Debito comune per finanziare la guerra alla Russia: l’Ue mette l’elmetto

Alessandro Cipolla

22/03/2024

L’Ue vuole continuare a sostenere l’Ucraina ma sembrerebbe prepararsi a una guerra con la Russia: per finanziare l’apparato bellico ecco l’idea del debito comune in stile Recovery.

Debito comune per finanziare la guerra alla Russia: l’Ue mette l’elmetto

La guerra in Ucraina deve andare avanti, ma l’Unione europea per continuare a sostenere Kiev - in vista soprattutto di un disimpegno degli Usa in caso di vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre - ha bisogno di soldi, tanti soldi.

Con il nuovo über alles che è “la Russia non deve vincere questa guerra”, magari anche a costo di inviare truppe al fronte a sostegno di quelle ucraine, durante il Consiglio europeo i 27 leader degli Stati membri si stanno interrogando su come recepire i fondi necessari per mandare sempre più armi in Ucraina e, al tempo stesso, ripristinare i propri arsenali ora svuotati dai continui pacchetti di aiuti militari inviati a Kiev.

Insomma l’Europa non vuol sentir parlare di trattare con Vladimir Putin nonostante il recente appello di Papa Francesco per cercare di porre fine alla guerra, ma la situazione al fronte è complicata con la Russia che a suo modo ha mandato un messaggio al Consiglio europeo: una pioggia di missili che stanno colpendo centrali e infrastrutture energetiche ucraine, con un milione di persone che già sarebbero al buio.

Più in generale senza una svolta la Russia a breve potrebbe sfondare la linea difensiva ucraina e puntare verso Kiev oppure Odessa; in sostanza Putin starebbe per vincere la guerra visto che le truppe di Zelensky da tempo sarebbero senza uomini, soldi e munizioni.

L’idea lanciata dalla Francia - che piace anche all’Italia, meno ai frugali - è quella di fare di nuovo del debito comune - sotto forma di eurobond come fatto per il Recovery Fund - per rivoluzionare la difesa europea, garantendo al tempo stesso all’Ucraina quelle armi e munizioni necessarie per fronteggiare la Russia.

Debito comune per fare guerra alla Russia

A margine del Consiglio europeo l’Alto rappresentante Ue Josep Borrel ha dichiarato che “non bisogna impaurire la gente inutilmente, la guerra non è imminente”. Oltre quell’“imminente” che non fa dormire sonni troppo tranquilli, dal punto di vista comunicativo sono stati diversi leader comunitari a far temere un’escalation.

Giusto poche ore prima infatti il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha gonfiato il petto dichiarando che “se vogliamo la pace prepariamoci alla guerra, serve spendere di più per la difesa e produrre più munizioni”. Un concetto simile a quello ribadito più volte di recente da Emmanuel Macron.

Lo spettro di un coinvolgimento diretto dell’Ue nella guerra tra Russia e Ucraina di conseguenza non è un’invenzione giornalistica, ma è il frutto dell’escalation verbale che sta avvenendo nel Vecchio Continente.

Adesso però l’Ue si trova di fronte all’amletica questione del come reperire i soldi necessari per mandare avanti questa guerra. Chiedere un contributo diretto agli Stati membri sembrerebbe essere fuori discussione, soprattutto in piena campagna elettorale per le elezioni europee di giugno.

All’Italia piacerebbe lo scorporo della spesa militare dal conteggio del deficit di un Paese, in modo da poter spendere di più per la difesa senza dover badare alle regole di bilancio. Il nostro governo però avrebbe appoggiato anche la proposta francese di ricorrere di nuovo agli eurobond.

Noi crediamo nell’Europa - ha spiegato il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani -. E crediamo in una difesa europea. Gli eurobond per la difesa sono una buona idea, così come è stato fatto per il Covid. La difesa europea è un percorso che necessita anche di un sostegno finanziario, credo che abbiamo buone ragioni per convincere anche gli altri Paesi”.

Il ricorso al debito comune però non sembrerebbe convincere i Paesi storicamente più rigidi a questi strumenti, anche se questa volta il fronte dei frugali sembrerebbe essere meno coeso rispetto al passato visto che a Est in molti temono un attacco da parte della Russia.

Come da buona prassi comunitaria ogni decisione probabilmente verrà presa al Consiglio europeo di giugno, quando le urne saranno chiuse, ma nel frattempo il conflitto sta andando avanti e le difficoltà dello stoico esercito ucraino appaiono essere sempre più evidenti: di fronte alle necessità politiche dettate dalla campagna elettorale, anche la guerra può aspettare tanto al fronte non ci sono i figli di Michel o di Macron.

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