Cosa succede nella Bce e perché ci riguarda

Violetta Silvestri

22/02/2023

Bce nel caos in vista delle prossime riunioni? Le aspettative per una politica aggressiva si moltiplicano, ma i membri del board si dividono sui rialzi dei tassi. Cosa succede e perché ci riguarda.

Cosa succede nella Bce e perché ci riguarda

La Bce sotto pressione in vista della riunione di marzo e, soprattutto, delle decisioni sui tassi di interesse nei prossimi mesi.

Oltre alla Fed, infatti, mercati e analisti guardano con molta attenzione alla Banca centrale europea, considerando che nelle ultime settimane diversi illustri membri del board si sono pronunciati sulla politica monetaria futura non proprio all’unisono.

L’Eurotower di Francoforte, ampiamente considerata come una delle più accomodanti al mondo durante il suo esperimento di otto anni con costi di indebitamento negativi, dovrebbe ora aumentare sostanzialmente i tassi quest’anno. Sta diventando la più aggressiva?

In attesa di una risposta e dribblando tra avvertimenti su costi del denaro troppo elevati e allarmi su un’inflazione alta e problematica, la Bce sembra nel caos. Le sue mosse, però, saranno cruciali per le economie dei Paesi a moneta unica. Italia in primis.

Bce e tassi: cosa sta per accadere?

Gli investitori scommettono che la Banca centrale europea alzerà i tassi di interesse ai massimi storici, spinti dalla resilienza dell’economia dell’Eurozona e dai segnali che l’inflazione potrebbe rivelarsi più difficile da contenere del previsto.

Nella giornata di mercoledì 22 febbraio, non a caso, i segnali provenienti dai prezzi al consumo di gennaio in Germania e Italia non sono stati così rassicuranti. Pur rallentando su base annua, l’inflazione ha mostrato più facce e, per esempio, l’indice core italiano è ancora aumentato. I dati tedeschi non hanno confermato una frenata significativa.

I mercati degli swap scontano un balzo del tasso sui depositi della Bce al 3,75% entro settembre, dall’attuale 2,5%. Ciò corrisponderebbe al picco del benchmark del 2001, quando la banca stava ancora cercando di sostenere il valore dell’euro appena lanciato.

Goldman Sachs ha dichiarato di aspettarsi che Francoforte aumenti i tassi di interesse tre volte quest’anno, portando il tasso terminale al 3,5% dal 3,25% stimato in precedenza.

In una nota, ha affermato che oltre a un aumento di 50 punti base a marzo e di 25 punti base a maggio, stimava un aumento di 25 punti base a giugno. Il tasso di interesse salirebbe al 4%.

Il cambiamento delle aspettative di Goldman arriva dopo i commenti aggressivi del membro del consiglio Isabel Schnabel e del capo della banca centrale francese Francois Villeroy de Galhau.

“È davvero sorprendente vedere la Bce ora apparire come la più aggressiva delle grandi banche centrali”, ha affermato Sandra Phlippen, capo economista della banca olandese ABN Amro.

Lagarde ha dichiarato martedì 21 febbraio che la banca stava osservando “i salari e i negoziati sulle retribuzioni molto, molto da vicino”, rimarcando una preoccupazione che un forte aumento dei salari quest’anno manterrà la pressione sui prezzi mentre le aziende trasferiscono i costi sui consumatori.

Il punto non è di poco conto. I salari nel blocco dei 20 paesi sono cresciuti di quasi il 5% negli ultimi mesi, secondo un tracker pubblicato dalla banca centrale irlandese e dal sito web del lavoro Indeed.

I sindacati stanno rispondendo all’inflazione record dello scorso anno chiedendo aumenti delle paghe ancora più elevati. FNV, il più grande sindacato olandese, chiede un incremento salariale del 16,9% per i lavoratori dei trasporti, mentre il sindacato tedesco Verdi spinge per aumenti salariali del 10% per 2,5 milioni di lavoratori del settore pubblico.

Sebbene l’inflazione dell’Eurozona sia scesa per tre mesi consecutivi, l’inflazione di fondo - escludendo i prezzi dell’energia e dei generi alimentari per mostrare le pressioni sui prezzi di fondo - è rimasta invariata a un record del 5,2% a gennaio.

Il tema mette tutti d’accordo, ma ciò che divide falchi e colombe sono le tempistiche delle prossime mosse. Panetta giorni fa ha rimarcato che avanzare ipotesi su prossimi rialzi futuri è sbagliato, perché l’inflazione può cambiare direzione. Inoltre, gli effetti dell’inasprimento si vedranno tra un po’, non immediatamente. Occorre, dunque, prudenza nella corsa ai tassi alti.

Meno attendista è parsa giorni dopo Schnabel. La discussione in Bce nella riunione di marzo sarà accesa?

L’Italia deve temere la Bce?

Il governatore di Bankitalia Visco qualche settimana fa ha ribadito che l’inflazione in Eurozona non correrà ancora e che il nostro Paese può gestire tassi di intresse più alti.

La titubanza sulle prossime mosse Bce nata proprio tra i membri del board fa crescere qualche dubbio sulla capacità di affrontare ulteriori inasprimenti. Il nostro Paese ha ben reagito, nel complesso, nel 2022 con un Pil in crescita oltre le attese.

Se, però, gli effetti restrittivi della banca centrale europea si paleseranno con ritardo, l’impatto negativo potrebbe ancora arrivare. I punti di debolezza italiani sono il debito sul Pil, i conti pubblici gravati da spese enormi, i nodi burocratici e amministrativi che possono ostacolare il Pnrr, la questione energetica.

Tutti aspetti strettamente legati alla politica Bce: con tassi più alti, gli oneri sul debito pubblico costano di più; i mutui diventano più onerosi (le rate sono già aumentate); il rallentamento della domanda che deriva dalla stretta monetaria può indebolire i consumi, già fiacchi con redditi erosi dall’inflazione e salari rimasti fermi.

Ecco perché le incertezze della Bce assumono un importante significato: stanno a indicare che davvero l’economia dell’Eurozona, e quindi anche italiana, possono indebolirsi in un momento complesso, in cui la guerra stessa mette in pericolo sempre di più il continente. Le colombe vorrebbero mantenere un equilibrio crescita/riduzione prezzi non facile, ma forse auspicabile.

Infine, per l’Italia non vanno dimenticate le questioni aiuti fiscali (che la Bce chiede di limitare) e forniture energetiche. Il 2023 sembra salvo, ma cosa accadrà per l’inverno prossimo?

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