Coronavirus, si abbassa l’età dei contagi in Italia: l’identikit dei nuovi infetti

Martino Grassi

15/07/2020

L’età media dei pazienti affetti da coronavirus si è abbassata negli ultimi 30 giorni rispetto a quella dell’inizio della pandemia. Ecco qual è il nuovo identikit degli infetti.

Coronavirus, si abbassa l’età dei contagi in Italia: l’identikit dei nuovi infetti

Si abbassa l’età media dei nuovi infatti in Italia, facendo cadere quell’idea secondo cui i giovani fossero “immuni” dal coronavirus, e gli unici a rischio gli anziani. Con il proseguire della pandemia è cambiato anche l’identikit del paziente COVID, molto più giovane rispetto a quello di qualche mese fa.

Secondo i dati riportati dall’Istituto Superiore di Sanità, aggiornati al 14 luglio, l’età media delle persone che vengono infettate dal virus responsabile della COVID è scesa drasticamente, passando dagli over 60, nel momento iniziale della pandemia, agli attuali 46 anni.

Coronavirus, si abbassa l’età dei contagi in Italia

Dai dati forniti dall’ISS ne emerge un abbassamento generale dell’età delle persone che contraggono il coronavirus, facendo registrare un calo di circa 6-7 anni rispetto all’inizio della pandemia. Ecco la distribuzione media degli infetti degli ultimi 30 giorni, confrontati con la media calcolata dall’inizio dell’epidemia:

Fascia d’eta Percentuale infetti ultimi 30 giorni Percentuale infetti da inizio pandemia
0-18 10,2% 2,4%
19-50 47,4% 29%
51-70 24,3% 30,7%
> 70 18% 37,9%

Dai dati si evince, che nell’ultimo mese, più delle metà dei nuovi infetti (57,6% del totale) ha un’età inferiore ai 50 anni, mentre le cifre complessive dall’inizio della pandemia riportano solo un 31,4%. La fascia che ha subito un maggiore picco è quella di 19-50 anni, seguita poi da quella dei più giovani (0-18 anni). Nell’ultimo mese solo il 18% dei nuovi infetti aveva un’età superiore ai 70 anni, facendo dimezzare la percentuale rispetto all’inizio dell’emergenza sanitaria.

L’ISS tuttavia precisa che la maggior parte dei giovani risulta essere asintomatico, in modo particolare sembrano non mostrare sintomi le persone appartenenti alla fascia 7-29 anni. Secondo uno studio condotto dall’Università di Yale negli Stati Uniti, la nuova minaccia del coronavirus potrebbe essere rappresentata dagli asintomatici che sarebbero responsabili della metà delle infezioni

L’identikit dei nuovi infetti

Nell’ultimo mese, dalla fotografia scattata dall’Istituto Superiore di Sanità, si è quindi delineato un nuovo identikit del paziente affetto da coronavirus. Delle variazioni infatti si sono riscontrati anche nel tasso d’infezione legato al genere: nell’ultimo mese la distanza tra uomini e donne si è quasi livellata, attestandosi a un 50,9% nel genere maschile e un 49,1% nel genere femminile. Dall inizio della pandemia tuttavia sono state infettate più donne (54,1%) rispetto agli uomini (45,9%).

Per cui si è passati da un paziente di genere femminile con un’età superiore ai 50 anni che presentava sintomi gravi, a uno di genere maschile under 50 asintomatico o paucisintomatico. Luigi Bertinato, responsabile della segreteria scientifica dell’Istituto Superiore di Sanità, ha spiegato che l’analisi di questi dati saranno molto utili per la gestione del coronavirus in autunno, quando potrebbe ripresentarsi una seconda ondata, dal momento che “il virus non è sparito e continua a circolare”.

La situazione epidemica comunque nel nostro Paese continua a migliorare, anche se nei mesi scorsi ha fatto raggiungere delle cifre da brivido. Dall’inizio dell’epidemia in Italia si sono registrate 227.421 infezioni. di cui 5.572 negli ultimi 30 giorni, mentre le vittime sono state 32.694 (56 nell’ultimo mese).

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