La Svizzera da tempo ha vietato la riesportazione in Ucraina di armi e munizioni prodotte in patria: per ritorsione la Germania vuole escludere la Confederazione da alcuni acquisti militari.
La Germania è pronta ad assestare un duro colpo all’industria elvetica degli armamenti. A far litigare i due Paesi che da sempre hanno avuto ottimi rapporti commerciali è stata la guerra in Ucraina, con la Svizzera che finora ha voluto mantenere fede alla sua storica neutralità.
Il casus belli è il divieto di riesportazione delle armi prodotte in Svizzera in Ucraina, Paese da oltre due anni e mezzo in guerra con la Russia dopo essere stato invaso dalle truppe di Mosca.
In sostanza la Germania - così come tutti gli altri Paesi - non può inviare in Ucraina armi o munizioni prodotte in Svizzera. Nonostante le tante pressioni ricevute, Berna finora non ha mutato la sua posizione.
Adesso però Berlino ha preso carta e penna e ha inviato una lettera ufficiale all’armasuisse - l’Ufficio federale degli armamenti - annunciando che in futuro le aziende svizzere della difesa saranno escluse da alcuni acquisti militari.
Nei mesi scorsi una decisione simile è stata presa anche dai Paesi Bassi, ma visto il ben maggiore volume di esportazione verso la Germania - primo partner commerciale per il settore - per l’industria bellica della Svizzera sarebbe senza dubbio un duro colpo.
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Armi: la ritorsione della Germania verso la Svizzera
La guerra in Ucraina come tristemente noto ha portato il Vecchio Continente a rivivere certe dinamiche che si credeva fossero appartenute al secolo scorso. Il timore di un allargamento del conflitto invece sta generando una generale corsa agli armamenti.
L’Occidente fin dal primo momento si è schierato compatto al fianco di Kiev, fornendo all’Ucraina aiuti umanitari, economici e militari, con la Germania che si è dimostrata essere tra i Paesi più generosi.
Il divieto di riesportazione deciso dalla Svizzera però ha complicato non poco i piani della Germania, con Berlino che adesso ha deciso di mettere in atto una sorta di ritorsione decidendo di non comprare più alcune armi svizzere.
Il motivo della stretta tedesca è presto detto: bloccando le riesportazioni, la Svizzera non sarebbe più un partner affidabile per l’industria della difesa tedesca, con Berlino che a breve potrebbe acquistare altrove armi e munizioni.
La decisione presa da Berlino sta generando una concitata discussione in terra elvetica. Da una parte ci sono i Verdi e le forze progressiste che vorrebbero mantenere il divieto, dall’altra invece i partiti più vicini alla causa ucraina che vorrebbero mettere in atto una sorta di deroga.
Il timore di fondo è che questa mossa da parte della Germania possa mettere in seria difficoltà l’industria bellica svizzera, andando di conseguenza a indebolire anche la capacità di difesa della Confederazione.
Resta da capire ora se lo strappo tra i due Paesi possa essere in qualche modo ricucito, con i partiti svizzeri ancora indecisi sul da farsi a seguito di una prima consultazione che però non ha prodotto una fumata bianca
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