Cosa sta succedendo in Kosovo? Le ragioni degli scontri con la Nato

Alessandro Nuzzo

30 Maggio 2023 - 12:30

Alta tensione nel nord del Kosovo dove 34 soldati Nato di cui 11 italiani sono rimasti feriti dopo gli scontri con la popolazione di etnia serba. Ecco cosa sta succedendo.

Cosa sta succedendo in Kosovo? Le ragioni degli scontri con la Nato

Tra Serbia e Kosovo la tensione è sempre stata alta da quando nel 2008 il piccolo paese si è dichiarato indipendente ricevendo il riconoscimento dall’Unione Europea e Stati Uniti ma non dalle istituzioni serbe. Ci sono delle zone del Kosovo dove persiste una maggioranza di popolazione serba che vorrebbe maggiore autonomia in ambiti come l’educazione, la sanità e lo sviluppo economico. E proprio in alcune zone del nord del Kosovo sono scoppiate nei giorni scorsi violente tensioni dopo l’elezione di sindaci di etnia albanese. Tensione poi culminata con violenti scontri con i soldati della Kfor, la forza militare internazionale guidata dalla Nato. Il bilancio parla di 34 soldati feriti di cui 11 italiani e 52 serbi. Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha inviato truppe dell’esercito vicino al confine con il Kosovo

Le elezioni di 4 sindaci di etnia albanese alla base degli scontri con i manifestanti

Tutto ha avuto inizio ad aprile quando ci sono state elezioni amministrative in diversi comuni del nord del Kosovo a maggioranza serba che la popolazione ha deciso di boicottare per protesta contro il rifiuto del governo kosovaro di concedere loro maggiori autonomie, come previsto da un accordo sui rapporti tra Serbia e Kosovo che i due paesi avevano raggiunto a marzo con la mediazione dell’Unione Europea, prima delle elezioni.

Alle urne è andato infatti poco meno del 4% della popolazione e questo forte astensionismo ha portato all’elezioni di sindaci di etnia albanese a Zvecan, Leposavic e Zubin Potok. A quel punto sono iniziate le manifestazioni di protesta della popolazione serba che in quelle zone è in maggioranza. Hanno occupato il municipio impedendo l’insediamento dei nuovi sindaci.

La polizia kosovara è intervenuta per scortare i sindaci eletti nei municipi e ha reagito con violenza contro i manifestanti. Data l’alta tensione negli scontri sono intervenuti anche i soldati della Kfor, la forza militare internazionale della Nato guidata dal generale italiano Angelo Michele Ristuccia. Nello scontro sono rimasti feriti 34 soldati di cui 11 italiani appartenenti al 9° reggimento Alpini l’Aquila. I militari hanno riportato ferite da trauma e ustioni dovute all’esplosione di dispositivi incendiari. Al momento si trovano sotto osservazione del personale sanitario ma non sarebbero in pericolo di vita. Negli scontri anche 52 cittadini serbi sono rimasti feriti.

Il presidente serbo Vucic ha inviato truppe al confine con il Kosovo e la tensione resta altissima. La condanna è arrivata dura da parte della Nato. «La Nato condanna fermamente gli attacchi non provocati contro le truppe della Kfor nel nord del Kosovo, che hanno provocato il ferimento di un certo numero di loro. Tali attacchi sono totalmente inaccettabili. La violenza deve cessare immediatamente. Chiediamo a tutte le parti di astenersi da azioni che infiammano ulteriormente le tensioni e di impegnarsi nel dialogo. Kfor intraprenderà tutte le azioni necessarie per mantenere un ambiente sicuro e protetto e continuerà ad agire in modo imparziale, in conformità con il suo mandato ai sensi della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 1999» - si legge nella nota.

Il ferimento di soldati italiani ha portato alla condanna anche da parte della premier Giorgia Meloni, del ministro degli esteri Antonio Tajani e del ministro della Difesa Guido Crosetto. Tutti hanno parlato di attacco inaccettabile e irresponsabile richiamando al ritorno alla pace come sancito anche dagli accordi firmati tra i due paesi.

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