I risparmiatori truffati dalle banche rischiano di non vedere un centesimo? L’ultima ondata di polemiche sui rimborsi
I risparmiatori truffati dalle banche (circa 6.000 persone) riusciranno ad ottenere i risarcimenti dovuti?
Una domanda più lecita che mai alla luce delle ultime discussioni e perplessità emerse sull’argomento.
Già qualche settimana fa l’Ue ha lanciato un monito all’Italia, rea a sua detta di aver inserito nella Legge di Bilancio 2019 delle previsioni contrastanti con la normativa europea, soprattutto con quella inerente il bail in. Un nuovo fronte di guerra tra Roma e Bruxelles che ha addirittura portato a parlare di rimborsi a rischio.
L’argomento è tornato sulla bocca di tutti nel pomeriggio di ieri, quando sono stati definiti i dettagli del decreto ministeriale volto a garantire i risarcimenti dei risparmiatori truffati dalle banche. La domanda però rimane: questi rimborsi si configureranno come aiuti di Stato?
Crac banche, a rischio rimborsi. Che succede?
Il Governo ha ripetutamente espresso ottimismo sulle misure pensate per rimborsare i risparmiatori truffati. Quella di ieri è stata l’ennesima buona occasione per riaffermare con certezza che i risarcimenti non verranno considerati aiuti di Stato.
Non tutti però sono rimasti colpiti dalle mosse dell’esecutivo gialloverde, ma andiamo per ordine.
Qualche tempo fa Bruxelles ha esaminato e successivamente evidenziato le criticità contenute nelle manovre elaborate dal Governo con l’obiettivo di rimborsare i risparmiatori dopo i crac delle banche.
Secondo la normativa europea l’accertamento di vendita fraudolenta dovrebbe essere condotto o da un Tribunale o da un arbitrato indipendente. La Legge di Bilancio 2019 però non ha previsto nulla di tutto questo, aprendo invece alla possibilità di inoltrare una semplice richiesta al MEF da far analizzare poi da un’apposita commissione.
Più nello specifico, l’Italia ha istituito un fondo da 525 milioni annui (per il triennio 2019-2021) che servirà al risarcimento di tutti quei risparmiatori che hanno subito un “pregiudizio ingiusto” da banche finite in liquidazione coatta amministrativa in un arco di tempo compreso tra il 16 novembre 2015 e il 1° gennaio 2018.
Non è chiaro a questo punto se il Governo abbia inserito nel decreto (ieri definito ma non ancora pubblicato) anche le misure richieste fortemente da Bruxelles, tra cui l’introduzione di un arbitro terzo cui affidare l’analisi delle richieste e dei relativi rimborsi.
Secondo indiscrezioni di Repubblica, l’esecutivo starebbe pensando di inserire nella commissione istituita al MEF anche alcuni rappresentanti che lavorano negli enti, compresi funzionari Consob.
Ma cosa accadrebbe se le misure pensate dall’Italia si scontrassero con il diniego dell’Europa? Il rischio è che i 525 milioni destinati ai rimborsi dei risparmiatori truffati dalle banche potrebbero essere congelati fino a data da destinarsi.
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