La controffensiva ucraina sarebbe arrivata al suo momento clou ma le difese della Russia reggono: gli Usa ragionano sul fornire a Kiev gli Abrams per cambiare l’esito della guerra.
I prossimi mesi saranno decisivi per l’esito della guerra in Ucraina che, come trapela da Oltreoceano, difficilmente andrà avanti anche nel 2024 visto che tra quindici mesi ci saranno le delicatissime elezioni presidenziali negli Stati Uniti: con i sondaggi che lo danno alla pari con Donald Trump, Joe Biden non può permettersi di presentarsi in campagna elettorale senza che sia stata trovata una soluzione al conflitto.
Tutto ruota allora attorno alla controffensiva ucraina, iniziata nella prima decade di giugno e che al momento, per stessa ammissione di Kiev e Washington, non sta procedendo come pianificato durante la primavera.
L’obiettivo della Casa Bianca sarebbe quello di favorire in ogni modo la riconquista dei territori occupati da parte dell’Ucraina, per arrivare ad aprire a fine anno una trattativa con la Russia in una posizione meno favorevole per Vladimir Putin rispetto a quella attuale.
Anche se Volodymyr Zelensky continua a ripetere come alla fine di questa guerra l’Ucraina tornerà a essere quella ante 2014, in verità gli Stati Uniti potrebbero accontentarsi di un risultato ben diverso.
Una soluzione alla “coreana” permetterebbe alla Russia di mantenere il controllo delle zone occupate, con Kiev che avrebbe la garanzia di essere difesa in caso di un nuovo attacco da parte della Russia. Gli Usa però vorrebbero arrivare a questo accordo con una situazione territoriale ben diversa rispetto a quella attuale.
In particolare conquistando terreno a Sud, gli ucraini potrebbero mettere pressione alla Crimea che sarebbe a quel punto a tiro dei missili Himers oppure, ancora meglio, creare una sorta di corridoio capace di spezzare la catena di approvvigionamenti verso la strategica penisola.
Per fare questo però bisogna cambiare l’inerzia di questa guerra visto che, al momento, la controffensiva a essere generosi può essere definita “lenta” prendendo in prestito il termine usato dagli apparati ucraini e americani.
Il piano Usa per cambiare la guerra in Ucraina
Le ultime notizie riguardanti la guerra in Ucraina parlano di una controffensiva che sarebbe arrivata al suo apice, con Kiev che avrebbe messo in azione le truppe addestrate in Occidente e tutte le nuove armi a sua disposizione.
Gli attacchi si starebbero concentrando maggiormente nel cercare di riconquistare terreno a Est (Bakhmut) e a Sud (Melitopol), ma i risultati della controffensiva sarebbero ancora difficili da decifrare: i bollettini più ottimistici parlano di una avanzata lungo l’asse orientale e di una prima linea difensiva russa (ne resterebbero altre due) che sarebbe stata superata a meridione.
Il tutto in un autentico bagno di sangue su entrambi i fronti: gli ucraini stanno attaccando con veemenza utilizzando anche le bombe a grappolo, mentre i russi sfruttano le mine posizionate - l’Ucraina al momento sarebbe il Paese più minato al mondo - e falciano i soldati nemici che avanzano con la potenza della loro artiglieria e dell’aviazione.
Gli Stati Uniti così si starebbero convincendo che serve uno sforzo maggiore per non far vincere questa guerra alla Russia; finora la Casa Bianca ha stanziato oltre 40 miliardi di aiuti militari in favore di Kiev, ma come riporta Politico a settembre Washington potrebbe compiere un ulteriore passo in avanti.
Se questa indiscrezione dovesse rivelarsi veritiera - da quando è iniziata la guerra Politico ci ha preso quasi sempre visto le sue fonti assai qualificate - a fine estate in Ucraina potrebbero arrivare anche gli M1 Abrams, dei carri armati da combattimento di fabbricazione statunitense di terza generazione.
Gli F-16 che tra qualche mese saranno pilotabili dai piloti ucraini, le bombe a grappolo, i missili Himers e probabilmente gli Abrams, potranno così aiutare l’Ucraina a conquistare qualche territorio nei prossimi mesi ma non a vincere la guerra: a morire tanto saranno i soldati ucraini e russi, di certo non quelli americani.
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