La biografia e il pensiero politico di Javier Milei, il candidato della destra radicale che è diventato il nuovo presidente dell’Argentina dopo la vittoria al ballottaggio del 19 novembre.
Chi è Javier Milei? Una domanda questa che in molti si staranno facendo visto che questo professore universitario, all’inizio considerato come un outsider alle elezioni generali, è diventato ora il nuovo presidente dell’Argentina.
Dopo essere finito in testa alle primarie e aver preso il 30% al primo turno delle elezioni generali, al ballottaggio Javier Milei ha sconfitto Sergio Messa - ministro dell’Economia uscente e candidato peronista - con il 55% dei voti.
Dal prossimo 10 dicembre Milei sarà il nuovo presidente dell’Argentina, annunciando che “i cambiamenti che servono al nostro paese saranno drastici, non ci sarà spazio per la gradualità”. Parole che si sposano perfettamente con il suo personaggio.
Vediamo allora la biografia e il pensiero politico di Javier Milei, il candidato della destra radicale che è diventato il nuovo presidente dell’Argentina.
La biografia di Javier Milei
Nome: Javier Gerardo Milei
Data di nascita: 22 ottobre 1970
Luogo: Buenos Aires (Argentina)
Famiglia: sua madre è una casalinga e suo padre un imprenditore
Istruzione: laurea in Economia
Lavoro: economista e professore universitario
Partito: La Libertà Avanza
Ruolo: deputato, dal 10 dicembre 2023 sarà presidente dell’Argentina
Curiosità: da ragazzo ha giocato a calcio come portiere nel Chacarita Juniors
Il nuovo presidente dell’Argentina
Al primo turno delle elezioni generali in Argentina del 22 ottobre sono stati tre i principali candidati presidente: Javier Milei (destra) Sergio Massa (centrosinistra) e Patricia Bullrich (centrodestra). Per poter vincere un candidato deve ottenere almeno il 45% dei voti - oppure il 40% se il distacco con il secondo è maggiore ai dieci punti percentuali - altrimenti sarà necessario un ballottaggio così come è accaduto.
Al ballottaggio Javier Milei ha sconfitto con il 55% dei voti Sergio Massa, diventando così il nuovo presidente dell’Argentina grazie al supporto degli altri candidati di centrodestra.
Dopo l’exploit alle primarie, Javier Milei così si era espresso: “Metteremo fine a tutta la casta politica ladrona e inutile. Siamo in grado di battere la casta al primo turno”.
Toni e parole che assomigliano a quelli usati in Italia da Beppe Grillo al momento della nascita del Movimento 5 Stelle, ma Javier Milei è stato rinominato anche come il “Trump argentino” per la sua strenua difesa del libero mercato.
Accusato di misoginia e criticato per la sua apertura alla libera vendita delle armi da fuoco e per la sua contrarietà all’aborto, Milei si è definito “un minarchista sul breve termine e un anarco-capitalista filosoficamente”. Altra proposta controversa è stata quella di dirsi favorevole alla vendita degli organi.
Per porre fine all’inflazione che sta travolgendo l’Argentina, la sua proposta è quella di “ dollarizzare l’economia ” privatizzando le aziende statali e abolendo la Banca centrale. Se dovesse diventare presidente, si tratterebbe senza dubbio di cambiamento radicale per il Paese sudamericano.
Ora che è diventato presidente, resta da capire come Javier Milei cercherà di risollevare un Paese come l’Argentina da tempo nuovamente alle prese con una grande crisi economica.
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