Per chi viaggerà sarà relativamente più facile entrare in Cina: ecco come cambia la politica zero Covid.
Con le nuove regole che ammorbidiscono la politica zero Covid della Cina, per chi viaggia sarà più facile entrare nel Paese. È bene ricordare che nonostante tutti i paesi asiatici abbiano, lentamente, abbandonato la politica zero Covid, la Cina no. È rimasta isolata e bloccata, imponendo molto spesso il lockdown a milioni di persone per un minimo numero di positivi.
La scelta dell’isolamento della Cina è legata alla debolezza dei vaccini cinesi rispetto alla variante Omicron e all’ovvio rifiuto di utilizzare quelli americani.
Cosa cambia per chi viaggia in Cina
Il governo cinese ha annunciato che per chi arriva dall’estero la quarantena sarà ridotta a cinque giorni, in una camera di hotel individuato dalle autorità, e di altri tre giorni al domicilio. Una riduzione di due giorni rispetto alle regole in vigore fino a questo momento: 7 giorni di isolamento in hotel + 3 a casa. Ma una volta terminata la quarantena all’arrivo, inizierà la routine dei tamponi: ogni 48 o 72 ore in base alla città dove si risiede.
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Cambiano le regole anche per i tamponi. Infatti, per chi viaggia in Cina adesso non serviranno più due test Pcr (tamponi) nelle 48 ore precedenti il viaggio, ma ne basterà uno. Importanti novità introdotte anche per le compagnie aeree che adesso non dovranno più sospendere i loro voli per due settimane in caso di cinque positivi a bordo. Questo significa più voli, più regolari e maggiori posti per chi viaggia. Una misura che dovrebbe avere un impatto anche sul costo dei biglietti aerei che avevano raggiunto dei prezzi record, anche a causa di queste improvvise riduzioni dei voli.
Cosa cambia per chi vive in Cina
Chi vive in Cina, invece, devi seguire regole molte più stringenti. La politica zero Covid continua. A Pechino sono stati chiusi tutti i parchi pubblici e cinque milioni di persone sono in lockdown nel polo industriale di Guangzhou e nella megalopoli occidentale di Chongqing.
La decisione arriva dopo che la commissione sanitaria centrale ha individuato oltre 10mila casi di positivi, tutti asintomatici. A Pechino i casi rilevati sono solo 118, ma i 21 milioni di abitanti della capitale devono sottoporsi a tamponi, quasi quotidiani, per potersi muovere e lavorare. Le scuole sono tornate in parte alle lezioni da remoto e alcuni ospedali hanno ridotto i servizi. In Cina la normalità non è mai tornata dall’inizio della pandemia da Covid-19, una scelta che ha avuto, e continua ad avere, un impatto sulla crescita economica del Paese. Il rallentamento della crescita del prodotto interno lordo (Pil) è evidente dal 2000 a oggi.
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