Dengue, ecco i Paesi più a rischio: la situazione in Italia e nel mondo

Alessandro Cipolla

11/04/2024

Non solo Brasile, ecco quali sono i Paesi dove è più alto il rischio di essere contagiati dalla dengue, con l’Italia che da inizio anno ha fatto registrare 117 casi.

Dengue, ecco i Paesi più a rischio: la situazione in Italia e nel mondo

Quali sono i Paesi più a rischio dengue? Ora che ci stiamo avvicinando sempre più al periodo delle vacanze, ma i viaggi di certo non si sono fermati in questi mesi come dimostrano i 117 casi importati in Italia dall’inizio dell’anno, in molti si staranno chiedendo dove questa malattia tropicale stia facendo più contagi.

La febbre dengue è una malattia infettiva tropicale trasmessa da zanzare del genere Aedes. I sintomi sono simili a quelli dell’influenza: febbre, mal di testa, nausea e dolori muscolari e articolari, tanto da essere stata ribattezzata nei secoli scorsi anche come “febbre spaccaossa”. Il suo tasso di mortalità non è particolarmente alto - l’1% -,ma la malattia può manifestarsi anche in una forma grave chiamata dengue emorragica.

Naturalmente è il Brasile a essere da tempo nell’occhio del ciclone, visto che sono stati battuti tutti i record con 3 milioni di casi dengue e, purtroppo, 1.256 morti mentre altri 1.857 decessi sono al momento sotto inchiesta da parte delle autorità competenti.

In Italia invece stando all’ultimo rapporto diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità, dal primo gennaio all’8 aprile sono stati 117 i casi di febbre dengue riscontrati - tutti importati -, con nessun decesso che fortunatamente è stato riscontrato tra le persone che sono state contagiate durante i loro viaggi.

Oltre alla dengue, l’Iss ha riscontrato in Italia anche un caso di Zika e 3 tre Chikungunya, tutti associati a viaggi all’estero, mentre è autoctono l’unico caso registrato nel nostro Paese di infezione neuro-invasiva - TBE.

Tornando alla dengue, in Italia la Regione con più casi è stato il Veneto (24), con a seguire il Lazio (23) e la Lombardia (21). Il livello d’allerta resta comunque alto visto che è l’estate il periodo di massima attività di ‘Aedes albopictus’ o zanzara tigre, vettore potenzialmente competente per la trasmissione di virus.

Il nostro ministero della Salute così ha predisposto un piano straordinario di azioni di bonifica ambientale, con la disinsettazione di porti e aeroporti. Vediamo allora quali sono i Paesi al mondo attualmente maggiormente a rischio dengue.

I paesi più a rischio dengue

Come emerge dal rapporto dell’Iss, gli italiani che hanno contratto la dengue per la maggior parte dei casi era di ritorno dal Brasile, ma sono stati diversi i contagi che avrebbero avuto luogo in Asia e in Centro America.

Provenienza contagi dengue Italia Provenienza contagi dengue Italia Fonte Iss

Il Paese più a rischio dengue è ca va sans dire il Brasile, che per l’Oms con 3 milioni di persone ammalate rappresenta quasi l’80% dei casi della malattia registrati in tutta l’America Latina nel corso del 2024.

A fine dicembre 2023 il nostro ministero della Salute ha stilato un rapporto dei Paesi a rischio diffusione della dengue, segnalando nelle Americhe i tanti casi riscontrati in Perù (271.279) e Messico (235.616). Molti contagi ci sono stati anche in Argentina, Colombia e Bolivia.

Maggiori casi autoctoni dengue ottobre 2022-novembre 2023 Maggiori casi autoctoni dengue ottobre 2022-novembre 2023 Fonte ministero della Salute

In Africa invece il Paese più colpito è stato il Burkina Faso con 146.878 casi sospetti, ma nel continente africano è difficile stabilire con certezza la diffusione della dengue a causa della somiglianza dei sintomi clinici comuni e non specifici della malattia con la malaria e altre malattie febbrili tropicali.

Infine c’è l’Asia dove sono in forte aumento i casi di dengue in Bangladesh (308.167, cinque volte di più rispetto all’anno precedente tanto che si sono registrati anche oltre 1.500 morti), nelle Filippine (167.355), in Vietnam (149.557) e in Thailandia (a 136.655).

Per chi ha in programma di fare viaggi dove la dengue è endemica, ricordiamo che esiste un vaccino approvato anche in Italia e che già è disponibile: per raggiungere l’immunizzazione sono sufficienti due dosi.

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