In vista dell’attuazione del Recovery Fund servirà potenziare la Pubblica Amministrazione: il Ministro Brunetta pensa a selezioni più veloci per l’assunzione a tempo di esperti e alla fine della logica del turnover.
Concorsi pubblici e assunzioni nella Pubblica Amministrazione: si cambia.
Nella giornata di mercoledì 10 marzo, il neo Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, firmerà - insieme ai sindacati CGIL, CISL e UIL - il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, un accordo quadro con il quale si conta di dare una spinta alla riforma della Pubblica Amministrazione (necessaria in vista dell’arrivo delle risorse del Recovery Plan).
E nel Patto si parlerà di concorsi pubblici: secondo Brunetta, infatti, è necessario modificare il reclutamento nella Pubblica Amministrazione, così da prevedere dei percorsi ad hoc in favore di quei specialisti che si occuperanno di dare attuazione agli investimenti previsti dal Piano di rilancio.
In particolare, si sente la necessità di dotarsi di personale altamente specializzato. Non più, quindi, persone da formare bensì dei profili già abbastanza preparati da poter essere utili nell’immediato.
A tal proposito, nel Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale si parla anche di concorsi pubblici, con importanti novità in arrivo. Il tutto con una certezza: il Recovery Fund porterà ad un aumento delle opportunità di lavoro presso la Pubblica Amministrazione.
Concorsi pubblici e reclutamento nella PA: il pensiero di Brunetta
Prima di analizzare nel dettaglio cosa prevede il piano, soffermiamoci su qual è il pensiero del nuovo Ministro della Pubblica Amministrazione rispetto ai concorsi pubblici.
A tal proposito, Brunetta ha dichiarato che - “dopo anni di depauperamento” - la Pubblica Amministrazione deve dotarsi di personale tecnico e amministrativo adeguato, così da “gestire, rendicontare e rendere operativi i progetti del Recovery Fund”.
Quello che verrà finanziato con le risorse in arrivo da Bruxelles, infatti, sarà un piano di rilancio senza precedenti e bisognerà fare in modo che la burocrazia viaggi di pari passo a quelli che sono gli obiettivi da raggiungere. Brunetta è sicuro che per affrontare “la ricostruzione di questo dopoguerra da pandemia” bisognerà partire dal capitale umano della PA.
Servirà “abbandonare l’epoca dei blocchi del turnover, dei tetti riferiti a indicatori anacronistici, alle rigidità contrattuali”; servirà una riforma per concorsi e assunzioni nel pubblico impiego, e il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale servirà anche a questo.
Concorsi e assunzioni nel pubblico impiego: cosa cambierà
Come anticipato, una delle novità sarà rappresentata dalle assunzioni di specialisti per tutto il tempo necessario alla ricostruzione. Non si tratterà, però, di assunzioni a tempo indeterminato.
Per questo motivo, nel Piano di parla di “assunzioni a tempo”, stipulando contratti fino al 2026 con quei tecnici e professionisti utili per dare la spinta ad un apparato costituito già da 3,2 milioni di lavoratori.
In questo modo sarà possibile velocizzare il reclutamento di personale: nessun concorso con procedure complesse, ma assunzioni mirate attingendo dagli albi professionali, con modalità che sono tipiche del lavoro privato.
Con questa modalità saranno reclutati quei profili di cui oggi la Pubblica Amministrazione è sprovvista. Oggi le competenze prevalenti nella PA sono quelle giuridiche: mancano tecnici, economici, ingegneri, nonché tutte le altre professionalità necessarie per utilizzare in modo rapido ed efficiente le risorse del Next Generation UE.
Questo non significa che non si andrà avanti con gli altri concorsi, anzi. Le selezioni andranno avanti e in programma ci sono nuove procedure per circa 100.000 posti. E ci sarà anche lo sblocco dei concorsi e delle procedure già avviate, mettendo definitivamente fine alla logica del turnover.
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