Dall’anno in cui morì Sergio Marchionne a oggi quasi tutti i 14 marchi Stellantis hanno subito un calo nelle immatricolazioni superiore a quello del mercato.
Recupera terreno Alfa Romeo e regge Jeep, ma soffrono Fiat e Opel. Procedono a velocità diverse le performance sul mercato dei principali marchi Stellantis, che per alcuni brand ha registrato nel 2023 nell’Unione Europea fino al 59% di immatricolazioni in meno rispetto al 2018. In quell’anno morì Sergio Marchionne, il dirigente che accompagnò la Fiat alla fusione con Chrysler. Un’operazione che qualche anno più tardi fu il presupposto per un’ulteriore fusione, questa volta tra Fiat Chrysler e Groupe PSA: ossia l’odierna Stellantis.
Secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei di auto, nel 2023 Stellantis ha immatricolato nei paesi dell’Unione Europea 1,8 milioni di autovetture, piazzandosi al secondo posto tra i gruppi automotive per maggior numero di vendite, dietro a Volkswagen (2,7 milioni di auto). Si tratta di un risultato positivo per la holding franco-italo-statunitense guidata da Carlos Tavares: +2,9% di immatricolazioni rispetto al 2022, in un contesto di generale crescita del mercato.
Lo scorso anno Stellantis si è migliorata, ma meno rispetto ai competitor. Nel 2023 il gruppo Volkswagen ha incrementato le immatricolazioni in Ue del 18%, Renault di quasi il 17%, mentre BMW ha superato il 15%. Non solo: oltre a crescere meno degli altri, Stellantis negli ultimi anni ha fatto anche registrare decisi cali nelle vendite di alcuni suoi marchi chiave. [...]
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