuoco in Ucraina. Oggi, 5 marzo, saranno aperti i corridoi umanitari a Mariupol e Volnovakha per l’evacuazione dei civili. Nel corso del secondo round di negoziati tra Mosca e Kiev, il Cremlino ha accettato una tregua per permettere ai cittadini ucraini di mettersi in salvo.
Ma nessun passo indietro sul conflitto. Vladimir Putin ha ribadito che «non rinuncerà a ciò che è suo». E che la Russia e l’Ucraina rappresentano un unico paese. «Denazificheremo l’Ucraina, tutto procede secondo i piani», ha dichiarato il presidente russo. Entriamo nel dettaglio.
Scatta il cessate il fuoco in due città dell’Ucraina
Oggi 5 marzo, è scattato il cessate il fuoco in due città ucraine Mariupol e Volnovakha per permettere ai civili di mettersi in salvo. «A Mariupol e Volnovakha i corridoi umanitari sono pronti per l’apertura, sono state formate colonne di persone che devono essere evacuate. Le parti hanno temporaneamente cessate il fuoco nell’area dei corridoi». Lo ha confermato in un tweet il consigliere della presidenza ucraina Mikhail Podolyak.
Alle 10, ora italiana, sarebbe iniziata l’evacuazione della popolazione dalla città di Mariupol per permettere il corridoio umanitario che terminerà alle ore 15. A riferirlo, le autorità locali. Al momento non è ancora stato chiarito come procederà invece l’evacuazione dalla seconda città, Volnovakha.
Come riporta la vicepremier ucraina Irina Vereshchuk, citata dalla Tass, sono oltre 200 mila i cittadini ucraini che saranno evacuati da Mariupol tramite i corridoi umanitari e più di 15 mila da Volnovakha.
Ma lo staff di Medici senza Frontiere - che si trova ancora nei rifugi della città di Mariupol - lancia l’allarme: l’apertura dei corridoi umanitari annunciata da Mosca per le 10 ora italiana non sarebbe ancora avvenuta. «I civili non possono rimanere bloccati in zona di guerra - afferma Christine Jamet di Msf -. Le persone che cercano sicurezza devono poter fuggire senza la paura di essere coinvolte nelle violenze».
Circa il 90% della città di Volnovakha è stata colpita dai bombardamenti, a dichiararlo il parlamentare locale Dmytro Lubinets al Kyiev Independent. «I cadaveri giacciono non raccolti e le persone che si nascondono nei rifugi stanno finendo il cibo», ha aggiunto il deputato. A breve a Volnovakha come a Mariupol scatterà il cessate il fuoco per consentire l’evacuazione dei civili.
In realtà, il cessate il fuoco, secondo fonti ucraine, è stato rinviato a causa dei bombardamenti russi che non sono terminati.
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«Dobbiamo fare lo sforzo più unitario possibile per portare a un tavolo negoziale Putin. E questo non può che avvenire con l’inclusione di soggetti terzi, che non siano né l’Europa, né gli Usa, né la Russia stessa». Lo ha affermato Enrico Letta in un’intervista al Corriere della sera sulla situazione in Ucraina. «Cina, India e Turchia, i grandi Paesi che hanno un rapporto con l’Occidente, ma hanno anche mantenuto un rapporto con Putin. L’Europa e l’Italia non sono in guerra con la Russia e l’escalation non è il nostro obiettivo».
E conclude: «Ritengo fondamentale adottare tutte le iniziative possibili perché, in tempi rapidi e con la massima determinazione, si arrivi a una de-escalation che consenta di salvare più vite umane possibili».
E intanto, la tensione continua a salire. Le forze russe «sono a 32 chilometri dalla seconda maggiore centrale nucleare dell’Ucraina». Lo rivela l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield. Lasciando intendere che il Cremlino avrebbe come obiettivo un’altra centrale dopo quella di Zaporizhzhia. «Smettete di sparare. State mettendo a rischio la sicurezza del mondo», è il grido d’allarme della coalizione internazionale.
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