Economia globale: crescita o crisi? I prossimi 5 anni saranno cruciali e ci sono alcuni Paesi chiave dai quali dipenderà il Pil del mondo. Lo dice il Fondo monetario internazionale.
Il Pil del mondo dipenderà sempre di più da alcuni Paesi: sarà crescita o crisi per l’economia globale?
A dare una ipotetica risposta sono state le stime del FMI, secondo le quali più che la recessione Usa - presunta o reale già nel 2023 - saranno gli sviluppi di alcune nazioni chiave a dettare il ritmo di espansione o di crollo del Prodotto interno lordo mondiale.
Con l’Asia destinata a guidare commercio ed espansione globale, non stupisce che la Cina giochi un ruolo da protagonista per il futuro del mondo. Tuttavia, ci sono anche altri Stati da osservare attentamente perché possono guidare la ripresa.
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L’economia globale dipende dalla Cina?
Il primo appunto del FMI degno di nota è sul Dragone. Quest’anno l’economia cinese è partita alla grande, iniziando a riprendersi dai blocchi dovuti al Covid e contribuendo allo stesso tempo a stimolare la crescita globale.
Il Pil ha superato le aspettative degli economisti nel primo trimestre, sostenuto dalla spesa dei consumatori. Il Fondo monetario internazionale ha affermato che la Cina darà il maggior contributo alla produzione globale nei prossimi cinque anni, anche se l’India l’ha superata come nazione più popolosa del mondo.
L’economia cinese è cresciuta nel primo trimestre al ritmo più veloce in un anno, mettendo Pechino sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo per il 2023 senza aggiungere stimoli importanti, contribuendo anche ad attutire l’economia globale contro una recessione.
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In realtà, il +4,5% di Pil nel primo trimestre ha mostrato le sue zone d’ombre per una nazione così potente come quella cinese che ha abituato a balzi di ben altro peso. Tuttavia, non si può negare che per esempio le esportazioni della Cina sono tornate a correre, soprattutto per quanto riguarda beni e materie prime come veicoli elettrici, batterie al litio, pannelli solari, acciaio.
Con una nota molto interessante sulla destinazione dell’export: in calo l’Europa, in aumento la Russia. Una indicazione di come non solo la Cina guidi la ripresa mondiale, ma la orienti anche verso alcune regioni del mondo specifiche.
Non sarà sfuggito agli analisti il viaggio di Lula, presidente del Brasile, a Pechino. Un grafico Ispi mostra l’importanza economica e commerciale del legame delle due nazioni:
La Cina è molto più cruciale degli Usa per il commercio brasiliano.
Non solo Cina: da chi dipenderà la crescita o la crisi mondiale?
La Cina sarà quindi il principale contributore alla crescita globale nei prossimi cinque anni, con una quota destinata a raddoppiare quella degli Stati Uniti, secondo il Fondo monetario internazionale.
Anche da queste previsioni si capisce perché la Casa Bianca hanno iniziato una sfida trasversale contro lo sviluppo di Pechino in settori chiave quali quello tecnologico e il militare.
La ripresa del mondo, comunque, dipenderà anche da Brasile, Russia, India che, insieme al dragone, dovrebbero aggiungere quasi il 40% della crescita mondiale fino al 2028. Da sottolineare, che la nazione indiana ha superato quella cinese per maggiore popolazione mondiale: un sorpasso storico tra due giganti asiatici.
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