Nonostante sia obbligatorio da oltre 10 anni avere il Pos per i commercianti, spesso capita che questi non accettino la carta come mezzo di pagamento. Ecco cosa fare in questi casi.
Pagare con la carta ormai dovrebbe essere la normalità, non solo per i clienti ma soprattutto per i commercianti. L’obbligo di avere il Pos è in vigore da più di 10 anni. Eppure, può capitare spesso che siano proprio gli esercenti a non accettare la carta come mezzo di pagamento.
Questo perché nonostante l’obbligo sia stato emanato più di dieci anni fa, sono mancate paradossalmente le sanzioni per chi non accettasse questo metodo di pagamento. Le tecniche elusive attuate dai commercianti disonesti (non tutti) per sottrarsi ai pagamenti elettronici sono numerose e anche creative. Tra le scuse più comuni troviamo quella del Pos “guasto” , l’assenza della linea internet o ancora gli esercenti dichiarano di non accettare pagamenti al di sotto di una cifra minima.
Davanti a un commerciante che afferma di non accettare la carta come mezzo di pagamento, i clienti non sanno esattamente come reagire. Ma le cose cominciano a cambiare. Come ricorda la prima associazione di consumatori in Italia, l’Unione Nazionale Consumatori, dal 30 giugno sono entrate in vigore le prime sanzioni amministrative. Ecco quali sono e cosa fare in situazioni simili.
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Commerciante non accetta la carta come mezzo di pagamento: quali sono le sanzioni?
Nel momento in cui ci si trovi di fronte a un esercente che non accetta la carta, sarebbe bene ricordargli quali sono i suoi obblighi e le multe che rischia di prendere.
Da oltre 10 anni è obbligatorio per ogni commerciante avere il Pos e quindi accettare i pagamenti elettronici. In caso di violazione, come ricorda l’Unione Nazionale Consumatori, il Governo ha finalmente introdotto le corrispettive sanzioni. Il Governo infatti, dopo vari tentativi, ha deciso di incentivare celermente l’uso degli strumenti di pagamento elettronico, come richiesto dall’Europa. L’Ue ha infatti chiesto, tra le misure da mettere in campo del Pnrr, di attuare delle norme per contrastare l’evasione fiscale
La norma per sanzionare chi non accetta la carta come pagamento, entrata in vigore il 30 giugno 2022, è valida per tutti i professionisti e le loro attività. Per chi non accetta il pagamento elettronico sarà dunque prevista una multa di 30 euro e in più il 4% della transazione rifiutata, accorgimento che potrebbe funzionare
per tutti quei commercianti che non accettano pagamenti al di sotto di una quota minima o maggiorazioni dei costi per compensare i costi di utilizzo del Pos.
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Cosa fare se un commerciante non accetta la carta come mezzo di pagamento
Nel caso in cui il commerciante rifiuti ancora la carta per effettuare il pagamento, nonostante gli siano stati ricordati i suoi obblighi e le sanzioni, è bene che il cliente agisca di conseguenza, ed è l’Unione Nazionale Consumatori a suggerire cosa fare.
Per quanto ci si auguri che non ci sia bisogno di impegnare le forze dell’Ordine nel vigilare sul rispetto di un obbligo che, come ricorda l’associazione, “in fin dei conti, con l’abbassarsi dei costi bancari può tradursi in una opportunità anche per le imprese, con transazioni più sicure e minori costi di gestione della cassa”, è bene non sorvolare sui rifiuti dell’esercente.
Il consumatore davanti al diniego del pagamento, può decidere di fare una segnalazione circostanziata - quindi con orario e indirizzo esatto del punto vendita - alla Guardia di Finanza o anche alla Polizia locale. Per dimostrare che il commerciante abbia negato la transazione elettronica è meglio che prima il cliente scontento raccolga delle prove, “fotografando cartelli esposti o filmando il rifiuto alla cassa”. E ancora, può decidere di scrivere una recensione negativa sull’attività, ricordando che il Pos è obbligatorio.
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