Il rischio di una guerra tra Russia e Nato appare essere sempre più concreto: confrontando gli eserciti sembrerebbe essere chiaro il vincitore, armi nucleari permettendo.
Chi vincerebbe in una guerra tra la Russia e la Nato? Una domanda questa che sembrerebbe essere tristemente di grande attualità, visto che il rischio di un’escalation in Ucraina appare sempre più probabile a causa della recente svolta dell’Alleanza atlantica in materia di utilizzo delle armi occidentali da parte di Kiev.
Dopo Jens Stoltenberg anche Josep Borrell ed Emmanuel Macron hanno sposato la tesi del consentire all’Ucraina di colpire direttamente il territorio russo, anche se all’interno della Nato ci sono una manciata di Stati membri - Ungheria, Turchia e Slovacchia su tutti - sempre fortemente contrari.
In mezzo al guado ca va sans dire c’è l’Italia, con Giorgia Meloni che ha minimizzato i rischi di un’escalation mentre Matteo Salvini ha dichiarato senza mezzi termini di “non volere lasciare ai miei figli la terza guerra mondiale alle porte”.
Fa rumore invece il sostanziale silenzio degli Stati Uniti, ma il segretario generale della Nato - che ha ribadito la sua posizione nelle scorse ore - difficilmente userebbe tali parole senza il disco verde da parte di Washington.
Nel frattempo sul campo di battaglia la Russia sta continuando ad avanzare ponendo sotto assedio Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina, tanto che anche in Occidente tutti hanno realizzato che senza una mobilitazione Putin a breve vincerà questa guerra.
Con la via diplomatica inspiegabilmente da tempo abbandonata, il sentore è che in un modo o nell’altro presto si arriverà a una guerra diretta tra la Russia e una parte della Nato: uno scenario da brividi visto l’incubo dell’utilizzo anche di armi nucleari.
Chi vince una guerra tra Russia e Nato?
In guerra non si può dare mai nulla per scontato e non sempre il più forte alla fine riesce a vincere. Dal Vietnam all’Afghanistan le pagine dei libri di storia pullulano di questi esempi, con anche la Russia che da oltre due anni non riesce a piegare un’Ucraina che in teoria sarebbe dovuta capitolare entro poche settimane.
Un conflitto diretto tra la Nato e la Russia però sarebbe una sorta di terza guerra mondiale, visto che con ogni probabilità verrebbero coinvolti anche altri Paesi come Bielorussia, Moldavia, Georgia e forse anche buona parte del Medio Oriente.
Stando ai dati forniti dall’Ispi nel 2022, vediamo allora il confronto tra la dotazione militare della Russia e quella di tutta la Nato, per capire quali sarebbero i rapporti di forza in caso di una guerra.
- Personale militare
- Nato: 5.405.700
- Russia: 1.350.000
- Carri armati
- Nato: 14.682
- Russia: 12.420
- Forze aeree
- Nato: 20.723
- Russia: 4.173
- Navi militari
- Nato: 2.049
- Russia: 605
La superiorità numerica della Nato appare evidente, con una sorta di equilibrio che ci sarebbe solo nel campo dei carri armati. C’è da dire però che la Russia ormai è rodata da oltre due anni di guerra, mentre la catena di comando e di rifornimento occidentale è tutta da decifrare malgrado le tante esercitazioni che si sono svolte di recente.
C’è poi la questione della guerra nucleare: la Russia ha il più grande arsenale atomico al mondo, con missili ipersonici che potrebbero colpire e sbriciolare anche New York, Londra o Roma, senza poter essere con ogni probabilità intercettati.
Naturalmente anche la Nato ha diverse bombe atomiche puntate su Mosca, ma questo sarebbe uno scenario apocalittico da fine del mondo; restano però le centinaia di armi tattiche nucleari a disposizione dell’esercito russo: una sola sarebbe sufficiente per annientare una colonna di tank o un intero edificio.
C’è da dire però che in una guerra del genere difficilmente tutti gli Stati membri della Nato sarebbero pronti a partecipare e, soprattutto, in caso di una vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre, anche gli Stati Uniti potrebbero clamorosamente sfilarsi.
Una guerra tra la Russia e parte dell’Europa sarebbe un discorso totalmente diverso, con diversi funzionari di Bruxelles che più volte hanno ammonito di come l’Ue non sarebbe militarmente pronta a uno scenario del genere.
E l’Italia? Matteo Salvini ha spiegato che il nostro Paese non manderà soldati a combattere in Ucraina, mentre Giorgia Meloni non ha preso una posizione netta a riguardo restando sempre più sul vago: se gli Stati Uniti però dovessero chiedercelo, difficilmente il nostro governo risponderebbe picche.
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