Cambia il «diritto a inquinare» delle aziende: il nuovo rapporto del Wwf spiega come la distribuzione gratuita di quote di emissione di CO2 abbia minato il funzionamento del mercato Ets.
Il diritto a inquinare delle aziende riguarda le quote di emissioni che vengono distribuite nell’ambito del mercato Ets (Emissions trading System), introdotto nel 2005 nell’Unione europea. Si tratta di un meccanismo che fissa un tetto massimo complessivo alle emissioni sul territorio europeo. Queste emissioni vengono distribuite tra le aziende, consegnando loro delle free allocation. In termini pratici, una quota allocata corrisponde all’autorizzazione ad emettere una tonnellata equivalente di CO2.
Negli ultimi nove anni, le grandi aziende europee hanno ricevuto dei «diritti a inquinare» pari a 100 miliardi di euro. Un nuovo rapporto del Wwf spiega in che modo la distribuzione gratuita di quote di emissioni di CO2 abbia compromesso il funzionamento del mercato Ets, perché questa scelta va contro il principio del «chi inquina di più, deve pagare di più».
In generale, il meccanismo Ets si basa su logiche di mercato, ma il prezzo delle quote di emissioni in Europa è rimasto a livelli molto bassi negli ultimi anni, sollevando perplessità e critiche sull’efficacia complessiva del sistema.
Il Wwf spiega nel suo nuovo rapporto che questo metodo di distribuzione delle quote gratuite sono state concesse senza specifiche condizioni dal punto di vista climatico. Proprio l’aspetto «gratuito» delle quote a disposizione di alcune grandi aziende ha dato loro la possibilità di rivederne una parte, centrando così extra-profitti del valore di miliardi di euro, e secondo l’associazione almeno un terzo dei ricavi centrati rivendendo le quote non è stato utilizzato per progetti di lotta ai cambiamenti climatici.
Il Wwf chiede quindi una riforma urgente del sistema Ets. Parlamento europeo, Consiglio e Commissione lavorano da tempo sulla questione, ma le date ipotizzate per l’abbandono delle quote gratuite sono lontanissime: si parla del 2032 o 2036. Nel frattempo, secondo il Wwf, sarà il principio “chi inquina non paga” a continuare a prevalere.
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