Intervenuto nella seconda giornata del Forum Ambrosetti, Conte ha escluso con forza l’ipotesi nuovo lockdown
“Non ci troveremo più ad affrontare un lockdown generalizzato.” Queste le parole che hanno catturato la maggiore attenzione nell’intervento di Conte a margine della seconda giornata del Forum Ambrosetti a Cernobbio.
Quella che il premier ha definito la “più pesante sfida che l’Italia abbia affrontato dal dopoguerra ad oggi”, ha sollecitato grosse risposte e costretti a una “dura tenuta di ordine sociale e pubblico”:
“In un sistema democratico come il nostro imporre restrizioni significa esporsi a molti rischi, rivoluzionare un assetto quotidiano in un modo altrimenti impensabile, e non è affatto facile”.
Ma quel periodo è ora decisamente molto lontano secondo il Presidente del Consiglio, che esclude con forza un nuovo lockdown e parla di una situazione che non ha più quei tratti di novità che hanno imposto una simile reazione.
Conte da Cernobbio: “Nuovo lockdown da escludere”
Il premier ha evidenziato di ritenere il lockdown e il periodo di netta emergenza sanitaria “alle nostre spalle”. Malgrado l’attuale aumento dei contagi - ha spiegato - non siamo più di fronte a una novità e un rischio quotidiano legato alla situazione sconosciuta:
“Non ci troveremo più ad affrontare un lockdown generalizzato. I numeri continuano ad essere importanti ma non siamo più davanti alla esplosione di una pandemia. Ora possiamo dirci strutturati, con un sistema di monitoraggio che ci permetterà di intervenire tempestivamente.”
Un concetto che aveva già in parte espresso nella giornata di ieri, rispondendo alle domande postegli durante la festa del Fatto Quotidiano, e chiarendo che un eventuale nuovo intervento potrebbe riguardare “in maniera mirata solo zone circoscritte.”
Ripercorrendo le tappe dei primi mesi di pandemia, Conte parla di un Paese che è stato in grado di uscirne “secondo un metodo”, non affidandosi all’improvvisazione ma agli esperti, a principi di adeguatezza. Poi loda i cittadini e il loro impegno:
“Ma, soprattutto, ne siamo usciti grazie all’impegno di tutti i cittadini, visti dal senso comune come molto indisciplinati, ma che invece hanno seguito le regole e questo ha aiutato moltissimo nel percorso.”
E anche il numero dei contagi alla quale siamo di fronte ora - ha proseguito il premier - derivante da “quelle che potremmo chiamare distrazioni agostane”, è minore rispetto a quello registrato da altri Paesi:
“Altri Paesi che, in molti casi, hanno optato per misure molto più morbide, ma hanno poi dovuto ricredersi. Ora ci attende un’altra sfida, quella che ci vede affrontare i nodi strutturali che hanno impedito all’Italia di crescere”
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