Bonifico sbagliato, cosa fare?

Money.it Guide

11 Febbraio 2025 - 16:30

Capita di effettuare un bonifico sbagliato, che sia il destinatario, l’importo o l’IBAN. Ecco la procedura in caso di accredito errato su conto corrente.

Bonifico sbagliato, cosa fare?

Quando si effettua un bonifico, può capitare di commettere degli errori: dal nome del destinatario all’importo, fino ad arrivare al codice IBAN. Il mittente di un versamento deve, quindi, tenere conto di diverse informazioni essenziali che possono pregiudicare - se sbagliate - l’addebito giusto.

Errori nei dati possono generare, infatti, situazioni complesse. Che succede se si invia un bonifico errato? Cosa si può fare per rimediare? E se, invece, si riceve un accredito per sbaglio?

In ogni caso, procedere e trovare una soluzione è possibile: l’importante è muoversi in tempi stretti. Ecco cosa fare (e come agire).

Cosa si intende per bonifico sbagliato?

Un bonifico bancario è una transazione elettronica che consente il trasferimento di fondi da un conto corrente a un altro. Un «bonifico sbagliato» si verifica quando, durante questo processo, si commettono errori che compromettono la corretta esecuzione dell’operazione.

Gli errori più comuni includono:

  • inserimento errato dell’IBAN: l’IBAN (International Bank Account Number) è un codice univoco che identifica un conto bancario specifico. Un singolo carattere inserito in modo errato può indirizzare i fondi a un destinatario non previsto;
  • importo non corretto: digitare un importo diverso da quello inteso, sia esso superiore o inferiore, può causare discrepanze finanziarie significative;
  • dati del beneficiario non corrispondenti: anche se l’IBAN è corretto, l’inserimento di un nome del beneficiario che non corrisponde al titolare del conto può generare problemi;
  • causale errata o mancante: la causale fornisce informazioni sul motivo del pagamento. Un’errata o mancata indicazione può causare confusione o ritardi nella contabilizzazione.

Gli errori nei bonifici possono derivare da disattenzione, digitazione errata o informazioni incomplete. Ma quali sono le conseguenze di un bonifico errato?

  • Fondi trasferiti a un destinatario errato: se l’IBAN inserito è valido ma non appartiene al destinatario previsto, i fondi potrebbero finire su un conto non correlato.
  • Bonifico rifiutato: se l’IBAN non esiste o i dati non corrispondono, la banca potrebbe rifiutare la transazione, restituendo i fondi al mittente.
  • Ritardi nell’elaborazione: errori nei dati possono causare ritardi nell’elaborazione del bonifico, soprattutto se richiedono interventi manuali per la correzione.

Con l’introduzione dei bonifici istantanei, che permettono il trasferimento di fondi in pochi secondi, gli errori possono diventare irreversibili in tempi molto brevi. Dal 9 gennaio 2025, le banche sono obbligate a offrire bonifici istantanei senza costi aggiuntivi rispetto ai bonifici tradizionali. Tuttavia, questa rapidità riduce il tempo disponibile per intercettare e correggere eventuali errori.

Può essere inviato un bonifico se l’IBAN è errato?

L’IBAN è un elemento cruciale per l’esecuzione di un bonifico bancario, poiché identifica in modo univoco il conto del beneficiario. La possibilità che un bonifico venga eseguito con un IBAN errato dipende dalla natura dell’errore:

  • IBAN formalmente corretto ma non corrispondente al destinatario previsto: se l’IBAN inserito è valido dal punto di vista formale (cioè rispetta la lunghezza e la struttura prevista) ma appartiene a un conto diverso da quello del destinatario inteso, la banca eseguirà comunque il bonifico. In questo caso, i fondi saranno accreditati sul conto corrispondente all’IBAN inserito, anche se il nome del beneficiario non corrisponde. Questo scenario può portare a complicazioni nel recupero dei fondi trasferiti erroneamente.
  • IBAN formalmente errato: se l’IBAN inserito non rispetta la struttura standard (ad esempio, contiene un numero di caratteri errato o caratteri non validi), il sistema bancario rileverà l’errore e il bonifico non verrà eseguito. In tali casi, la banca generalmente informa il mittente dell’errore, consentendo la correzione dei dati e la ripetizione dell’operazione.

A partire dal 9 ottobre 2025, entrerà in vigore una normativa che obbliga le banche a verificare che il nome del beneficiario indicato nel bonifico corrisponda al titolare dell’IBAN. Questo controllo aggiuntivo mira a prevenire frodi e errori, garantendo una maggiore sicurezza nelle transazioni.

Bonifico sbagliato: ecco cosa fare

In caso di bonifico errato, è fondamentale agire tempestivamente per aumentare le possibilità di recupero dei fondi. Le azioni da intraprendere variano in base al tipo di errore e al canale utilizzato per disporre il bonifico.

Quanto tempo si ha per annullare un bonifico?

Il tempo disponibile per annullare un bonifico dipende dal tipo di bonifico e dalle politiche della banca e dalla fase di elaborazione della transazione.

  • Bonifico standard (SEPA o estero non istantaneo): di solito, i bonifici tradizionali impiegano uno o più giorni lavorativi per essere elaborati. Se la banca non ha ancora eseguito il bonifico, è possibile richiederne l’annullamento. I tempi esatti variano da banca a banca, ma generalmente è possibile intervenire entro la fine della giornata lavorativa in cui è stato disposto il bonifico.
  • Bonifico istantaneo: i bonifici istantanei vengono processati in pochi secondi e non possono essere annullati una volta confermati. In questi casi, l’unica possibilità è contattare immediatamente la propria banca per verificare se vi siano opzioni di intervento, come una richiesta di storno presso l’istituto del beneficiario.

Annullare un bonifico online

Se il bonifico è stato disposto tramite home banking o app, le banche spesso offrono un’opzione per revocarlo entro una finestra temporale limitata. I passi generali per annullare un bonifico online sono:

  1. accedere al proprio conto e verificare lo stato del bonifico;
  2. se il bonifico è ancora «in lavorazione», verificare se è presente l’opzione di annullamento;
  3. se l’opzione di annullamento non è disponibile, contattare immediatamente l’assistenza clienti della banca per chiedere l’intervento manuale.

Annullare un bonifico allo sportello

Nello scenario in cui il bonifico con IBAN o altro dato sbagliato sia stato inoltrato tramite uno sportello bancario o postale, è possibile recarsi lì nuovamente per richiedere che l’operazione venga annullata.

Va da sé che, se si riesce ad annullare il bonifico, si potrà poi procedere ad inoltrarne un altro facendo attenzione che, questa volta, tutti i dati siano corretti.

E se il bonifico sbagliato è stato già inviato?

Tuttavia, date le poche ore a disposizione per accorgersi dell’errore e procedere con l’annullamento del bonifico bancario, è possibile che la transazione non sia più cancellabile.

In tal caso è necessario seguire una procedura che tutte le banche sono obbligate ad offrire ai propri clienti per legge e che permette la restituzione dell’importo della transazione del bonifico sbagliato in via automatica.

Ogni banca che riceve il denaro è tenuta ad annullare il bonifico in via automatica e restituire al mittente i soldi qualora i dati del destinatario (nome e cognome) non corrispondessero con quelli del titolare di codice IBAN indicato nella stressa transazione. Il rimborso dell’importo del bonifico bancario sbagliato avviene solitamente nell’arco di pochi giorni.

Se il denaro è già stato versato nel conto corrente del destinatario sbagliato, è necessario che quest’ultimo dia il proprio consenso alla restituzione del capitale al mittente che ha compiuto l’operazione sbagliata.

Come previsto dal decreto legislativo del 27 gennaio 2010 n. 11 , all’articolo 5 dal titolo “Consenso e revoca del consenso”, “Il consenso può essere revocato in qualsiasi momento, nella forma e secondo la procedura concordata nel contratto quadro o nel contratto relativo a singole operazioni di pagamento, purché prima che l’ordine di pagamento diventi irrevocabile ai sensi dell’articolo. Le operazioni di pagamento eseguite dopo la revoca del consenso ad eseguire più operazioni di pagamento non possono essere considerate autorizzate”.

Ciò significa che la banca del destinatario ha ricevuto il denaro, questa lo può restituire al mittente solo se il destinatario concede il suo consenso.
L’articolo 17 recita:

“Decorsi i termini di cui ai commi da 1 a 4, l’ordine di pagamento può essere revocato solo con il mutuo consenso dell’utilizzatore e del suo prestatore di servizi di pagamento. Nei casi previsti ai commi 2 e 3, per la revoca dell’ordine di pagamento è necessario anche il consenso del beneficiario. Il prestatore di servizi di pagamento può addebitare le spese della revoca solo qualora ciò sia previsto nel contratto quadro.”

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al testo completo in Gazzetta Ufficiale.

Cosa fare se si riceve un accredito errato sul conto corrente

E se non fossimo noi i mittenti del bonifico bancario sbagliato, ma invece i destinatari di soldi che non ci spettano?

Fare finta di niente, non avvisare nessuno e godersi tale cifra “regalata” da chi ha compiuto l’operazione errata può avere delle conseguenze a livello penale. La Legge parla chiaramente di “indebito oggettivo”, disciplinato nell’art. 2033 del Codice Civile:

“Chi ha eseguito un pagamento non dovuto ha diritto di ripetere ciò che ha pagato. Ha inoltre diritto ai frutti e agli interessi dal giorno del pagamento, se chi lo ha ricevuto era in mala fede, oppure, se questi era in buona fede, dal giorno della domanda.”

Risulta chiaro il diritto da parte del mittente del pagamento a ricevere indietro l’importo del bonifico inoltrato al beneficiario sbagliato. Quest’ultimo deve contattare la propria banca e provvedere a dare il proprio consenso alla restituzione della somma. In caso contrario, colui che ha effettuato il bonifico errato potrà rivolgersi al Tribunale ed aprire una causa civile. In difetto, il beneficiario senza diritto deve rispondere all’articolo 646 del Codice Penale, colpevole di appropriazione indebita:

“Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, si appropria il denaro o la cosa mobile [c.c. 812; c.p. 624] altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa [c.p. 120; c.p.p. 336], con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a euro 1.032 [c.p. 29].”

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