Covid: quarta ondata inevitabile, parola di Fauci e BofA (e Wall Street lo sa bene)

Mauro Bottarelli

10/03/2021

Il professor Fauci, un tempo oracolo mondiale e strumento della propaganda anti-Trump, sciorina numeri e rischi per un quarta ondata, già a maggio. Ma la narrativa vede l’America ormai incamminata verso il ritorno alla normalità. In mezzo a questi due scenari, quello discriminante di economia e mercati che, almeno fino alla prossima emergenza, non possono ancora fare a meno del Covid. E del suo hedging dalla realtà

Covid: quarta ondata inevitabile, parola di Fauci e BofA (e Wall Street lo sa bene)

Sic transit gloria mundi. Vale per tutti. Anche per il professor Anthony Fauci, capo degli advisers sanitari del presidente Joe Biden. Fino allo scorso novembre, infatti, il virologo era praticamente l’oracolo di Delfi a livello globale: ogni sua parola era trattata come Vangelo laico e rimbalzava ai quattro angoli del globo in tempo reale. Il sospetto sorge spontaneo, quantomeno a livello di timing: fino a quando la sua cautela in tema di riaperture e rilassamento delle misure anti-Covid era strumentale all’attacco politico contro l’amministrazione Trump, gli altoparlanti del mondo era a disposizione? Poi, giunta la transizione, un oblio dorato? Ma il professor Fauci non ha affatto cambiato idea. Anzi. Semplicemente, le sue opinioni non fanno più comodo. Perché ora la narrativa imperante è quella degli Usa tornati avanguardia e, soprattutto, modello di efficienza vaccinale e immunità di gregge a portata di mano. Come nel 1945, gli americani sono tornati i liberatori per antonomasia: all’epoca dal nazifascismo in Europa, oggi dalla schiavitù dei lockdown. Se c’è un’alba dopo la lunga notte del Covid, questa è Oltreoceano.

USA: i vaccini non salveranno dalla quarta ondata

Soprattutto perché, a quelle latitudini, si trovano le case farmaceutiche che tirano i fili delle campagne vaccinali, ultima delle quali la Johnson&Johnson, rivoluzionaria a tal punto da garantire efficacia con una singola dose. E con la scarsità di fiale come incubo ricorrente dell’Occidente, trattasi di manna. Non a caso, fino a quando la Commissione UE non ha formalizzato il suo diniego all’utilizzo del vaccino Sputnik V nel protocollo ufficiale, l’azienda americana ha proseguito con la minaccia di non consegna integrale delle 55 milioni di dosi del vaccino per il secondo trimestre di quest’anno.

Appena chiusa la porta a Mosca, la rassicurazione: terremo fede agli impegni, 200 milioni di dosi entro la fine del 2021. Più che catena del freddo, nuova guerra fredda. E se la Cnn non ha perso tempo in tal senso, rilanciando l’allarme del Global Engagement Center del Dipartimento di Stato Usa rispetto all’attivismo della propaganda di Stato russa per screditare i sieri occidentali a favore del proprio, versione sanitaria del Russiagate, è interessante riportare il titolo dell’articolo dedicato non più tardi del 7 marzo scorso dal New York Times all’allarme del professor Fauci: “The U.S. risks a new surge as variants spread and restrictions are relaxed, Fauci said”. Insomma, al netto della narrativa in base alla quale l’America sarebbe a un passo dall’uscita dal tunnel grazie ai vaccini, il top adviser della Casa Bianca mette in guardia da una quarta ondata che potrebbe colpire già a maggio, in caso le restrizioni venissero meno troppo in fretta. Il tutto, legato alle varianti che stanno già rimettendo in ginocchio parte dell’Europa. E con il medesimo scarto temporale delle prime due ondate: circa sei mesi di ritardo.

Ma ecco che questi due grafici

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Bank of America

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Bank of America
mostrano come la comunità finanziaria prenda molto seriamente le preoccupazioni del professor Fauci, dato che Bank of America ha messo in campo un intero team di analisti e ricercatori, i quali hanno immediatamente individuato i potenziali focolai latenti della quarta ondata preconizzata dal virologo: Florida e Stato di New York.

Perché? Semplice. La prima è in questo periodo dell’anno la meta preferita da centinaia di migliaia di studenti del college per il loro spring break, tra feste in spiaggia e nottate in discoteca. Imporre distanziamento e precauzioni a 20enni reduci da un semestre di studio e quarantena appare pressoché impossibile. E come se non bastasse, il Sunshine State sta ospitando in questi giorni la Bike Week di Daytona Beach, uno dei raduni di motociclisti più importanti del Paese, cui parteciperanno circa 300.000 persone. E se limitare la libertà agli studenti appare lunare, farlo con migliaia di emuli degli Hells Angels appare un suicidio.

Lo Stato di New York, invece, sconta le riaperture annunciate la scorsa settimana, fra cui quelle dei ristoranti con il 75% di capienza, oltre a cinema e teatri. Inoltre, già oggi la Grande Mela conta il secondo più alto numero di casi di contagio pro capite nel Paese dopo il New Jersey, nonostante la California registri più casi totali ma una ratio inferiore stante l’enorme numero di abitanti. E a far temere per una sorta di liberi tutti è il fatto che proprio lo Stato di New York veda queste ore il proprio governatore, Andrew Cuomo, in modalità anatra zoppa, stante l’inchiesta lanciata dai procuratori di Manhattan dopo le accuse di molestie sessuali rivoltegli da alcune assistenti. In parole povere, un duplice rischio: da un lato, attenzione unicamente rivolta alla propria difesa, dall’altro la volontà di guadagnare rapidi consensi fra la popolazione, magari allentando ulteriormente la presa sulle restrizioni. Un mix potenzialmente letale.

E non solo per i numeri di Bank of America ma anche per quelli che lo stesso professor Fauci a sciorinato nel fine settimana durante la puntata di Face the nation sulla Cbs: Nell’ultima settimana e mezzo, il calo dei contagi è andato in trend di stallo. E stiamo bloccandoci su un plateau decisamente alto, poiché oscilla fra i 60 e 70.000 casi di nuovi infezioni al giorno. Troppo, troppo alto. E l’esperienza della precedente ondata ci insegna che i numeri simili portano come conseguenza diretta un aumento delle infezioni nelle settimane a seguire. I dati dell’Europa sulla terza ondata parlano chiaro: una volta calati, i casi hanno poi raggiunto un plateau a cui è seguito un nuovo aumento, quantificabile negli ultimi dieci giorni nel 9%.

Certo, probabilmente l’assenza di Donald Trump alla Casa Bianca rende questi numeri meno mediatici. Ma parlano ugualmente chiaro. Almeno quanto il professor Fauci:

La variante inglese sta diffondendosi rapidamente nell’area metropolitana di New York e nei dintorni, pur non avendo ancora mostrato segnali di diffusione capillare nel Paese. Ma pare muoversi in maniera molto anomala. Proprio la Florida lo conferma: nonostante il limitatissimo numero di restrizioni, quello Stato ha avuto un numero relativamente basso di contagi nel corso delle precedenti ondata. Oggi però conta un 30% del totale di casi che fanno riferimento proprio alla variante inglese, la percentuale più alta di tutti gli Stati Uniti. Per questo occorre vaccinare di più e più in fretta e, nel frattempo, continuare con le misure di protezione: mascherine, distanziamento e restrizioni

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Insomma, un quadro un pochino differente da quello idilliaco rilanciato dai media europei. O, quantomeno, da molti di quelli italiani, particolarmente attivi nella campagna di difesa vaccinale statunitense. E molto aggressivi, spesso aprioristicamente, verso Sputnik V.

Ma Bank of America non si è fermata alla constatazione del rischio. È andata oltre, come mostrano questi due grafici,

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Bank of America

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Bank of America
i quali legano direttamente la Covid-economy e quelle che saranno le potenziali mosse che la Fed metterà in campo, presumibilmente con un primo assaggio già al board della prossima settimana.

Il Covid, infatti, è ormai diventato un cosiddetto pivotal factor delle scelte economiche e monetarie , esattamente come lo fu la guerra commerciale contro al Cina. Anzi, maggiore. Perché come mostrano i grafici, il virus ha creato non solo un’economia parallela e un ciclo di investimento basato sui tempi e i modi del suo diffondersi o regredire ma garantisce anche una sorta di scorciatoia, un alibi emergenziale a politiche straordinarie divenute però strutturali. in tal senso, questo grafico parla da solo

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Bea/Custer Consulting Group
e spiega più di mille emendamenti quale sia la vera e stringente priorità cui risponde il pacchetto di stimolo da 1,9 trilioni di dollari, non a caso approvato a tempo di record dal Congresso: il Covid ha garantito una sorta di stress test dell’helicopter money, stante il livello di dipendenza reddituale della gran parte degli americani dai trasferimenti federali via welfare. E queste ultime due immagini

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Bloomberg

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Bank of America
mostrano come ormai la partita di giro sia talmente sistemica da non potersi paradossalmente permettere un reale ritorno alla normalità, un riapertura all’old normal: se i cosiddetti stimmies, i cittadini che usano appunto lo stimolo federale per giocare in Borsa, hanno garantito a Wall Street sostegno fondamentale agli ultimi due rally, oggi il nuovo e più corposo assegno in arrivo vedrà una sostanziale porzione dell’ammontare riversarsi nuovamente sugli indici.

Non a caso, dopo settimane di correzione, il Nasdaq e gli Etf tech sono tornati a ruggire, complici le mosse del governo e della Banca centrale cinese tramite i suoi fondi spazza-equity. Al netto del rischio inflazione e dei tassi in risalita, derubricati entrambi a variabili temporanee legate proprio all’eccezionalità pandemica del momento. Il Covid è una strategia di hedging dalla realtà, ormai. E la narrativa sull’America fuori dal tunnel, lo conferma.

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