La variante Delta, tra qualche tempo, sarà dominante nel nostro Paese. Ma i dati ci permettono di essere ottimisti
«Grazie a precise statistiche matematiche è possibile prevedere in proiezione come si comporterà la variante Delta”, a raccontarlo è Alessio Farcomeni professore ordinario di Statistica presso il dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Roma»Tor Vergata".
Già in passato il professore, che fa parte insieme ad altri cinque medici del gruppo di ricerca StatGroup-19, aveva aiutato durante la prima parte della pandemia a mappare con estrema precisione l’evoluzione del virus.
Ma con la variante Delta come dobbiamo comportarci?
«È sicuramente più contagiosa e ci sarà un’incidenza degli infetti giornalieri, però chi ha completato la vaccinazione ha un’immunizzazione soddisfacente, e questo diminuisce la mortalità e la pressione sugli ospedali».
Importante, quindi, secondo il professore vaccinarsi, anche gli adolescenti:
«Nei giovani esistono frequentemente esiti poco benigni dell’infezione da Covid. C’è ad esempio una sindrome post virale che può portare a problematiche severe come affaticamento cronico e confusione mentale».
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E in futuro? Come cambierà lo scenario pandemico? «Ci sarà sicuramente un incremento dei nuovi casi a breve - dice Farcomeni - ma potrebbe esaurirsi nel giro di qualche settimana. L’elemento importante, però, come sta accadendo in Gran Bretagna, è che all’incremento di casi ci saranno ospedalizzazioni e decessi molto inferiori rispetto al passato».
Nessun allarmismo, dunque, ma tanti vaccini. Il professore, nella lunga intervista, parla anche della possibilità della inoculazione della terza dose di vaccino:
«Pfizer e Moderna hanno in preparazione un vaccino aggiornato specifico per la Delta, anche se al momento non c’è alcuna evidenza della necessità di una terza dose. Attualmente per la popolazione, la doppia dose sembra proteggere in maniera più che soddisfacente».
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