La madre lavoratrice ha diritto a un periodo di astensione dal lavoro prima e dopo il parto. Questo beneficio, chiamato congedo di maternità, può essere fruito anche dal padre in alcuni casi particolari.
Il congedo di maternità, riconosciuto alle lavoratrici dipendenti durante la gravidanza, è il periodo in cui le donne devono astenersi obbligatoriamente dal lavoro.
Nel caso in cui però intervengano eventualità che impediscano alla madre di beneficiare del congedo, spetta al padre l’astensione dal lavoro (in questo caso si parla di congedo di paternità), ma solo in casi specifici che riguardano la madre del bambino.
Questo tipo di congedo di paternità non va però confuso con il cosiddetto congedo papà, che consiste in un numero di giorni (fino a 5) fruibili dal padre lavoratore dipendente, entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio.
Quanto dura il congedo di maternità
Il congedo di maternità dà diritto a un lungo periodo di astensione dal lavoro che si suddivide tra prima e dopo l’evento parto, nel seguente modo:
- 2 mesi prima la presunta data del parto;
- 3 mesi dopo il parto (che possono aumentare in casi particolari) più i giorni compresi tra la data presunta ed effettiva, in caso di parto avvenuto dopo la data presunta;
- 3 mesi più, in caso di parto prematuro o precoce, i giorni non goduti fino alla data presunta.
Va sottolineato, inoltre che la donna ha diritto a questi benefici anche nel caso in cui la somma dei 3 mesi successivi al parto e dei giorni compresi tra la data reale del parte e quella presunta del parto oltrepassi il limite di cinque mesi.
In quali casi il padre usufruisce del congedo
Come regolato dagli articoli 28 e seguenti del TU, il congedo di paternità è concesso al padre quando si verificano i seguenti eventi, riguardanti la madre del bambino:
- Morte o grave infermità della madre. In questo caso, il padre può richiedere il riconoscimento indicando gli estremi della madre e la data del decesso, all’atto della compilazione della domanda. La certificazione sanitaria di grave infermità, invece, va presentata in busta chiusa al centro medico legale dell’INPS, a mezzo di raccomandata o allo sportello;
- Affidamento esclusivo del figlio al padre, che dovrà comunicare gli elementi identificativi del provvedimento indicando l’autorità giudiziaria, la sezione, la data di deposito in cancelleria, il tipo e numero di provvedimento;
- Abbandono del figlio o mancato riconoscimento del neonato da parte della madre, che il padre potrà attestare compilando online la dichiarazione di responsabilità.
Quanto dura il congedo di paternità
Il congedo di paternità si considera a partire dalla data in cui si verifica uno degli eventi necessari affinché avvenga e dura per tutto il periodo del congedo di maternità non fruito dalla madre lavoratrice.
Nel caso di madre non lavoratrice, il congedo di paternità si conclude tre mesi dopo il parto.
Se il bambino viene ricoverato in ospedale, il congedo può essere sospeso, anche parzialmente, fino alle dimissioni del bambino.
Come fare domanda
Alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti è stato dedicato un servizio online a cui accedere tramite il sito dell’INPS, per ottenere maggiori informazioni e per inoltrare la domanda di congedo di maternità e paternità.
Sul sito, inoltre, sarà possibile allegare copia digitalizzata della documentazione utile, come ad esempio l’autorizzazione all’ingresso in Italia del minore straniero in adozione o l’affidamento preadottivo rilasciato dalla Commissione per le Adozioni internazionali provvedimenti di interdizione anticipata/posticipata.
In alternativa, ci si può rivolgere al Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile o agli enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici da loro offerti.
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