Cooperativa, cosa rischia il socio lavoratore? Ecco cosa succede in presenza di debiti e quali sono le conseguenze per i soci.
Essere soci lavoratori di una cooperativa è una realtà per molti italiani, che si trovano allo stesso tempo in ruoli altrimenti opposti: la gestione e il potere decisionale da un lato, l’attività lavorativa prestata dall’altro.
La legge riconosce al socio lavoratore la possibilità di lavorare come autonomo, subordinato o con una collaborazione coordinata - non occasionale - a seconda delle preferenze e delle esigenze specifiche. I cittadini possono quindi trovarsi ad affrontare sia le complessità del lavoro dipendente che le responsabilità dirigenziali, una scelta che può rivelarsi tanto faticosa quanto soddisfacente.
Cerchiamo però di definire cosa rischia il socio lavoratore di una cooperativa, soprattutto laddove l’attività non vada bene come sperato.
Cooperativa con debiti, cosa rischia il socio lavoratore?
La prima preoccupazione per i nuovi (o futuri) soci di una cooperativa sono i debiti, in particolare riguardo ai possibili pericoli per il proprio patrimonio personale. Sul punto, bisogna necessariamente fare distinzione tra la società cooperativa a responsabilità limitata e la società cooperativa a responsabilità. Proprio in questa differenza risiede l’informazione più importante per i soci della cooperativa, cambiando infatti il modo in cui sono chiamati a rispondere delle obbligazioni della società. In particolare, nella società cooperativa a responsabilità limitata si hanno delle condizioni sicure per i soci, che non rischiano di rimetterci con il proprio patrimonio personale per i debiti della cooperativa.
Nella società cooperativa a responsabilità limitata, infatti, risponde delle obbligazioni soltanto il patrimonio sociale, come stabilito dall’articolo 2518 del Codice civile. È ciò che si definisce società cooperativa a responsabilità limitata pura. Il socio, tuttavia, può essere chiamato a rispondere dei debiti con una somma multipla della propria quota nelle ipotesi di fallimento (possibile solo se la cooperativa svolge attività commerciale) o liquidazione amministrativa coatta. In caso di debiti, perciò, restano aggredibili dai creditori soltanto i beni mobili e immobili della cooperativa.
Particolarmente complessa, invece, la società cooperativa a responsabilità illimitata. Qui ogni socio risponde anche personalmente, vale a dire con il proprio patrimonio, dei debiti della cooperativa. Quest’ultima resta responsabile delle proprie obbligazioni, che ha contratto in virtù della propria autonomia giuridica, ma anche i beni personali di ogni singolo socio sono aggredibili dai creditori. In questa ipotesi, quindi, il socio della cooperativa rischia di dover rispondere dei debiti che gravano sulla società come se fossero i propri. In caso di inadempimento, l’azione creditizia può essere esercitata tanto sul patrimonio sociale che su quello individuale dei soci, che vanno quindi incontro a pignoramenti ed esecuzioni forzate.
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Quando rischia il socio?
Come anticipato, per i debiti della cooperativa i rischi per i soci dipendono dalla forma societaria, che però non è discrezionale.
Secondo la legge, infatti, si applica la disciplina delle S.r.l. e quindi la limitazione della responsabilità al patrimonio sociale alla cooperativa con meno di 9 nove soci oppure meno di 20 soci e attivo patrimoniale inferiore a 1 milione di euro.
Altrimenti, alla cooperativa si applicano le stesse norme delle S.p.a. con i relativi rischi per il patrimonio individuale dei soci. È bene sapere che la legge pone requisiti specifici per alcuni tipi di cooperative rispetto al numero minimo di soci, come permesso dall’articolo 2522 del Codice civile, quindi alcune cooperative sono necessariamente a responsabilità illimitata.
Cosa rischia il socio lavoratore?
Il socio lavoratore di una cooperativa va incontro agli stessi rischi del socio ordinario per quanto riguarda i debiti della cooperativa e i propri.
Riguardo a questi ultimi, il patrimonio della cooperativa non è mai aggredibile dai creditori del socio, che possono però rifarsi sui suoi beni personali. Dal punto di vista delle responsabilità legali, non fa alcuna differenza lo status di socio lavoratore, che invece rileva per il diritto al Tfr. La Corte di Cassazione ritiene che l’erogazione del trattamento di fine rapporto sia compatibile con lo status di socio lavoratore, ma bisogna sempre tenere conto di possibili casi particolari di incompatibilità. Il rischio si palesa, per esempio, quando il contratto di lavoro è eccessivamente breve e quindi discordante con la natura della cooperativa. Il Tfr resta separato dalla retribuzione e soggetto, come quest’ultima, alla disciplina fiscale determinata dal tipo di rapporto di lavoro.
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