In uno sviluppo dell’ultimo minuto, l’Unione Europea ha annunciato la creazione di un fondo “Perdite e danni”. Ma servirà davvero?
È iniziata nel mezzo di una crisi globale di proporzioni inimmaginabili, con i leader mondiali distratti dalla guerra, dall’inflazione e dai prezzi dell’energia. Ma la riunione della COP27, che si concluderà questa settimana, potrebbe aver portato qualcosa di utile.
L’incontro sul clima si è svolto a Sharm-el-Sheikh, in Egitto, e si è concentrato sulla riparazione del danno arrecato ai Paesi del Terzo Mondo dal cambiamento climatico. Il 2022 ha visto un forte aumento delle attività climatiche dannose che hanno ucciso migliaia di persone. Pakistan, Somalia e Nigeria sono stati i Paesi più colpiti, ma gli studi dimostrano che la situazione non farà che peggiorare.
E perché dovrebbero essere loro a pagare? Molti si pongono questa domanda, sottolineando che è l’industrializzazione dei Paesi ricchi che ha causato in primo luogo il cambiamento climatico.
L’anno scorso, alla COP26 di Glasgow, dozzine di banche in tutto il mondo si sono impegnate a raccogliere fondi e investire sulla decarbonizzazione nei Paesi in via di sviluppo. Anche alla COP26, la questione del “Loss&Damage” (“Perdite e danni”) è stata sollevata dalle nazioni del Terzo Mondo, che da decenni provano a discuterne.
A Glasgow, tuttavia, i Paesi dell’UE erano scettici nei confronti di un fondo per “Perdite e danni” in quanto li avrebbe resi responsabili delle emissioni globali. Sembrava che quest’anno sarebbe finito allo stesso modo, ma uno sviluppo dell’ultimo minuto ha cambiato tutto.
Cosa ha deciso l’Ue
Venerdì, mentre la COP27 stava per concludersi, l’UE ha finalmente proposto una misura che includeva un’opzione “Loss&Damage”. Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue, ha dichiarato che l’Unione ha concordato un sistema di finanziamento «per i Paesi più vulnerabili».
Ovviamente non sono stati forniti dettagli. Ma alcuni membri dell’Ue hanno già promesso fondi per i Paesi in via di sviluppo alla COP27. In particolare, Germania, Danimarca, Belgio, Austria e Scozia hanno raccolto milioni di euro per la questione “Loss&Damage”.
Un altro sviluppo interessante è la posizione della Cina. Per decenni, la Cina è stata considerata un “Paese in via di sviluppo”, quindi idoneo a ricevere i fondi per “Perdite e danni”. I funzionari europei, tuttavia, hanno affermato che la Cina dovrebbe pagare così come loro se si vuole istituire un tale fondo.
La Cina è il secondo più grande inquinatore al mondo, e anche se sta intraprendendo azioni concrete contro il cambiamento climatico, c’è ancora molto da fare.
Per quanto riguarda il primo inquinatore del mondo, gli Stati Uniti, l’intervento del presidente Biden è stato promettente ma non concreto. Sebbene abbia impegnato miliardi in investimenti per le energie verdi nei Paesi in via di sviluppo, non ha voluto discutere di un fondo per “Loss&Damage”.
In ogni caso, la riunione sul clima della COP di quest’anno sembrava aver avuto più successo rispetto a quella dell’anno scorso. Ovviamente, se l’Ue e gli Stati Uniti manterranno le loro promesse.
Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2022-11-18 17:42:14. Titolo originale: COP27: EU finally raises funds for Vulnerable Countries, will it be enough?
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