CRO bonifico, cos’è, a cosa serve e come recuperarlo dal TRN

Alessandro Cipolla

16 Dicembre 2024 - 12:22

La guida al CRO (Codice Riferimento Operazione) del bonifico: cos’è, a cosa serve, dove trovarlo e le differenze con TRN e CRI.

CRO bonifico, cos’è, a cosa serve e come recuperarlo dal TRN

CRO bonifico, la guida: tutto quello che c’è da sapere su questo codice numerico molto importante molto utile per tracciare una transazione e verificarne l’avvenuto completamento.

Molto spesso può capitare che per dimostrare l’avvenuto pagamento - specialmente quando effettuato con bonifici non SEPA - vi venga richiesto di indicare il CRO, ossia il Codice di Riferimento dell’Operazione.

Non tutti però sanno di cosa si tratta, visto che l’Italia è in grave ritardo rispetto alla media Ue per quanto riguarda l’alfabetizzazione finanziaria: per le tabelle dell’Ocse il Belpaese ha ottenuto un punteggio pari a 53 su 100, mentre la media è di 63.

Tuttavia non bisogna farsi prendere dal panico perché individuare il CRO di un bonifico è molto semplice: vediamo allora cos’è, a cosa serve, dove trovarlo e le differenze con TRN e CRI.

Cos’è il CRO del bonifico

Il CRO bonifico come detto è l’acronimo di Codice di Riferimento dell’Operazione. Cerchiamo di capire adesso di cosa stiamo parlando.

È un codice numerico di 11 cifre, generato per identificare in modo univoco un bonifico bancario e utile a individuare la transazione d’interesse.

Il CRO può riferirsi a un bonifico, ma non solo in quanto è utile per tracciare anche altre operazioni bancarie come ad esempio la richiesta di bloccare una carta smarrita.

Attenzione, nel solo caso del bonifico postale il CRO è composto da 15 cifre, visto che le prime quattro - 7601 - indicano l’appartenenza al circuito di Poste italiane.

A cosa serve il CRO

Il CRO di un bonifico rende tracciabile l’operazione bancaria a cui riferisce, senza alcun margine di errore, garantendone così la sicurezza. Pensiamo ad esempio a un bonifico sbagliato, per il quale è necessario bloccarne il pagamento: in quel caso ai fini della buona riuscita dell’operazione sarà necessario comunicare il CRO.

Il codice è utile anche nel rapporto tra debitore e creditore: fornendo il CRO, il creditore infatti potrà verificare che l’operazione da lui richiesta sia stata di fatto eseguita, anche perché l’arrivo dei soldi su conto corrente non sempre è immediato.

Inoltre il CRO potrebbe essere richiesto da un notaio che deve procedere con le pratiche per l’acquisto di un immobile, il tutto per avere i dati riferiti a eventuali pagamenti effettuati; altro caso è di quando ci si iscrive a un concorso pubblico per il quale va versata la tassa di partecipazione.

Riassumendo, il CRO di un bonifico ha tre grandi utilizzi.

Verifica dello stato del bonifico, magari per controllare se i fondi sono stati trasferiti correttamente.
Tracciabilità visto che consente alla banca di individuare rapidamente la transazione.
Riconciliazione dei pagamenti essendo spesso richiesto per confermare pagamenti in ambito amministrativo o commerciale.

Dove trovare il CRO del bonifico

Solitamente il CRO di un bonifico è indicato nella ricevuta dell’operazione a cui riferisce. Come detto in precedenza si tratta dell’unico codice composto da 11 numeri presente nella ricevuta.

In alcuni casi però che il CRO non è espressamente indicato: in tal caso ogni banca prevede a una procedura differente per recuperarlo, quindi è opportuno contattare l’assistenza per capire come fare oppure consultare le guide presenti sul loro sito.

Ci sono poi altri casi, come può essere nel caso del bonifico effettuato in Posta, in cui il CRO non è indicato ma è comunque possibile recuperarlo dal TRN.

Differenza tra CRO, TRN e CRI

Qual è allora la differenza tra CRO e TRN? Anche questo è un aspetto che deve essere chiarito per non generare confusione sull’argomento.

Il TRN è l’acronimo di Transaction Reference Number, ed è il codice di riferimento univoco che sta a identificare un’operazione di pagamento.

Viene utilizzato dal 2016 - da quando sono stati introdotti i bonifici SEPA - e in alcuni casi potrebbe essere l’unico codice indicato nella ricevuta di pagamento.

Questo perché il TRN racchiude al suo interno anche il CRO, tant’è che in alcuni casi per dare conferma dell’operazione avvenuta si può comunicare anche il TRN al posto del CRO.

Nel dettaglio, il TRN è composto da 30 caratteri, sia numeri che lettere: dal sesto all’undicesimo sono solamente numeri, in quanto identificano il CRO.

Il CRI (Codice Riferimento Interno) invece è un codice generato internamente dalla banca per identificare operazioni nei propri sistemi.

Non segue uno standard fisso come il CRO o il TRN e varia da banca a banca, venendo usato solitamente solo internamente alla banca non venendo comunicato al cliente.

CaratteristicaCROTRNCRI
Ambito di utilizzo Locale Internazionale Interno alla banca
Standardizzazione No
Composizione 11 cifre Alfanumerico Variabile
Utilizzo per clienti No

Anche se l’utilizzo può apparire simile, come si può vedere dalla tabella sono diverse le differenze tra CRO, TRN e CRI, trattandosi comunque sempre di specifici codici legati a operazioni finanziarie.

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# Banche

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