In un momento in cui il sistema finanziario occidentale soffre ancora una volta delle sue incapacità regolatorie, la Cina è pronta a scalzare il dollaro.
Oggi stiamo assistendo ad un’interazione potenzialmente letale tra due crisi in constante evoluzione: una crisi finanziaria, che si riflette nel fallimento della Silicon Valley Bank, e una geostrategica, che si riflette nell’aumento delle tensioni tra Stati Uniti e Cina.
Il fallimento della SVB è sintomatico di un problema molto più grande: un sistema finanziario statunitense che è tristemente impreparato al ritorno dell’inflazione e alla concomitante normalizzazione della politica monetaria. I risk manager di SVB non sono stati in grado di prevedere adeguatamente le conseguenze del cambiamento delle policy delle banche centrali: tutto ciò ha portato SVB ad accumulare forti perdite sul suo portafoglio obbligazionario da 124 miliardi di dollari.
Chi ha depositato i propri denari nella Silicon Valley Bank difficilmente può essere accusato di non aver avuto la dovuta diligenza: quel compito spetta alla Federal Reserve, che, purtroppo, si è dimostrata del tutto inadeguata. A partire da una politica monetaria spericolata che ha perpetuato una pericolosa serie di bolle patrimoniali - dalle dot-com al real estate - e continuando con l’errata diagnosi dell’inflazione post-COVID come «transizionale», la Fed ha ora commesso un errore di vigilanza di proporzioni monumentali.
[...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti