Approfittando della crisi energetica europea, gli Stati Uniti sono diventati il primo esportatore di gas naturale liquefatto. Ma l’incremento dell’export sta mettendo i bastoni tra le ruote al piano del presidente Biden.
Come da attese, gli incontri tra USA e Russia che si sono tenuti negli ultimi giorni a Ginevra, Bruxelles e Vienna non hanno portato i risultati sperati, spingendo numerosi commentatori ad evocare i fantasmi di un conflitto nel cuore dell’Europa.
Un deterrente che potrebbe rivelarsi utile a frenare le ambizioni russe è rappresentato dalle sanzioni sui prodotti energetici, gas e petrolio, estratti nel Paese degli zar.
Ma ovviamente si tratta di misure che finirebbero per aggravare ulteriormente l’attuale crisi energetica che minaccia l’Europa.
AIE: crisi energetica provocata dalla Russia
“Ci sono forti evidenze del fatto che la carenza di gas in Europa sia causata dal comportamento della Russia", ha detto qualche giorno fa il capo dell’Agenzia internazionale per l’Energia, Fatih Birol.
“I bassi flussi di gas russo di oggi verso l’Europa -ha rincarato Birol- coincidono con l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche sull’Ucraina, volevo solo sottolineare questa coincidenza".
Secondo i numeri diffusi da Birol, la compagnia russa Gazprom nel quarto trimestre 2021 ha ridotto le sue esportazioni verso l’Europa del 25% rispetto ad un anno prima «malgrado i prezzi di mercato elevati».
USA primo esportatore globale di gas naturale liquefatto
Della situazione stanno approfittando gli Stati Uniti che, grazie alla costruzione di nuovi terminali e dei prezzi da record in Europa, sono divenuti in poco tempo il primo esportatore mondiale di gas naturale liquefatto.
USA, importazioni ed esportazioni di Gas Naturale Liquefatto. Fonte: Quartz
Da sempre importatore netto di gas, gli Stati Uniti hanno sfruttato la rivoluzione portata dal fracking (la frantumazione idraulica delle rocce di scisto) per diventare, negli ultimi anni, esportatori netti di LNG (Liquefied Natural Gas).
Già alle prime avvisaglie della crisi energetica europea, i produttori statunitensi hanno cambiato rotta ai cargo diretti in Asia in direzione dei più redditizi mercati del Vecchio continente.
Stando alle indicazioni in arrivo dai dati di Refinitiv e dell’EIA (Energy Information Administration), circa metà del LNG uscito dagli Stati Uniti a dicembre è stato spedito in Europa, contro il 37% di inizio 2021.
In dati assoluti, a dicembre i flussi diretti verso l’Europa hanno fatto registrare un nuovo massimo storico attestandosi a 7,15 milioni di tonnellate di LNG.
L’incremento dell’export sta però mettendo i bastoni tra le ruote al processo di decarbonizzazione voluto dal presidente Biden, poiché prezzi maggiori del Gas Naturale stanno spingendo anche la domanda di carbone che, nel 2021, con un +22% ha fatto segnare il primo aumento annuo dal 2014.
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