La deterrenza nucleare “serve”: cosa significa e perché è più pericolosa di quanto si creda

Giorgia Bonamoneta

19 Agosto 2023 - 16:35

La deterrenza nucleare, come fragile sistema di mantenimento della pace, funziona? Ecco cos’è e perché potrebbe essere pericolosa.

La deterrenza nucleare “serve”: cosa significa e perché è più pericolosa di quanto si creda

Il tema della deterrenza nucleare torna protagonista nella giornata in cui è stata resa pubblica l’intervista del ministero degli Esteri russo Sergey Lavrov. Nell’intervista alla rivista International Affairs, citata dall’agenzia Tass, Lavrov dice di voler evitare uno scontro tra potenze nucleari e che per farlo è necessario che ogni potenza eserciti la massima moderazione.

Per mettere in pratica questo sistema, già difficile da tenere in equilibrio di pace, per il ministro degli Esteri russo l’unica risposta possibile è la deterrenza nucleare. Almeno questo è quello che crede necessario la Russia per la propria sicurezza. Infatti Lavrov nell’intervista aggiunge che “la politica russa nel campo delle deterrenza nucleare è esclusivamente difensiva e finalizzata a mantenere il potenziale delle forze nucleari al livello minimo necessario per garantire la sovranità e l’integrità territoriale”, prevenendo l’aggressione contro la Russia e i suoi alleati.

La deterrenza nucleare è un tema scottante, lo è stato in passato ed è tornato a esserlo con l’inizio della guerra in Ucraina. Secondo Lavrov è necessaria, ma davvero la deterrenza serve?

Cosa significa oggi “deterrenza nucleare”?

Il termine “deterrenza” era sparito dai radar, ma negli ultimi anni è tornato a essere discusso. Con il termine deterrenza nucleare o meglio teoria della deterrenza, ci si riferisce banalmente al calcolo costi/benefici circa l’inizio di uno scontro di tipo nucleare.

Durante la Guerra Fredda sono state prodotte armi nucleari dai due principali attori globali: Stati Uniti e Russia. Lo scopo era quello di avere pari potenza e non rischiare di iniziare un conflitto che avrebbe portato alla sconfitta non di una parte del mondo, ma di tutto il genere umano. Infatti il numero di armi nucleari presenti sulla Terra ha la capacità di mettere fine al pianeta come lo conosciamo.

Il possesso di armi così distruttive, di cui si conoscono le conseguenze grazie ai due lanci statunitensi contro il Giappone, basta come minaccia per non utilizzarle.

La deterrenza nucleare mantiene la pace?

Test, incidenti e radiazioni sono solo una parte di ciò che la deterrenza riesce a fare. Nel corso degli ultimi decenni di incidenti ce ne sono stati diversi. Per esempio nel 1967 un B-52 statunitense è entrato in collisione con un altro aereo e due delle quattro bombe che trasportava il B-52 sono esplose, causando la devastazione di un villaggio di contadini vicino la costa, oltre che la contaminazione di animali e vegetazione ancora oggi.

Mettendo da parte gli incidenti, che tali sono anche se collegati alla deterrenza dalla necessità di produrre simili armi, ci sono altri esempi che vengono portati da chi è contro l’atomica e la narrazione che vuole la deterrenza nucleare come uno strumento di pace. Per esempio, riporta il Comitato Senzatomica, il sistema di deterrenza nucleare non ha garantito la pace, ma anzi la tensione tra gli schieramenti. Una tensione che è quasi sfociata in una guerra nucleare nel 1962 con la “Crisi dei missili a Cuba” e che in generale non ha evitato ai conflitti armati di essere combattuti: la guerra di Corea, la guerra del Vietnam, l’invasione sovietica dell’Afghanistan e molti altri.

Cosa resta delle deterrenza nucleare?


La guerra in Ucraina ha cambiato la deterrenza nucleare, accelerando processi di alterazione dell’equilibrio mondiale. A partire, per esempio, dallo sgretolamento della deterrenza basata sui trattati e sul controllo degli armamenti.

Tra questi la sospensione della partecipazione della Russia al trattato New START (Strategic Arms Reduction Treaty) che aveva l’obiettivo di monitorare gli armamenti nucleari reciproci di Stati Uniti e Russia. In ordine cronologico è solo l’ultimo dei trattati via via eliminati o lasciati scadere sulla limitazione delle armi nucleari.

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