La controversa legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong è stata approvata. Il parlamento cinese ha dato il via libera al provvedimento che mira, di fatto, a stringere il controllo sull’ex colonia britannica. Cosa aspettarsi adesso?
Il parlamento cinese ha approvato la legislazione sulla sicurezza nazionale per Hong Kong.
Una novità cruciale per il destino dell’ex colonia britannica, che pone le basi per i cambiamenti più radicali da quando il territorio è tornato al dominio cinese 23 anni fa.
La proposta di una simile legge aveva scatenato violente manifestazioni da parte della popolazione di Hong Kong, determinata a difendere diritti, libertà e soprattutto indipendenza dal Governo cinese.
Ora che il provvedimento è legge, la Cina ha di fatto compiuto un passo in avanti innegabile verso il controllo del territorio. E, soprattutto, i più combattivi contro Pechino sentono che Hong Kong abbia definitivamente perso la libertà di espressione e l’autonomia.
Cosa aspettarsi adesso? Siamo davvero dinanzi alla fine di Hong Kong?
Cina, via libera alla legge sulla sicurezza di Hong Kong
Il disegno di legge è stato approvato all’unanimità dal Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo in una riunione di tre giorni iniziata domenica 28 giugno, secondo diversi rapporti dei media di Hong Kong.
Il testo del provvedimento non è stato reso pubblico. Le nuove disposizioni dovrebbero entrare in vigore dal 1° luglio, anniversario del ritorno del territorio al dominio cinese.
Una data non affatto casuale, quindi, se fosse confermata. Secondo alcuni analisti il giorno di attivazione della legge sulla sicurezza è simbolo proprio della volontà dominatrice cinese. Pechino vuole quasi ricordare di essere l’unica in grado di proteggere davvero Hong Kong.
La legge sulla sicurezza mira a contrastare sovversione, terrorismo, separatismo e collusione con forze straniere, le temute ingerenze, nell’ex colonia britannica. Secondo alcune indiscrezioni trapelate prevede anche l’ergastolo per chi viola tali disposizioni.
Le autorità di Pechino e Hong Kong hanno ripetutamente affermato che la legislazione vuole fermare soltanto i “piantagrane” e non pregiudicare i diritti e le libertà, né gli interessi degli investitori.
Tuttavia viene letta dai più critici come il riuscito tentativo della Cina di tenere a bada manifestazioni, e libere richieste di indipendenza e autonomia proprio dal modello della potenza asiatica.
È la fine di Hong Kong?
Per gli attivisti l’approvazione della legga sulla sicurezza nazionale da parte della Cina sancisce la fine di Hong Kong.
Parole amare sono state scritte al riguardo da Joshua Wong, il leader delle manifestazioni contro l’ingerenza cinese. Secondo lui, la legge:
“segna la fine della Hong Kong che il mondo conosceva. Con poteri spazzati via e una legge indefinita, la città diventerà uno stato di polizia segreta”
Timori per una definitiva stretta sui diritti e le libertà del territorio avanzano da più parti, con la paura dell’esplodere, di nuovo, di proteste violente in strada.
Joshua Rosenzweig, capo del team cinese di Amnesty International, ha commentato:
“Il fatto che le autorità cinesi abbiano approvato questa legge senza che il popolo di Hong Kong sia in grado di vederlo, ti dice molto sulle loro intenzioni. Il loro obiettivo è quello di governare Hong Kong attraverso la paura da questo punto in poi”
Sarà davvero così? Si preannunciano giorni caldi e movimentati a Hong Kong. Bisognerà capire, infatti, anche le reazioni del mondo. Gli USA hanno già da tempo avviato azioni di ritorsione contro l’atteggiamento di Pechino.
In attesa del testo della controversa legge sulla sicurezza, la Cina ha comunque ipotecato un controllo più diretto sul territorio.
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