Cosa c’entra Credit Suisse con i nazisti (secondo gli Usa)

Maria Paola Pizzonia

5 Gennaio 2025 - 22:16

Credit Suisse accusata di aver occultato conti nazisti: nuove indagini svelano legami mai dichiarati con il Terzo Reich.

Cosa c’entra Credit Suisse con i nazisti (secondo gli Usa)

Se la Svizzera sperava di aver chiuso i conti con il suo passato controverso, nuove accuse dal Senato degli Stati Uniti puntano a riaprire un capitolo oscuro. Secondo un’inchiesta pubblicata dal Wall Street Journal, Credit Suisse, ora parte di UBS, avrebbe occultato informazioni su conti intestati a nazisti e partner del Terzo Reich. Un’ombra pesante che riporta alla luce legami mai del tutto sepolti tra il sistema bancario svizzero e il regime nazista.

La «American Blacklist» e i conti della vergogna

Le accuse partono da una scoperta inquietante: una lista, identificata con il timbro “American Blacklist”, che include nomi di clienti e conti bancari riconducibili a chi finanziava o commerciava con i nazisti e i loro alleati. Tra questi, emergono dettagli di un conto corrente collegato addirittura alla famigerata Waffen-SS, l’unità d’élite responsabile di alcune delle atrocità più brutali della Seconda guerra mondiale.

Queste rivelazioni sono emerse grazie al lavoro di investigatori indipendenti che, su incarico della banca stessa, stanno esaminando 3.600 scatole di documenti non visionati durante le indagini degli anni ’90. La portata delle scoperte ha sollevato dubbi sull’effettiva trasparenza dei risarcimenti del passato, che il Wall Street Journal non esita a definire come un possibile “whitewash”, ovvero un’operazione di facciata per ripulire l’immagine della banca. Quindi i risarcimenti miliardari versati alle vittime della Shoah potrebbero essere stati solo parziali, omettendo dettagli fondamentali sui conti ancora nascosti.

Il ruolo di Neil Barofsky: l’investigatore messo a tacere

Neil Barofsky, ex procuratore statunitense, ha avuto un ruolo centrale in questa nuova indagine. Nominato nel 2021 da Credit Suisse come garante indipendente per far luce sui legami della banca con il nazismo, è stato rimosso poco dopo, apparentemente sotto pressione. Tuttavia, il 2023 ha visto il suo reintegro in seguito all’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS.

Barofsky, nella sua lettera al Senato USA, accusa la banca di aver cercato di limitare il suo lavoro, ostacolando indagini che avrebbero potuto rivelare l’esistenza di conti non dichiarati durante le precedenti inchieste. Tali accuse hanno spinto la Commissione Bilancio del Senato a muovere ulteriori accuse contro l’istituto bancario.

Il Senato USA: «Prove di conti nascosti»

Secondo la Commissione Bilancio del Senato, Credit Suisse avrebbe omesso informazioni fondamentali in merito a conti riconducibili ai nazisti. Si legge nella nota ufficiale:

Decine di migliaia di documenti scoperti forniscono nuove prove sull’esistenza di conti che erano finora sconosciuti o parzialmente noti.

Risulta allora evidente che il mancato rispetto delle indagini precedenti non solo compromette la credibilità della banca, ma getta un’ombra sulla reale portata dei risarcimenti già versati, rafforzando il sospetto di un whitewash.

UBS e le promesse di trasparenza

UBS, che ha acquisito Credit Suisse nel 2023, ha promesso la massima collaborazione per completare un censimento dettagliato dei conti legati al Terzo Reich. La banca ha dichiarato:

Siamo impegnati a fornire tutta l’assistenza necessaria affinché questa indagine possa far luce su un periodo tragico della storia.

Si tratta di un tentativo di ridare credibilità a un sistema bancario messo ancora una volta sotto accusa. Queste nuove rivelazioni potrebbero rappresentare un punto di svolta nell’interpretazione storica dei rapporti tra la Svizzera e il nazismo. La storia si mescola con le strategie finanziarie, e ciò che viene alla luce oggi potrebbe farci vedere i risarcimenti di ieri con locchi diversi, confermando quanto denunciato dal Wall Street Journal. Che sia quindi una strategia di facciata o una chiusura definitiva? Forse, la vera resa dei conti del sistema bancario svizzero è ancora tutta da scrivere.

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