Il CRO è quel codice di 11 numeri che serve a tracciare un’operazione bancaria. Ecco dove trovarlo o eventualmente come recuperarlo dal TRN.
Può capitare che per dimostrare l’avvenuto pagamento - specialmente quando effettuato con bonifici non SEPA - vi venga richiesto di indicare il CRO, ossia il codice di riferimento dell’operazione. Chi non sa di cosa si tratta, però, potrebbe anche avere difficoltà a individuare dove si trova, rischiando così di non poter fornire un’informazione essenziale ai fini del tracciamento dell’operazione.
Tuttavia, non bisogna farsi prendere dal panico perché trovare il CRO è molto semplice, basta sapere dove cercare o come fare per recuperarlo.
Cos’è il CRO
Come anticipato, CRO è l’acronimo di codice di riferimento dell’operazione. È un codice numerico di 11 cifre, utile a individuare la transazione d’interesse: a tal proposito, va detto che il CRO può riferirsi a un bonifico ma non solo, in quanto è utile per tracciare anche altre operazioni bancarie come ad esempio la richiesta di bloccare una carta smarrita.
Attenzione, nel solo caso del bonifico postale il CRO è composto da 15 cifre, visto che le prime quattro - 7601 - indicano l’appartenenza al circuito di Poste italiane.
Dove trovare il CRO
Solitamente il CRO è indicato nella ricevuta dell’operazione a cui riferisce. Come anticipato non potete sbagliarvi in quanto si tratta dell’unico codice composto da 11 numeri presente nella ricevuta. Possibile però che il CRO non venga espressamente indicato: in tal caso ogni banca prevede una procedura differente per recuperarlo, quindi è opportuno contattare l’assistenza per capire come fare oppure consultare le guide presenti sul loro sito.
Ci sono poi altri casi, come può essere nel caso del bonifico effettuato in Posta, in cui il CRO non è indicato ma è comunque possibile recuperarlo dal TRN.
Cos’è il TRN
Il TRN sta invece per transaction reference number, codice di riferimento univoco che sta a identificare un’operazione di pagamento. Viene utilizzato dal 2016, da quando sono stati introdotti i bonifici SEPA, e in alcuni casi potrebbe essere l’unico codice indicato nella ricevuta di pagamento.
Questo perché il TRN racchiude al suo interno anche il CRO: tant’è che in alcuni casi per dare conferma dell’operazione avvenuta si può comunicare anche il TRN al posto del CRO. Laddove invece venga espressamente richiesto quest’ultimo, è importante sapere come recuperarlo in pochi minuti. Nel dettaglio, il TRN è composto da 30 caratteri, sia numeri che lettere: dal sesto all’undicesimo sono solamente numeri, in quanto identificano il CRO.
A cosa serve il CRO
Il CRO rende tracciabile l’operazione bancari a cui riferisce, senza alcun margine di errore, garantendone così la sicurezza. Pensiamo ad esempio a un bonifico sbagliato, per il quale è necessario bloccarne il pagamento: in quel caso ai fini della buona riuscita dell’operazione sarà necessario comunicare il CRO.
Come detto in apertura è utile anche nel rapporto tra debitore e creditore: fornendo il CRO, infatti, il creditore potrà verificare che l’operazione da lui richiesta sia stata di fatto eseguita (anche perché l’arrivo dei soldi su conto corrente non sempre è immediato). Ad esempio, il CRO potrebbe essere richiesto dal notaio che deve procedere con le pratiche per l’acquisto di un immobile e ha bisogno di avere i dati riferiti a eventuali pagamenti effettuati, oppure quando ci si iscrive a un concorso pubblico per il quale va versata la tassa di partecipazione.
La differenza con il CRI
In alcuni casi il CRO del bonifico bancario viene sostituito dal CRI, acronimo che sta per codice di riferimento interno. La funzione è la stessa, in quanto serve a identificare l’operazione effettuata, con la differenza che in questo caso i due conti correnti interessati, quindi sia quello che invia che quello che riceve i soldi, appartengono allo stesso gruppo bancario.
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