Decreto Ristori 5, quali tra i soggetti beneficiari verrà penalizzato? Facciamo una panoramica sul funzionamento dei contributi a fondo perduto dal decreto Rilancio fino ad oggi, e come potrebbero cambiare requisiti e modalità di calcolo.
Decreto Ristori 5, chi sarà penalizzato tra i soggetti beneficiari dei nuovi contributi a fondo perduto?
Fino all’approvazione del testo del decreto Ristori 5 possiamo solo fare ipotesi sulla base delle dichiarazioni dei Ministri coinvolti, in particolare Patuanelli per lo Sviluppo Economico.
Il testo del decreto, nel frattempo, dovrebbe essere approvato entro fine settimana, anche se con la crisi di Governo in atto -e le dimissioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte- non è detto che si riesca a rispettare la tabella di marcia prestabilita.
Facciamo una panoramica della “saga” Ristori, per capire come potrebbero cambiare le modalità di calcolo e capire quali sono le categorie di beneficiari penalizzate dal nuovo provvedimento.
Decreto Ristori 5: chi verrà penalizzato?
Per poter fare ipotesi su chi verrà penalizzato nel prossimo decreto Ristori è doverosa una panoramica sul funzionamento dei contributi a fondo perduto fino ad oggi.
In principio fu il decreto Rilancio: bisogna per forza partire dal provvedimento di maggio, in quanto ha fornito il perimetro di riferimento seguito dai primi quattro decreti Ristori.
I primi beneficiari del fondo perduto erano i titolari di partita IVA esercenti attività d’impresa, lavoro autonomo e di reddito agrario coi seguenti requisiti:
- con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel 2019;
- se il fatturato di aprile 2020 ha subito una riduzione del 33% rispetto al fatturato di aprile 2019;
- se hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019;
- se hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio dei Comuni in cui lo stato di emergenza per eventi calamitosi era in vigore quando è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria (ovvero il 31 gennaio 2020).
Le ultime due categorie hanno diritto al contributo a fondo perduto anche senza il requisito di riduzione di un terzo del fatturato.
Da notare che il mese preso in considerazione per il calo del fatturato è aprile 2020 rispetto ad aprile 2019.
Il primo decreto Ristori ha poggiato le basi sull’impianto del Rilancio. In pratica, chi aveva già chiesto i finanziamenti del decreto Rilancio non ha dovuto ripresentare domanda, e quindi ha avuto i soldi prima e in modo automatico.
Chi, invece, non li aveva chiesti o non era tra i possibili beneficiari, ha dovuto presentare istanza. Non solo: il decreto Ristori ha messo in atto il meccanismo dei beneficiari basato sui codici ATECO, la cui lista è stata allungata coi decreti Ristori successivi:
- il secondo ha previsto una “corsia” ad hoc per le partite IVA in zona rossa;
- il terzo ha aggiunto il codice ATECO del Commercio al dettaglio di calzature e accessori;
- il quarto ha introdotto agenti e rappresentanti di commercio.
Vediamo come il decreto Ristori 5 potrebbe cambiare l’intero impianto dei contributi a fondo perduto e la platea di beneficiari.
Decreto Ristori 5: chi verrà penalizzato? Come potrebbero cambiare i requisiti e i criteri di calcolo
Il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli ha dichiarato, durante il suo intervento del 20 gennaio 2021, che il mese di aprile è stato usato come riferimento nei decreto Ristori perché era il periodo temporale preso in considerazione dal decreto Rilancio.
La ratio di tale decisione sta nella necessità di essere veloci nell’erogazione dei finanziamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. E in effetti, dopo pochi giorni sono partiti i primi bonifici (per chi aveva già fatto domanda col decreto Rilancio).
Con il decreto Ristori 5 però il Governo ha intenzione di ampliare la platea di beneficiari, e quindi si farà un ragionamento diverso:
“va valutato il danno complessivo della singola azienda e, con un meccanismo a domanda in questo caso, dovrà essere ristorata l’azienda per il danno che ha ricevuto in relazione al calo di fatturato, ai costi fissi che ha avuto e a quanto ha già ottenuto come sostegno, seppur limitato, da parte del Governo.”
Come potrebbero cambiare i requisiti per il fondo perduto del Ristori 5? Sono tre, finora, le grandi novità:
- dovrebbe essere superato il criterio dei beneficiari in base al codice ATECO;
- il calo di fatturato preso in considerazione non è più di un solo mese (aprile 2019/aprile 2020) ma annuale;
- potrebbero essere inclusi tra i beneficiari anche i professionisti iscritti agli Ordini.
Dunque, se da un lato l’erogazione delle risorse (per le quali è stato approvato uno scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro) dovrebbe avvenire a prescindere dal codice ATECO e quindi dal settore economico di appartenenza, dall’altro lato ancora non si conoscono le regole per determinare il calo di fatturato.
Col decreto Rilancio e i primi quattro decreti Ristori la percentuale era il 33%, e dava diritto a un contributo calcolato come segue:
- 20% per soggetti con ricavi o compensi non superiori a 100.000€;
- 15% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 100.000€ e 400.000€;
- 10% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 400.000€ e 5.000.000€.
Senza conoscere i dettagli è complicato sbilanciarsi, ma se dovesse essere confermato il superamento del meccanismo con i codici ATECO e il calo del fatturato (di percentuale per ora ignota) solo del mese di aprile, le porte del fondo perduto si aprirebbero per tutte quelle attività (dalla ristorazione al turismo) che per motivi di “stagionalità” o di crisi sanitaria non sono rientrati tra i beneficiari, e che quindi finora hanno ricevuto ben poco.
Non resta che attendere il testo ufficiale del nuovo provvedimento per saperne di più.
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