Entrano in vigore i dazi di Donald Trump: schiaffo del 104% contro la Cina. Wall Street fallisce il tentativo di recupero e va ancora giù. Borsa Tokyo -4%.
Entrano in vigore i dazi reciproci decisi dal presidente americano Donald Trump, con le tariffe contro la Cina che sono state triplicate fino al 104%.
Alta tensione sui mercati, in primis sulle borse asiatiche e a Wall Street, con quest’ultima che ha fallito il tentativo di recupero, che aveva visto il Dow Jones schizzare nei primi minuti della seduta di oltre 1.000 punti.
Sberla Trump contro la Cina, dazi al 104%. Gli altri Paesi più colpiti dalle tariffe USA
I dazi di Trump, effettivi a partire dalla mezzanotte ora di Washington, colpiscono per ora i prodotti che gli Stati Uniti importano da 86 Paesi, e comportano tariffe più alte comprese tra l’11% e l’84%.
La sberla contro la Cina, l’economia più colpita, riflette dazi iniziali del 20%, ulteriori dazi del 34% e dazi del 50% che sono stati imposti all’ultimo minuto dall’amministrazione americana e firmati nella giornata di ieri dal presidente Trump.
Oltre alla Cina, tra le economie più colpite dalla furia di Trump compaiono il Lesotho (tariffe del 50%), la Cambogia (49%), il Laos e il Vietnam (dazi pari rispettivamente al 48% e il 46%). “L’America tornerà a essere ricca molto presto”, ha annunciato il capo della Casa Bianca.
La notizia dell’imposizione di dazi fino al 104% contro la Cina ha mandato subito al tappeto Wall Street, che ha vissuto ieri una seduta contrassegnata di nuovo da violente oscillazioni.
Wall Street KO, Dow Jones giù di oltre 4.500 in 4 sedute, Nasdaq -13%, S&P -12%
Alla fine della giornata di contrattazioni, il Dow Jones Industrial Average è scivolato di 320,01 punti, o dello 0,84%, chiudendo a quota 37.645,59, ed estendendo la perdita delle ultime quattro sessioni a più di 4.500 punti. Durante la sessione di ieri, nei massimi intraday, l’indice era balzato fino a +3,9%.
Lo S&P 500 ha perso l’1,57%, a quota 4.982,77 punti, riuscendo a sventare di nuovo il mercato orso, sebbene di un soffio, visto che il livello a cui è capitolato è inferiore di quasi il 19% rispetto al record testato nel mese di febbraio.
Il listino benchmark di Wall Street ha chiuso inoltre al di sotto della soglia psicologica di 5.000 punti per la prima volta dall’aprile del 2024, e nelle ultime quattro sedute ha accumulato perdite di oltre il 12%.
Peggio ha fatto il Nasdaq Composite, che ha terminato la seduta in calo del 2,15%, a 15.267,91 punti, dopo essere schizzato fino a +4,5% nelle ore precedenti. Il Nasdaq ha perso più del 13% nelle ultime quattro sedute. Nessun intervento da parte della Fed di Jerome Powell, contrariamente ai rumor che si erano diffusi nella giornata di lunedì.
Borse asiatiche, reazione a dazi Trump: borsa Tokyo -4%, Seoul entra in mercato orso
Occhio al trend delle borse asiatiche, con l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo che ha chiuso la giornata di contrattazioni scivolando del 3,93%, a quota 31.714,03 punti, e il Kospi della borsa di Seoul entrato ufficialmente nel mercato orso, soffrendo una flessione dell’1,7% circa.
Simile il calo dell’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong (-1,6%), mentre la borsa di Shanghai sale dello 0,19%.
Il sentiment decisamente negativo è confermato dal trend dei futures sui principali indici azionari americani.
I futures sul Dow Jones precipitano di quasi 800 punti, mentre quelli sul Nasdaq e sullo S&P 500 cedono più del 2%.
Yuan crolla a minimo record su dollaro USA, euro su a $1,0950. Il caso dei rendimenti dei Treasury
Sul mercato del forex, lo yuan è crollato al minimo record nei confronti del dollaro USA a quota 7,4242 dopo che la People’s Bank of China ha deciso di stabilire il tasso medio a 7,2038 yuan sul dollaro, al valore più basso dal 2023.
Rimane sotto pressione nei confronti delle principali valute il dollaro, con il cambio EUR-USD in rialzo dello 0,85% a $1,0950.
La valuta americana perde anche nei confronti dello yen, con il rapporto USD-JPY in calo dello 0,54% circa a JPY 145,48, così come verso la sterlina, con il cambio GBP-USD in rialzo dello 0,45%, a quota $1,2826.
Occhio al trend dei rendimenti dei Treasury a 10 anni che sono schizzati di ben 19 punti base, volando fino al 4,48%, dopo che l’altroieri erano crollati fino al 3,88%.
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