NASpI: come sospendere il sussidio di disoccupazione e in quali casi specifici? La guida.
La NASpI è il sussidio economico che spetta a coloro che improvvisamente - e per cause non dipendenti dalla loro volontà - si trovano senza lavoro.
In alcuni casi specifici è però necessaria una sospensione di questo esborso mensile, in generale quando il beneficiario non soddisfa più i requisiti per ricevere l’indennità, oppure quando commette delle violazioni relative alle normative che disciplinano la NASpI.
Può accadere che sia proprio l’Inps a sospendere il sussidio in modo automatico al verificarsi di alcune condizioni. I motivi possono diversi e sapere in quali particolari casi è obbligatorio procedere con la sospensione e con quale procedura è fondamentale per operare nei termini di legge.
Attenzione, poi, a non confondere la decadenza con la sospensione della prestazione: nel primo caso, infatti, il beneficiario perde il diritto a percepire la NASpI e non potrà più riceverla, nemmeno in futuro.
Tutto quello che c’è da sapere sulla sospensione del pagamento dell’indennità di disoccupazione, che può interrompersi solamente, per poi riprendere qualora ne dovessero sussistere le condizioni. Come sospendere la NASpI e quando farlo?
Sospensione NASpI: in quali casi?
La NASpI viene sospesa in diversi casi, quando il beneficiario non rispetta determinati requisiti o obblighi previsti dalla legge. Ecco i principali casi di sospensione della prestazione:
- inizio di una nuova attività lavorativa (sia subordinata che autonoma): se il beneficiario inizia un lavoro che non supera una certa soglia di reddito, la NASpI viene sospesa. Se il reddito del nuovo lavoro supera una determinata soglia, la NASpI viene interrotta definitivamente;
- rifiuto di un’offerta di lavoro congrua: se il beneficiario rifiuta un’offerta di lavoro considerata «congrua» (ad esempio, un lavoro che rientra nelle sue competenze e che si trova entro un certo raggio dalla sua residenza);
- mancata partecipazione a programmi di reinserimento lavorativo:
- se il beneficiario non partecipa ai programmi di reinserimento o alle attività di formazione lavorativa proposte;
- mancata comunicazione di variazioni del proprio stato: se il beneficiario non comunica all’INPS, in tempo utile, qualsiasi cambiamento riguardante la propria situazione lavorativa, familiare o economica (ad esempio, l’inizio di un nuovo lavoro o il cambiamento di residenza);
- mancato rispetto dell’obbligo di ricerca attiva del lavoro: se il beneficiario non dimostra di essere attivamente alla ricerca di un nuovo impiego (ad esempio, non invia curriculum, non partecipa a colloqui o non si iscrive a corsi di formazione);
- periodo di inattività o interruzione di pagamento: in alcuni casi, la NASpI può essere sospesa in attesa della verifica di determinati requisiti o del pagamento di contributi;
- superamento dei limiti di reddito o altre condizioni stabilite dall’INPS: se il reddito complessivo del beneficiario supera determinate soglie. Ad esempio, se si trova un lavoro che supera una soglia economica predefinita, l’indennità viene sospesa in quanto il beneficiario non rientra più nei requisiti economici per riceverla
Nuovo lavoro come dipendente
Come anticipato, obblighi e conseguenze per il beneficiario della Naspi che trova lavoro variano a seconda delle circostanze, come ad esempio dalla tipologia del contratto. Non sempre, infatti, l’avvio di un’attività lavorativa comporta la perdita dello stato di disoccupazione (e di conseguenza della relativa indennità).
Ad esempio, lo stato di disoccupazione si mantiene quando il reddito percepito è inferiore alle seguenti soglie:
- 8.174 euro per il lavoro dipendente
- 4.800 euro per il lavoro autonomo.
Per determinare se il reddito da lavoro è entro la suddetta soglia si effettua un calcolo prospettico di quanto percepito dalla nuova attività. Ebbene, anche per determinare cosa fare nel caso in cui si inizia un nuovo lavoro durante il periodo di godimento della Naspi bisogna fare delle considerazioni sul reddito prospettico percepito e sulla durata del rapporto di lavoro.
Nel dettaglio, la Naspi si sospende in caso di rioccupazione con contratto di lavoro subordinato di durata non superiore ai 6 mesi. Questa viene sospesa d’ufficio, salvo il caso in cui:
- il beneficiario della prestazione effettua la comunicazione - entro 30 giorni dall’avvio della stessa - del reddito annuo presunto ai fini del cumulo. Bisogna quindi moltiplicare la retribuzione mensile per 12 mensilità, indipendentemente dalla durata del rapporto di lavoro;
- tale reddito deve essere inferiore alla soglia degli 8.174 euro annui.
Decade, invece, qualora il beneficiario della Naspi inizi un’attività di lavoro subordinato di durata superiore a 6 mesi, o a tempo indeterminato, senza comunicare all’Inps il reddito presunto entro il 30° giorno dall’inizio del rapporto di lavoro.
Avvio di un’attività come lavoratore autonomo
Il percettore di Naspi che avvia un’attività di lavoro autonomo durante il godimento dell’indennità deve tenere in considerazione queste regole;
- attività svolta in forma autonoma che genera un reddito annuo inferiore alla soglia dei 4.800: la Naspi si riduce dell’80% dei redditi previsti, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio dell’attività e la data di fine dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno;
- attività svolta in forma autonoma con reddito annuo superiore alla soglia dei 4.800 euro: la Naspi decade.
La Naspi decade anche laddove entro un mese dall’avvio dell’attività come autonomo non viene informato l’Inps del reddito percepito.
Nuova occupazione all’estero
Discorso differente per chi trova lavoro all’estero. In caso di nuova occupazione in un Paese Ue, o comunque in uno con cui l’Italia ha stipulato convenzioni bilaterali in tema di assicurazione contro la disoccupazione, la Naspi è solamente sospesa.
Ma attenzione a quando si va all’estero per la ricerca del lavoro, poiché in tal caso bisogna seguire delle regole differenti. Nel dettaglio:
- Paesi UE, Svizzera, Liechtenstein, Norvegia e Islanda: il diritto alla Naspi si conserva per un massimo di tre mesi senza alcuna condizionalità. Dopodiché sarà ancora possibile beneficiare del sostegno ma solo rispettando gli obblighi previsti dalla normativa;
- nei Paesi extracomunitari, invece, fin da subito il diritto alla Naspi si mantiene ma solo rispettando gli obblighi imposti.
Ma attenzione: dal 1° gennaio 2025 non è più possibile presentare domande di disoccupazione quando si rientra in Italia e per le cessazioni del rapporto di lavoro avvenute dopo questa data all’estero.
Come sospendere la NASpI
La procedura di sospensione della NASpI segue alcuni passaggi e può essere automatica o scattare tramite comunicazione del percettore.
Solitamente è l’Inps che sospende automaticamente il sussidio se si inizia un lavoro subordinato o autonomo; Se l’Inps offre un lavoro congruo (che rispetta le tue competenze e condizioni di residenza) e viene rifiutato senza un valido motivo; se non si aderisce ai programmi di ricerca attiva di lavoro o non si partecipa alle politiche attive previste dai centri per l’impiego; se non si comunicano tempestivamente cambiamenti.
In alcuni casi, come per l’inizio di un’attività lavorativa autonoma o subordinata, è obbligatorio comunicare all’Inps le novità e in queste circostanze scatta la sospensione dopo la segnalazione del percettore.
Nello specifico, come fare?
È sempre consigliato inviare all’Inps una comunicazione di variazione del lavoro, con inizio di attività subordinata, utilizzando il cosiddetto modello Naspi-Com. Con tale comunicazione si va a segnalare all’Inps il reddito percepito da tale attività, e l’Istituto potrà quindi valutare se esistono i presupposti per ridurre, sospendere o far decadere il sussidio.
Inoltre, attenzione a eventuali accrediti riferiti a periodi successivi a quelli in cui avete trovato lavoro. Potrebbe succedere, infatti, che non ne abbiate diritto e che dunque l’Inps vi chiederà la restituzione delle somme indebitamente percepite in un secondo momento. Accertatevi, quindi, prima di spendere una tale somma, qual è il periodo a cui questa fa riferimento.
Nel caso di inizio di un lavoro autonomo vale sempre la stessa regola: comunicare all’Inps la variazione della condizione lavorativa utilizzando il suddetto modello Naspi-Com. Contrariamente, infatti, anche qualora il reddito presunto dovesse essere inferiore ai 4.800 euro e quindi si avrebbe diritto alla sospensione della Naspi, l’indennità di disoccupazione verrebbe comunque revocata.
Si ricorda poi che gli iscritti alla Gestione Separata, e coloro che svolgono attività autonoma, dovranno dichiarare il reddito annuale presunto ogni anno (entro il 31 gennaio), pena la sospensione dei pagamenti.
Come riattivare la NASpI dopo la sospensione
Se la NASpI è stata sospesa e desideri riattivarla, è necessario seguire una procedura specifica.
La riattivazione dipende innanzitutto dalla causa della sospensione e dalla tua situazione e quindi prima di avviare la procedura di riattivazione, occorre capire il motivo per cui l’erogazione è stata sospesa.
Se la sospensione è dovuta all’inizio di un lavoro o a una variazione nelle tue condizioni (es. malattia), dovrai comunicare all’Inps quando la causa della sospensione è cessata.
In sintesi, ecco i passaggi principali:
- Verifica la causa della sospensione (lavoro, malattia, rifiuto offerta congrua, ecc.);
- Comunicazione all’Inps della cessazione della causa della sospensione (fine lavoro, riabilitazione da malattia, ecc.);
- Controlla i requisiti di reddito e le condizioni per la riattivazione (ad esempio, guadagni inferiori alla soglia);
- Accedi al portale Inps o contatta il call center per comunicare la modifica della tua situazione;
- Attendi la verifica da parte dell’Inps e la conferma della riattivazione
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