Ecco quali sono i metodi più utilizzati per proteggere la casa dal pignoramento, quali sono davvero efficaci e gli errori da evitare.
Chi ha dei debiti ha paura del pignoramento dei beni, che in effetti è una possibilità molto concreta. Il pignoramento, infatti, serve a restituire quanto dovuto al creditore che ha avviato l’esecuzione forzata. Nonostante ciò, il pignoramento di alcuni beni ha effetti spiacevoli anche sulla vita dei familiari del debitore, ad esempio il pignoramento della casa. Allo stesso tempo, per il valore degli immobili è evidente che si tratta dei beni più assoggettabili al pignoramento, ecco perché ci si chiede come difendersi. Le strategie utilizzate dai debitori sono delle più varie, ma non sempre funzionali o efficaci, vediamo quindi quali sono i vantaggi e gli svantaggi per ognuna delle più praticate.
Il fondo patrimoniale è impignorabile?
Il fondo patrimoniale può essere costituito dai coniugi nel momento del matrimonio, a prescindere dal regime scelto per i loro beni. La funzione del fondo è quella di riservare alcuni beni, tra cui proprio gli immobili, alle necessità del nucleo familiare. Il pignoramento di beni appartenenti a un fondo patrimoniale è molto difficile, anche se non impossibile.
Quando il fondo è stato costituito prima della nascita del debito, il pignoramento può essere predisposto soltanto per debiti che sono sorti da necessità familiari, tra cui – secondo la giurisprudenza maggioritaria - anche le spese per l’attività professionale. Il giudice deve di volta in volta definire l’origine del debito, ma sono per certo escludibili i debiti sorti per investimento o scopi voluttuari.
Costituire il fondo patrimoniale dopo la nascita del debito è invece pressoché inutile, in quanto la legge tutela il creditore da questa furbizia, permettendogli di esercitare un’azione revocatoria entro 5 anni. In genere, quindi, il fondo patrimoniale può rappresentare una soluzione per tutelare i familiari dal pignoramento per debiti strettamente personali, motivo per cui dovrebbe essere formato il prima possibile. In tal proposito, bisogna ricordare che la nascita del debito non corrisponde alla sopravvenienza della morosità. In altre parole, il debito non nasce quando il debitore non paga, ma in origine del suo dovere.
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La finta separazione
Una strategia molto utilizzata è quella della separazione fittizia fra i coniugi, in modo da sciogliere la comunione dei beni e intestare la casa al coniuge non debitore. Raccontata in questo modo potrebbe sembrare una soluzione efficace, ma anche in questo caso il creditore può esercitare:
- Un’azione simulatoria, entro 10 anni, per impugnare la separazione fittizia.
- Un’azione revocatoria entro 5 anni se il debitore non ha altri beni.
Per evitare queste spiacevoli conseguenze, si potrebbe perciò scegliere il regime di separazione dei beni in fase di matrimonio o con atto successivo, e poi intestare la casa al coniuge che ha meno probabilità di incorrere in debiti.
La donazione della casa per evitare il pignoramento
“Regalo la casa a un’altra persona così non può essere pignorata?” Non funziona proprio così. Anche in questo caso il creditore può esercitare entro 5 anni dal rogito l’azione di revoca e annullare la donazione. Oltretutto, l’atto di donazione è irrevocabile, anche se il donante può conservare l’usufrutto e continuare ad abitare l’immobile. Donare la casa per evitare il pignoramento ha senso soltanto se ciò viene fatto in epoca antecedente a 5 anni rispetto all’insorgenza del debito, in via precauzionale.
Non è un’ipotesi particolarmente applicabile nel concreto, ma può essere una soluzione nel caso in cui la donazione soddisfi anche altre necessità, ad esempio perché intestata a un figlio o al coniuge con separazione dei beni. Affinché sia efficace, tuttavia, bisogna procedere prima di contrarre qualsiasi tipo di debito, come un mutuo o un finanziamento.
La vendita della casa
Vendere la casa per difendersi dal pignoramento sembra più fattibile rispetto alla donazione. La casa venduta, infatti, non può essere pignorata se l’acquirente era inconsapevole del debito - requisito facilmente dimostrabile se si tratta di un estraneo - altrimenti tutti avrebbero una ragionevole paura ad acquistare degli immobili. Allo stesso tempo, con la vendita il debitore riceve un corrispettivo in denaro, sottoponibile a pignoramento, anche con riflesso sui nuovi beni acquistati.
Il trust
Il trust affida la gestione di un patrimonio immobiliare considerevole a un’apposita società di gestione, tenuta alla restituzione in un certo momento. Il trust evita temporaneamente il pignoramento, ma, oltre a non essere regolamentato precisamente dall’ordinamento italiano, può essere molto oneroso.
Il vincolo di destinazione
Il vincolo di destinazione agisce in modo analogo al fondo patrimoniale, per lo più per tutelare gli interessi di un soggetto affetto da disabilità e appartenente al nucleo familiare in questione, o per altri interessi che la legge definisce meritevoli di tutela. Posto che vi siano i requisiti per richiederlo, il vincolo di destinazione sulla casa impedisce il pignoramento, purché sia antecedente alla nascita del debito. Nonostante la preminenza di alcuni interessi, infatti, il creditore può esercitare l’azione revocatoria anche in questo caso.
Le differenze per i debiti con il fisco
Difendersi dal pignoramento dell’abitazione è molto più semplice quando il soggetto creditore è il fisco. La legge, infatti, vieta in questo caso il pignoramento della prima casa, ossia dell’unico immobile in disponibilità del debitore. La casa può anche essere pignorata dal fisco quando:
- Il debito supera i 120.000 euro.
- Sono passati almeno 6 mesi dall’iscrizione dell’ipoteca obbligatoria per procedere.
- La somma di tutti gli immobili non è inferiore a 120.000 euro.
Quando sussiste uno di questi requisiti la casa può essere pignorata, pertanto il debitore dovrebbe saldare almeno la parte del debito eccedente i 120.000 euro ed evitare il pignoramento.
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