Sui social spopola l’hashtag #maranza. Ma chi sono i maranza e cosa c’entra la Festa della Repubblica (2 giugno) e Matteo Salvini con loro? Ecco il significato del termine e come riconoscerli.
Il “popolo dei maranza” ha invitato Matteo Salvini a non partecipare agli eventi del 2 giugno. Dopo i fatti dello scorso anno, dove l’evento a Peschiera del Garda è stato caratterizzato da violenti disordini, anche quest’anno i maranza si rivolgono a Salvini a colpi di post. Questi si stanno dando nuovamente appuntamento il 2 giugno a Peschiera e con fare provocatorio stanno invitando in ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a non presentarsi.
Chi sono i maranza e perché si riuniscono in un raduno violento il 2 giugno? L’esempio dello scorso anno è ancora molto sentito: il 2 giugno a Peschiera del Garda si sono riuniti 2.000 maranza con risse, scontri con la polizia e molestie sessuali. I Comuni si stanno preparano ad affrontare il rischio della presenza di un gruppo di giovani non tranquilli e che potrebbero ripetere le azioni violente dello scorso anno, come annunciano sui social.
Come riconoscere i Maranza? L’origine del termine
Il termine maranza non è nuovo. Risale infatti agli anni 80, quando a Milano si identificava con questo termine il tipico ragazzo o la tipica ragazza tamarro/a o coatto/a. In realtà è possibile far risalire il termine maranza all’unione di due parole: “marocchino” e “zanza”. I maranza di oggi rappresentano però una versione aggiornata, capaci di tornare alla moda grazie a un look più definito rispetto al passato.
Infatti un Maranza è riconoscibile grazie al proprio stile: tuta, acetata, maglie ufficiali delle squadre di calcio, giacca smanicata, cappellino o bandana. L’accessorio più iconico è però la tracolla, che è il vero protagonista di una serie di altri accessori come collane e orologi. Ad amalgamare tutti gli ingredienti della ricetta c’è il marchio. Infatti gli abiti e gli accessori indossati dai maranza sono molto spesso, se non nella totalità dei casi, griffati, ovvero di marca.
La subcultura maranza: dalle strade a TikTok
A creare scompiglio in questi ultimi anni sono i maranza moderni, quelli che passano dalla strada a TikTok raccontandosi o più spesso venendo raccontati da chi li incontra. Infatti è luogo comune che i maranza abbiano spesso a che fare con la criminalità perché tra di loro ci sono molti stranieri. Non a caso è possibile leggere diversi articoli di giornale che fanno riferimento a risse avvenute tra persone identificabili come “maranza” che li inquadrano proprio come stranieri o italiani di seconda generazione.
È bene ricordare però che spesso sono proprio i maranza stessi a pubblicare video dei resoconti del loro dominio su un certo territorio piuttosto che su un altro e a far emergere un botta e risposta di minacce e insulti. Non aiutano certi fatti di cronaca che vedono protagonisti alcuni esponenti della subcultura maranza, che si fanno portavoce dell’aspetto più negativo su di loro.
Sono proprio questi che stanno provocando il governo, invitando Salvini a partecipare o meglio a non partecipare a un nuovo raduno dopo i fatti del 2022. Il ministro all’Infrastrutture ha risposto alle provocazioni parlando direttamente ai giovani maranza spiegando loro che “la Festa della Repubblica non può essere un’occasione per sfogare violenza, ma deve essere un momento di convivenza sana e pulita, nel rispetto di ragazze e ragazzi, di regole e buona educazione”.
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