La riforma Cartabia su divorzio e separazione è stata attuata dalla storica sentenza del Tribunale di Milano. Ecco cosa cambia adesso e qual è la situazione nel resto d’Italia.
I cambiamenti introdotti dalla riforma Cartabia in tema di divorzio e separazione iniziano a essere operativi grazie alla sentenza storica del Tribunale di Milano. I giudici meneghini hanno infatti saputo sfruttare appieno le novità sul processo civile al fine di velocizzare la procedura per arrivare al divorzio, condensando il tutto in un unico processo che così grava meno sul sistema giudiziario e permette alle parti di risparmiare sulle spese legali.
L’ultima sentenza del Tribunale di Milano, ecco cosa cambia per separazione e divorzio
Il Tribunale di Milano ha accolto la richiesta presentata dagli avvocati dei coniugi, pronunciando immediatamente la separazione fissando un’udienza a distanza di 6/7 mesi per la decisione di divorzio. La distanza temporale fra le due udienze è infatti pari a quella minima richiesta dalle leggi in vigore attualmente per la pronuncia del divorzio, che così avverrà quasi in modo automatico e durante un unico processo.
L’accelerazione delle tempistiche e la riduzione dei costi attuate sono nient’altro che una completa applicazione delle potenzialità introdotte dalla legge Cartabia, eppure questa sentenza può definirsi storica. Il motivo è semplice: non solo il Tribunale di Milano è il primo ad aver recepito concretamente la nuova disciplina, mentre diverse altre realtà stanno mostrando reticenza.
Separarsi e divorziare è diventato più veloce?
A conti fatti, la sentenza milanese non ha alcun precedente, anche se andrebbero considerate le posizioni del Tribunale di Vercelli e di quello di Genova. Pur senza arrivare a un’attuazione pratica, come invece è accaduto a Milano, entrambi i tribunali hanno accolto le nuove disposizioni, prevedendo nuove procedure per divorzi e separazioni.
In particolare, il Tribunale di Genova ha previsto il procedimento a domanda congiunta nel quale le parti possono decidere di sostituire l’udienza in presenza dal deposito degli atti scritti. Oltretutto, è stata ammessa la riunione dei giudizi di separazione e di divorzio qualora quest’ultimo fosse stato chiesto in un secondo momento. Il tribunale ha inoltre stabilito che il giudice debba fissare l’udienza per il divorzio secondo i tempi di procedibilità dopo l’esito della separazione.
Il Tribunale di Vercelli ha invece ritenuto inammissibile la procedibilità di divorzio e separazione con un unico ricorso, prevedendo quindi una modalità altrettanto funzionale. Nel dettaglio, il tribunale procede con la sentenza parziale di separazione, concedendo poi alle parti 7 mesi per il deposito delle note scritte. Alla conferma di queste ultime si procede poi con la sentenza di divorzio.
Entrambi gli esempi mettono a disposizione dei cittadini l’abbreviazione del procedimento, ma al momento la situazione italiana si dimostra piuttosto disomogenea. A fianco dei tribunali citati, ce ne sono diversi molto più conservatori sull’argomento; perciò, complici anche alcune complessità della riforma, i tempi per divorziare in Italia varieranno notevolmente da una città all’altra, almeno per il momento.
Separazione e divorzio più veloci con il rito unificato, le posizioni discordanti dei tribunali
Oltre agli esempi citati, ci sono altri tribunali che hanno accolto di buon grado le novità sul processo civile, anche se almeno per ora soltanto sul piano teorico. Per esempio, il Tribunale di Bolzano, così come quello di Modena e quello di Rovigo, ha rapidamente comunicato i nuovi codici da utilizzare per la domanda congiunta di divorzio e separazione. Senza alcuna spiegazione dettagliata, questi tribunali hanno comunque dichiarato la ricezione della riforma.
Sul fronte completamente opposto troviamo il Tribunale di Bari e quello di Padova. Entrambi, infatti, hanno dichiarato inammissibile il cumulo della domanda di separazione e divorzio, ritenendo sostanzialmente che la riforma non prevede espressamente questa possibilità nonostante il rito unificato. D’altro canto, si fa riferimento al principio giurisprudenziale consolidato dalla Cassazione che vieta ai coniugi di disciplinare in sede di separazione i patti relativi al divorzio.
Su questa interpretazione giuridica la discussione tecnica potrebbe durare all’infinito, basti sapere che comunque il Tribunale di Padova ha adottato una soluzione alternativa, proprio come il Tribunale di Vercelli. Non resta quindi che attendere una distribuzione più omogenea della normativa, auspicabilmente con l’intervento legislativo. Per il momento, la descrizione della situazione attuale è stata perfettamente riassunta dal Tribunale di Macerata, secondo cui: “allo stato gli orientamenti dei Tribunali non appaiono sufficientemente stabilizzati”.
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