Il coronavirus può causare o peggiorare l’acufene: lo studio

Martino Grassi

08/11/2020

Il coronavirus può causare o peggiorare l’acufene. È quanto emerso da una ricerca condotta da un team internazionale di scienziati, su oltre 3.000 partecipanti.

Il coronavirus può causare o peggiorare l’acufene: lo studio

Il coronavirus può causare o peggiorare l’acufene. Alla lista dei problemi dell’udito causati dal virus responsabile della COVID 19 adesso si aggiunge anche questo nuovo disturbo. I dettagli della ricerca “Changes in Tinnitus Experiences During the COVID-19 Pandemic” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Frontiers in Public Health.

La scoperta è stata fatta da un team di ricerca internazionale coordinato dagli scienziati dell’Università Anglia Ruskin di Cambridge, insieme ai colleghi del Dipartimento di Scienze della parola e dell’udito dell’Università Lamar, del Nottingham Biomedical Research Centre, dell’Ospedale Universitario di Anversa, del Karolinska Institute di Stoccolma e molti altri centri di ricerca sparsi per il mondo.

Il coronavirus causa l’acufene: lo studio

Secondo quanto riportato dai ricercatori il coronavirus può causare o peggiorare l’acufene, un disturbo dell’orecchio che si caratterizza per la percezione di suoni, solitamente molto alti, come un ronzio o dei fischi constanti, anche se non sono presenti rumori esterni e ambientali. Questo disturbo non è riconosciuto come una vera e propria malattia anche se può essere molto Invalidante per chi ne soffre e può compromettere la qualità della vita. Solitamente l’acufene è causato da diversi fattori, tra cui alcune patologie, come la sclerosi multipla, ictus, labirintite o disturbi psicogeni, ma anche da tappi di cerume o traumi di vario tipo.

Lo studio, coordinato dalla dottoressa Eldre Beukes, ricercatrice presso il Centro di ricerca sulle Scienze della vista e dell’udito dell’ateneo britannico, è stato condotto in forma trasversale ed esplorativa su più di 3.000 partecipanti provenienti da 48 Paesi, accomunati dal disturbo dell’acufene. La maggior parte delle persone che hanno partecipato alla ricerca abitava negli Stati Uniti o in Europa.

Analizzando i dati raccolti è emerso che l’8% dei partecipanti è risultato positivo al coronavirus, ed ha sperimentato i tipici sintomi dell’infezione come tosse, febbre e mal di testa. Il 40% dei positivi ha inoltre aggiunto che il coronavirus ha peggiorato il loro acufene, mentre il 54% non ha notato alcuna differenza, infine, il restante 6% ha sperimentato un miglioramento della propria condizione. 7 partecipanti invece hanno dichiarato di aver sviluppato l’acufene solamente dopo aver contratto la COVID. La dottoressa Beukes ha dichiarato in un comunicato stampa:

“I risultati di questo studio evidenziano le complessità associate all’esperienza dell’acufene e come sia i fattori interni, come l’aumento dell’ansia e la sensazione di solitudine, sia i fattori esterni, come i cambiamenti nella routine quotidiana, possono avere un effetto significativo sulla condizione”.

Iscriviti a Money.it