Svelati i nuovi posti per il 2024. Ecco quale sarà il futuro dei concorsi pubblici e le nuove modalità di assunzione e a rivelarlo è stato proprio il ministro della Pubblica Amministrazione.
Cambiano nuovamente le regole dei concorsi pubblici.
Le norme dei bandi di concorso sono in continua evoluzione, solo nell’ultimo anno sono state introdotte novità importanti che dovrebbero consentire una selezione più rapida della forza lavoro e limitare i lunghi tempi di attesa delle graduatorie. In questo modo i bandi dei concorsi pubblici dovrebbero essere pubblicati con maggiore frequenza, rivolgendosi a profili più specializzati.
Con queste nuove norme, stando al Ministro per la Pubblica Amministrazione (Pa), Paolo Zangrillo, sarà possibile centrare l’obiettivo che il Ministero della Pa di poter assumere ben 300mila persone entro il 2024. Zangrillo ha dichiarato che pur essendo il traguardo ambizioso, il Ministero è certo di raggiungerlo.
“Grazie alla digitalizzazione, le procedure concorsuali oggi sono molto più rapide ed efficaci; questo ci consente di gestire il reclutamento in modo più efficiente rispetto al passato”. Queste le parole del Ministro che ha raccontato anche come cambieranno le modalità di assunzione.
Ecco quali saranno le nuove modalità dei concorsi, cosa cambia e quante persone saranno assunte nel 2024. Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.
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Concorsi pubblici, svelati i posti per il 2024: ben 170mila le persone da assumere
Al termine del 2023 il Ministero avrà raggiunto le 170 mila assunzioni che si era prefissato e lo stesso dovrebbe accadere nel 2024. Zangrillo, infatti, ha spiegato che anche nel 2024 i posti disponibili dovrebbero essere circa 170mila, dando così la possibilità a nuove persone in cerca di lavoro di poter trovare la propria strada.
La partecipazione ai concorsi è significativamente superiore ai posti banditi. Ci stiamo concentrando non solo sulla quantità, ma anche sulla qualità delle nuove assunzioni
Queste le parole del Ministro che ha l’obiettivo non secondario di attrarre sempre più persone giovani presso gli uffici pubblici: “Non mi stancherò mai di ripetere che i giovani sono il futuro delle nostre organizzazioni”. Gli sforzi del Ministero, quindi, dovrebbero essere rivolti anche a loro, decidendo di stabilire un limite massimo di sei mesi per la durata dei concorsi, in modo che i giovani non debbano attendere troppo tempo per conoscere l’esito finale delle prove.
Ma per i giovani le opportunità di assunzione non sono di certo finite. Il Ministero ha introdotto la possibilità di assumere giovani laureati con un contratto di apprendistato e di formazione lavoro. “Ritengo inoltre sia davvero importante introdurre il concetto di “merito” nella PA: solo così i giovani in gamba saranno davvero invogliati a sceglierci” ha poi concluso il Ministro.
Concorsi pubblici, quali sono le novità: le modalità di assunzione
L’ultimo Decreto PA prevede che fino al 31 dicembre 2026 ci sia la possibilità di effettuare selezioni con una sola prova scritta.
Il Ministro Zangrillo torna di nuovo ai tempi biblici di alcuni concorsi, spiegando che è ingiustificabile che un giovane neolaureato debba aspettare più di sei mesi, in alcuni casi addirittura anni, per poter conoscere l’esito di un concorso.
Per tale ragione il Ministero Pa ha stabilito che le procedure debbano esaurirsi in sei mesi, un tempo più che ragionevole, dando la possibilità alle singole amministrazioni di scegliere se svolgere oppure no la prova orale, che diventa facoltativa.
Valuteremo l’efficacia di questo metodo; le decisioni future dipenderanno dall’andamento delle selezioni e dalle esigenze specifiche della Pubblica amministrazione. La possibilità di variare le prove è in ragione della diversa complessità dei posti banditi.
La scelta di effettuare solo la prova scritta è sì un modo per snellire una trafila burocratica al quanto lunga ma non compromette in alcun modo la qualità della selezione. La prova scritta, infatti, potrà essere strutturata in modo tale da valutare in profondità le competenze, l’esperienza e le capacità dei candidati.
Ancora in linea con il piano assunzionale, e in collaborazione con la SNA (Scuola nazionale dell’amministrazione), il Ministero ha avviato un percorso per fare in modo che questi concorsi abbiamo una cadenza periodica, sempre però rimanendo in linea con il fabbisogno delle pubbliche amministrazioni.
In questi ultimi anni la PA è andata incontro a un processo di digitalizzazione e il Portale InPA oggi rappresenta il nuovo punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro pubblico. Con più di 10 mila bandi pubblicati e oltre 4 milioni di nuove registrazioni nell’ultimo trimestre il Portale InPA si rivela essere un’ottima soluzione per poter presentare la propria candidatura. “Per migliorare l’esperienza degli utenti, sono state implementate alcune misure, tra cui un grafico informativo sull’affluenza” conclude Zangrillo.
Ora che si conosce le più importanti novità, non resta che sintonizzarsi sul Portale InPa andando alla ricerca della posizione che si desidera ricoprire e presentare la propria domanda.
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