La Corte di Cassazione giustifica il licenziamento del dipendente colpevole di aver svolto - durante il periodo coperto dall’indennità di malattia - attività che potrebbero influenzare negativamente la guarigione.
Quando un lavoratore si ammala ha diritto all’indennità di malattia, previo il rispetto di determinati doveri. Come noto, infatti, il dipendente deve comunicare al datore di lavoro l’assenza, richiedere il certificato medico che attesta lo stato di malattia e rispettare la reperibilità alle visite fiscali negli orari previsti.
Inoltre il dipendente assente per malattia deve curarsi ed evitare attività che potrebbero causare un peggioramento delle condizioni di salute e rallentare la guarigione. In questo caso, infatti, il dipendente rischia persino il licenziamento per giusta causa come ribadito dalla recente sentenza 6047/2018 della Corte di Cassazione.
Quindi, per assentarsi dal lavoro continuando a percepire lo stipendio - e senza rischiare il licenziamento - ci sono degli obblighi da rispettare per il dipendente; ecco quali sono in questa guida con le informazioni su come comportarsi quando ci si ammala.
Obblighi del dipendente in malattia
Se vi ammalate e non avete le forze per andare a lavoro dovete come prima cosa comunicare l’assenza al titolare della vostra azienda, oppure - dove presente - al responsabile della gestione delle risorse umane.
Successivamente dovete recarvi dal medico il quale vi rilascerà il certificato di malattia nel quale sono indicati i giorni in cui siete legittimati ad assentarvi dal lavoro. Spetta al medico inviare il certificato all’INPS tramite la modalità telematica, così che possa essere visualizzato anche dal datore di lavoro. Il dipendente ha comunque il dovere di comunicare all’azienda i giorni in cui sarà assente.
A questo punto scatta l’obbligo di reperibilità alle visite fiscali che vista l’introduzione delle nuove regole potranno essere anche ripetute.
Quindi il dipendente in malattia ha il dovere di farsi trovare al domicilio indicato negli orari previsti, in modo che il medico incaricato dall’INPS possa effettuare il dovuto controllo.
Nel dettaglio, gli orari delle visite fiscali sono i seguenti:
- dipendenti pubblici: 09:00/13:00 e 15:00/18:00;
- dipendenti privati: 10:00/12:00 e 17:00/19:00.
Al di fuori degli orari di reperibilità non c’è l’obbligo di farsi trovare nel domicilio, tuttavia il dipendente ha comunque il dovere di riguardarsi e di non mettere a repentaglio la propria salute dedicandosi ad attività che potrebbero influenzare negativamente la guarigione.
Per approfondire quest’ultimo aspetto analizziamo quanto dichiarato recentemente dalla Corte di Cassazione.
Riposo obbligatorio durante la malattia
Con la sentenza 6047/2018 la Corte di Cassazione ha confermato il licenziamento per giusta causa disposto da un’azienda nei confronti di un loro dipendente in malattia.
Nel caso di specie il dipendente era assente dal lavoro a causa di una lombosciatalgia (che provoca forti dolori nella parte bassa della schiena) ma nello stesso periodo ha preso parte ad un concerto esibendosi insieme alla sua band.
L’azienda, dopo essere venuta a conoscenza del fatto grazie al profilo Facebook del dipendente, ha deciso di procedere con il licenziamento per giusta causa.
Decisione legittimata dalla stessa Cassazione che ha respinto il ricorso presentato dal dipendente ribadendo che lo svolgimento di un’altra attività che potrebbe rallentare la guarigione e il rientro al lavoro giustifica il licenziamento.
Inoltre, secondo la Cassazione, lo svolgimento di queste attività fa presumere l’inesistenza stessa della malattia e di conseguenza sussistono tutti i presupposti per legittimare il licenziamento.
Qualsiasi attività svolta durante il periodo coperto dall’indennità di malattia, quindi, deve essere compatibile con lo stato di salute del dipendente, il quale tra l’altro ha il dovere di fare il possibile per recuperare al più presto l’idoneità al lavoro.
Diritti del dipendente assente per malattia
Chi rispetta tutti i suddetti obblighi è tutelato dalla legge per tutta la durata della malattia.
Come anticipato il dipendente mantiene il diritto alla retribuzione anche nel periodo di assenza dal lavoro; questo infatti percepisce l’indennità di malattia dall’INPS, per un importo pari al 50% della retribuzione media giornaliera dal 4° al 20° giorno, che aumenta al 66,66% per il periodo compreso tra il 21° e il 180° giorno di assenza.
Inoltre il dipendente assente per malattia non può essere licenziato per colpa della sua assenza; l’interruzione del rapporto di lavoro è comunque possibile, ma solo quando viene superato il periodo di comporto (indicato dal CCNL) oppure in ambito di un licenziamento collettivo per crisi aziendale.
Per maggiori informazioni leggi anche-Licenziamento per malattia: quando è legittimo?
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