Come la militarizzazione dello spazio controlla la geopolitica

Erasmo Venosi

8 Marzo 2023 - 15:00

Il concetto di militarizzazione dello spazio non è certamente nuovo, ma il dominio dello spazio è oggi più importante che mai per le potenze politiche ed economiche mondiali.

Come la militarizzazione dello spazio controlla la geopolitica

La militarizzazione e lo sfruttamento economico dello spazio, segneranno sempre più il futuro del mondo e la competizione tra gli Stati. Di fatto, il dominio dello spazio extra-atmosferico e del cyberspazio costituiscono i moltiplicatori della potenza militare, politica, economica e delle comunicazioni. La competizione è durissima e conseguente al confronto, tra la concezione di Stati Uniti “sceriffi del mondo” e il multipolarismo, che appare delineato di fatto.

Lo spazio è la quarta dimensione della geopolitica, che fino agli anni sessanta del secolo scorso considerava le guerre riferendosi agli spazi terresti (mare, terra, aria) e, successivamente integrando lo spazio cosmico in particolare lo spazio circumterrestre. Secondo Cole e Dolman creatori del termine “Astropolitik”: “Chi controlla l’orbita della Terra bassa controlla lo spazio vicino alla terra. Chi controlla lo spazio vicino alla terra domina la terra. Chi domina la terra determina il destino dell’umanità”.

Motivazioni economiche come i sistemi di pagamento digitale, le reti di comunicazioni per cellulari, la verifica e il controllo del traffico aereo, la navigazione satellitare dedicati al sistema Gps (Global Positioning System), la meteorologia, il controllo del territorio, tutte dipendenti dall’accesso allo spazio. La prima guerra convenzionale, che ha utilizzato gli apparati spaziali è stata la guerra del golfo di 33 anni fa. L’osservazione satellitare è non solo necessaria per l’intelligence, ma anche per l’impiego delle armi guidate di precisione di lunga gittata.

Senza l’intelligence satellitare esse sarebbero armi poco intelligenti. Tra le varie funzioni svolte dai sistemi spaziali, rilevanti sono il Pnt (navigazione, posizionamento e temporizzazione. Esistono 4 sistemi importanti di posizionamento satellitare, il Gps degli Usa, il Glonass della Russia, il Galileo della Ue e il Bds della Cina). Questi sistemi Pnt consentono di utilizzare i nuovi armamenti “intelligenti”, ma anche i droni e i missili Cruise.

La competizione tra Usa, Russia e Cina riguarda i sistemi spaziali, ma anche il volo ipersonico, la gestione delle grandi masse di dati, i sistemi di arma autonomi letali, la robotica, le armi a energia diretta, la tecnologia correlata alla fisica quantistica, e in cima a tutto questo l’Intelligenza Artificiale (IA), che è parte essenziale di queste nuove tecnologie.

Al 1° gennaio 2021, ci sono circa 3.372 satelliti in orbita più novemila oggetti fuori controllo di grosse dimensioni come frammenti provenienti da esplosioni di satelliti, e ancora 13mila oggetti più piccoli (da pochi centimetri a un metro) un totale di circa 26mila i satelliti e “rifiuti”, in orbita attorno alla Terra. Satelliti che si trovano a quote, che vanno da poche centinaia di chilometri per quelli in orbita bassa come la stazione spaziale internazionale, fino a circa 36mila chilometri. Fino a 2000 chilometri dalla Terra le orbite satellitari sono considerate vicino alla Terra.

Oltre i 2000 chilometri e fino a 35mila chilometri di altezza media e su queste orbite stanziano i satelliti, per comunicazione e sistemi Pnt Sistemi per allarmi missilistici si trovano, a 35.786 chilometri dall’equatore terrestre e impiegano 24 ore per percorrere l’orbita. La difesa da una militarizzazione dello spazio diventa concreta e le potenze maggiori, in particolare hanno sviluppato e continuano, a sviluppare armi anti-satelliti (Asat) che possono distruggere i satelliti dei nemici o confonderne l’azione.

I satelliti sono particolarmente vulnerabili alle armi, a impulso elettromagnetico creato da esplosioni nucleari nello spazio, che possono bloccare banche dati e sistemi di comunicazione digitali nonché nuove armi laser, minimissili anti-satelliti. Asat può produrre attacchi cibernetici, sia sui sistemi missilistici che sulle reti dei dati contenuti nelle infrastrutture terrestri. I criteri giuridici internazionali sulla materia Spazio sono contenuti nell’Outer Space Treaty del 1967, che tra varie norme proibisce di immettere in orbita armi nucleari, armi batteriologiche e chimiche, che non possono essere comunque introdotte nello spazio, installandole sui corpi celesti.

Proibiti anche lo sviluppo, l’installazione di basi spaziali per missili anti-balistici (Abm). Trattati e convenzioni, che rendono operativi i trattati hanno lo status legale delle Risoluzioni dell’Assemblea Generale dell’Onu. È stato tentato più volte, per esempio alle Conferenze sul Disarmo di far sottoscrivere agli stati un accordo con questo obiettivo, la “prevenzione di una corsa agli armamenti nello spazio”.

Tentativi falliti. L’Assemblea generale dell’Onu attraverso il primo comitato ripropone periodicamente, di prevenire la corsa a militarizzare lo spazio ma le risoluzioni sono bloccate dal veto di qualche membro permanente. Quattro anni fa gli Usa, bloccarono due risoluzioni presentate dalla Russia. Oggi si avverte sempre più l’inadeguatezza della giurisdizione internazionale, a causa dei rischi crescenti di una competizione militare. Oggi non solo appare sempre più elevato il rischio di un conflitto nucleare, ma ancor più quello di uno nello spazio. Più che un conflitto marino, terrestre o aereo.

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