Cessione dei crediti: quando può avvenire tra privati?

Nadia Pascale

03/07/2023

C’è ancora la possibilità di optare per la cessione del credito tra privati per bonus edilizi? Questa la domanda che si pongono molti contribuenti con i crediti incagliati.

Cessione dei crediti: quando può avvenire tra privati?

La normativa inerente il Superbonus e altri bonus edilizi con cessione del credito sta destando dubbi e perplessità a causa del costante mutamento delle norme. La confusione non viene meno nonostante l’Agenzia delle Entrate pubblichi costantemente nuovi documenti miranti a chiarire perplessità.

Molti si chiedono se ad oggi è possibile cedere le quote delle proprie detrazioni fiscali derivanti dall’esecuzione dei lavori previsti dall’articolo 121 del decreto Rilancio a privati, ad esempio a un amico che ha sufficiente capienza fiscale.
Diciamo fin da subito che le possibilità residue sono davvero poche, ma vediamo in quali casi si può optare per la cessione del credito tra privati.

Cessione del credito a privati conviventi e familiari

Le strade percorribili per riuscire a liquidare i crediti maturati sono diverse, ma tutte abbastanza strette.
Chi ha effettuato lavori e si ritrova con i crediti incagliati, non ha sufficiente capienza fiscale per sfruttare in autonomia le detrazioni fiscali, può provare a far utilizzare la detrazione da altro soggetto titolato, cioè da un soggetto che fin dall’inizio avrebbe potuto eseguire i lavori e utilizzare il credito di imposta in detrazione.

Si tratta di:

  • proprietari, anche solo di una quota, di diritti reali di proprietà sull’immobile, ad esempio nel caso di immobile che risulta essere di proprietà di due o più soggetti (un fratello e una sorella, genitore/ figlio, marito/moglie);
  • i detentori dell’immobile, come gli inquilini, ma rientrano in questa categoria anche i comodatari, in questo caso è necessario che il contratto di locazione sia antecedente rispetto all’avvio dei lavori.

Possono sfruttare il credito di imposta maturato con i bonus edilizi anche i familiari conviventi.

Come chiarito nella circolare 28/E/2022 dell’Agenzia delle Entrate, possono ottenere la detrazione non solo i familiari del proprietario, ma anche i familiari del detentore, ad esempio l’inquilino.

Sono considerati familiari che possono quindi portare in detrazione le spese sostenute per il Superbonus e altri bonus edilizi, i soggetti elencati nell’articolo 5 del Tuir, cioè il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado. Questi devono però essere conviventi con il “beneficiario principale” per potersi avvalere delle detrazioni, in compenso non hanno bisogno di un contratto di comodato per poter ottenere i vantaggi fiscali.
La convivenza può essere anche autocertificata, ma deve sussistere al momento dell’avvio dei lavori.

C’è ancora spazio per la cessione del credito tra privati?

Finora abbiamo parlato della possibilità per alcune categorie di persone che hanno capienza fiscale di approfittare delle detrazioni al posto dell’originario beneficiario. Molti però si chiedono se è possibile praticare la cessione del credito vera e propria, ad esempio cedere il credito a un amico che ha capienza fiscale.

Ci sono poche, residue, possibilità. In particolare la normativa prevede l’opportunità di un’unica cessione tra privati e quindi non nei confronti di banche o altri intermediari, ma solo nel caso in cui non si sia incappati già nel blocco previsto dal Dl 11/2023.
La cessione doveva inoltre essere effettuata entro il 31 marzo 2023 per le spese del 2022 ed essere per intero.
L’acquirente può utilizzare il credito per compensare le proprie imposte con il modello F24 oppure potrà, a sua volta, cederlo, ma in questo caso, trattandosi di ri-cessione, l’operazione potrà essere effettuata solo in ambiente controllato, cioè nei confronti di banche o altri intermediari finanziari e assicurativi.

Si ritiene che in questo campo non ci sia spazio per la remissione in bonis, questa prevede la possibilità con una sanatoria di 250 euro di effettuare la cessione del credito entro la fine del mese di novembre, ma questa possibilità può essere sfruttata solo nel caso in cui la cessione avvenga in ambiente controllato.

Cessione dei crediti: come nascono i crediti incagliati?

Le difficoltà di coloro che hanno effettuato lavori edili pensando di poter sfruttare la cessione del credito e lo sconto in fattura iniziano nel momento in cui aumentano i controlli.

La circolare dell’Agenzia delle Entrate 23 del giugno 2022 prevedeva la responsabilità in solido tra il beneficiario del Superbonus e il cessionario in caso di anomalie nell’uso delle detrazioni fiscali.

La circolare, poi attenuata nei suoi effetti, prevedeva che se in sede di controllo fossero emersi crediti eccessivi rispetto ai lavori o non fossero sufficientemente provati i lavori dichiarati, trovasse applicazione la responsabilità in solido tra coloro che avevano partecipato alla cessione del credito.

Di conseguenza le banche potevano ritrovarsi in mano crediti fiscali che in realtà erano carta straccia. Questa circolare ha portato molti potenziali cessionari del credito a valutare con particolare attenzione le pratiche da portare avanti chiedendo anche asseverazioni dei lavori eseguiti attraverso video e rifiutando numerose operazioni per evitare rischi.

Questo è uno dei motivi per i quali poche banche riaprono ancora ad oggi alla cessione del credito.

Dopo questo primo blocco, il successivo atto che va a creare un vero imbuto di crediti incagliati è il decreto Cessioni che crea una vera e propria barriera tra il prima e il dopo rispetto all’entrata in vigore il 16 febbraio 2023.
Il risultato è che molte persone si ritrovano con crediti nei cassetti fiscali che non riescono a smaltire e si chiedono verso quali soggetti è possibile praticare la cessione per i crediti maturati prima del blocco delle cessioni del credito. Molti si chiedono se è possibile cederli a familiari.

Iscriviti a Money.it