Che succede se un genitore approfitta del congedo parentale per svolgere attività diverse dalla cura dei figli? Secondo la Cassazione può perdere il lavoro.
Il congedo parentale serve ad accudire i figli piccoli fino all’età di 12 anni ed è retribuito. Ma se un lavoratore lo richiedere per compiere attività diverse dalla cura dei figli rischia pesanti sanzioni, nel peggiore dei casi anche il licenziamento. Le ore o i giorni di congedo, infatti, sono retribuiti (anche se in misura inferiore) per questo chi ne approfitta lede il rapporto di fiducia azienda-dipendente, cosa che giustifica il licenziamento per giusta causa senza preavviso.
Vediamo cosa ha detto al riguardo la Corte di cassazione.
Rischia il licenziamento chi chiede il congedo parentale senza motivo
Il congedo parentale è una misura creata per conciliare le esigenze lavorative con quelle genitoriali e può essere fruito alternativamente da madre e padre lavoratori dipendenti, autonomi e iscritti alla gestione separata INPS. Mai come adesso il congedo ha una funzione importantissima dato che alcune regioni hanno chiuso le scuole lasciando i bambini a casa con la didattica a distanza. Per questo la legge di Bilancio per il 2021 ho confermato la proroga del congedo anche per l’anno a venire.
Può accadere, però, che il padre o la madre, o entrambi, chiedano dei giorni di congedo senza che vi sia la reale necessità di badare ai figli piccoli ma per svolgere altre attività che non hanno nulla a che vedere con la gestione della prole. Questo comportamento può portare a severi provvedimenti disciplinari, anche il licenziamento.
Mentire riguardo alla necessità di ore di congedo in maniera grave e reiterata lede irreversibilmente il rapporto di fiducia tra dipendente e azienda datrice e quindi può portare al licenziamento per giusta causa.
Maggiori dettagli sul congedo parentale nel nostro articolo di approfondimento: Congedo parentale INPS: giorni di permesso, importi e richiesta
I controlli del datore sul congedo
Recentemente la Cassazione ha anche confermato che il datore di lavoro che sospetti comportamenti illeciti da parte dei dipendenti può ingaggiare degli investigatori privati, anche fuori il domicilio del lavoratore. La decisione in merito riguardava nello specifico i casi di finta malattia, ma nulla toglie che questa possibilità possa essere estesa anche al congedo parentale, dato che l’intento fraudolento è il medesimo e le ore/giorni di assenza sono retribuiti.
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